Il grinta |
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Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper.
continua»
Titolo originale True Grit.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 110 min.
- USA 2010.
- Universal Pictures
uscita venerdì 18 febbraio 2011.
MYMONETRO
Il grinta
valutazione media:
3,80
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film Western perfetto in salsa Coen!di ClaudioFedele93Feedback: 9200 | altri commenti e recensioni di ClaudioFedele93 |
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lunedì 7 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo quasi trent’anni dal loro esordio con Blood Simple - Sangue Facile, i Coen continuano a far Cinema con la stessa passione e determinazione che aveva caratterizzato il loro primo lungometraggio nel 1984 e due anni dopo aver trionfato agli Oscar con Non è un Paese per Vecchi, fatto, lo possiamo dire benissimo senza tanti indugi, la storia del cinema con capolavori come L’Uomo che non C’era, Il Grande Lebowski ed il più recente A Serious Man, i due cineasti decidono di fare un western vero e proprio basandosi sul romanzo di Charles Portis, portando così sul grande schermo quel Il Grinta che nel 1969 fece vincere a John Wayne l’Academy Award per il miglior attore protagonista. Dopo averci, dunque, stregato nonché viziato con personaggi come Il Drugo, capaci di entrare senza alcun problema nell’immaginario collettivo delle persone e diventare delle vere e proprie icone, o affascinato con storie Noir reinterpretate in chiave post-moderna, Joel ed Ethan si concentrano stavolta su una storia ambientata unicamente nel classico Far-West, con un cast di alto livello, ma che ancora una volta avrà la responsabilità di dimostrarsi all’altezza della restante filmografia dei due autori. Con Il Grinta, i Coen non cercano tanto di riproporre a loro modo il film con John Wayne (diretto da Henry Hathaway), ma piuttosto provano a reinterpretare secondo la loro visione la storia uscita dalla penna dello scrittore Portis. Il risultato, per quanto magari poco originale e già visto a livello di trama negli anni passati, è comunque eccellente, complice ancora una volta una sceneggiatura curata e particolareggiata fin nel minimo dettaglio capace di dar vita a personaggi né troppo stereotipati né caricaturali o datati. Sfida, a maggior ragione, interessante e difficile quella che hanno voluto affrontare i due registi, un impegno che ha richiesto tutto il loro talento e tutta la loro esperienza che ben si evidenzia in ogni inquadratura e sequenza. Per quanto questi due autori abbiano sempre conquistato il pubblico o la critica per loro storie bisogna ammettere tranquillamente che stavolta si tende a rimanere molto più colpiti dalla messa in scena che dalla vicenda in sé, la quale, dispiace ammetterlo per chi si aspettava un film a senso unico e scontato, non si rivela essere una storia incentrata unicamente sulla vendetta, quanto più sulla crescita e la maturità che vede la giovane Ross (interpretata da una bravissima Hailee Steinfeld) vero esempio calzante di quanto è stata appena detto poiché l’avventura in cui ella stessa vuole prendervi parte sarà, sì una ricerca estrema per vendicare la morte di suo padre, ma sopratutto una scorribanda sul mondo, sulle persone, sui comportamenti umani e sulle difficoltà di vivere in una determinata società ricca di opportunismo e fuorilegge. E’ per questo preciso motivo che una storia tanto stratificata e tanto profonda non poteva non combaciare alla perfezione con lo stile e la tecnica di Joel ed Ethan Coen i quali stavolta, grazie ad una fotografia sensazionale, ai paesaggi ed alle scenografie, mettono in mostra tutta la loro raffinatezza, il loro estro e genio creativo capace di dare alla luce un prodotto perfetto tecnicamente (le scene girate all'aperto meritano un plauso, così come la sequenza finale data in mano ad un Jeff Bridges in stato di grazia). Ancora una volta i due cineasti vogliono parlare dell’America, nazione che non è nata sotto buoni propositi ed ancor meno si è sviluppata e cresciuta sotto l’altruismo e la morale; un paese che è costellato da ladri, vigliacchi, persone né buone o cattive, ma intrise di quell’ambiguità che ha sempre reso i personaggi dei Coen quel tanto che bastava da crederli (o farceli credere) verosimili e reali. Il Grinta è l’ennesima conferma che il cinema dei Coen, oltre ad essere capace di mescolare alla perfezione passato e presente, unire i generi e intrattenere nel modo giusto, è sopratutto un tipo di intrattenimento serio, profondo e che alla cui base ha sempre un messaggio chiaro rivolto allo spettatore. Parlare di remake in questo caso è tanto giusto quanto riduttivo, poiché quello che abbiamo tra le mani rimane senza incertezze una storia già vista, ma qui comunque riproposta in modo inedito e completamente coerente allo stile dei Coen, a cominciare dai tanti riferimenti religiosi fino ad arrivare menzionare quel cinismo spietato e quell’umorismo amaro di cui sono costellati i loro precedenti lavori. E’ davvero difficile dare una valutazione misera a questi due autori, sebbene il presente prodotto non sia la loro miglior fatica recente, essa rimane una dei migliori western che abbiamo avuto l’onore di vedere e gustare negli ultimi anni, tecnicamente superba, con un cast eccezionale ed una colonna sonora capace di calzare a pennello senza risultare sterile o barocca, assieme ad una fotografia da antologia; E' davvero impossibile rimanere insensibili a Il Grinta, una pellicola che riesce a commuovere, conquistare, esaltare, che nella sua tranquilla messa in scena cela una storia tanto semplice quanto perfetta ed amara. Se il cinema di oggi fosse fatto di soli capolavori dovremmo considerare quest’ultimo un opera minore, ma dato che al giorno d’oggi i bei film sono tanto rari ed a volte troppo poco presenti nelle sale, sarebbe ingiusto non premiare ancora una volta Joel ed Ethan Coen che a distanza di tempo dal loro primo lungometraggio riescono sempre a creare ottime storie con lo stesso entusiasmo e tempra di quando erano giovani. Tanto di cappello!
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