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jacopo b98
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venerdì 27 settembre 2013
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un grande western classico alla coen
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Mattie Ross (Steinfeld), in seguito all’omicidio del padre da parte di Tom Chaney (Brolin), assume uno sceriffo (Bridges) per partire con lei all’inseguimento del vigliacco fuggitivo. Con loro parte anche il Texas Ranger texano LaBouef (Damon). I Coen in un modo o nell’altro hanno sempre realizzato film con molto di western (Fratello dove sei?, Non è un paese per vecchi, ecc.) ma mai si erano addentrati all’interno del genere classico. E qui fanno un western vero e proprio, seppur a modo loro. È il rifacimento del classico con John Wayne, e supera l’originale in molte cose, se non in tutto. Sempre tratto dal romanzo di Charles Portis è una versione più fedele al romanzo, ricca di momenti memorabili, scene e personaggi divertenti e grotteschi (il bandito che fa i versi degli animali, ecc.
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Mattie Ross (Steinfeld), in seguito all’omicidio del padre da parte di Tom Chaney (Brolin), assume uno sceriffo (Bridges) per partire con lei all’inseguimento del vigliacco fuggitivo. Con loro parte anche il Texas Ranger texano LaBouef (Damon). I Coen in un modo o nell’altro hanno sempre realizzato film con molto di western (Fratello dove sei?, Non è un paese per vecchi, ecc.) ma mai si erano addentrati all’interno del genere classico. E qui fanno un western vero e proprio, seppur a modo loro. È il rifacimento del classico con John Wayne, e supera l’originale in molte cose, se non in tutto. Sempre tratto dal romanzo di Charles Portis è una versione più fedele al romanzo, ricca di momenti memorabili, scene e personaggi divertenti e grotteschi (il bandito che fa i versi degli animali, ecc.), il tutto immerso nell’ambientazione classica da western, valorizzata dalle scenografie di Jess Gonchor, dalle musiche di Carter Burwell e soprattutto dalla splendida fotografia di Roger Deakins. Interpretato da un trio (quartetto se si conta anche Brolin, in realtà poco presente) di attori infallibili ed eccellenti tra cui spiccano Bridges, assolutamente perfetto per il ruolo, che ci regala un’interpretazione magistrale e la Steinfeld, una piccola perla del cinema del futuro, che al suo esordio sul grande schermo compete alla grande con due attori navigati ed “oscarizzati”. Dieci nomination agli Oscar, tra cui film, regia, attore e attrice non protagonista, e vergognosamente nemmeno una statuetta. BAFTA alla migliore fotografia.
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lisa casotti
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venerdì 30 agosto 2013
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la grinta
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Più che Il Grinta avrebbero dovuto intitolarlo La Grinta, perché nella versione dei fratelli Coen, molto distante dal film del 1969 (che pare non abbiano nemmeno visto) e più fedele al romanzo True Grit di Charles Portis, il ruolo di protagonista sembra interpretarlo Mettie (Hailee Steinfeld), la ragazzina quattordicenne che assolda lo sceriffo Cogburn (Jeff Bridges al posto di John Wayne) per scovare e uccidere l’assassino del padre rifugiatosi in terra indiana. O almeno questa è l’impressione iniziale: quando la vediamo cocciuta mercanteggiare i cavalli del padre, un posto letto al becchino, muoversi con totale (e decisamente insolita per l’epoca) disinvoltura in un mondo di soli uomini, fino a seguire lo sceriffo nella temeraria impresa.
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Più che Il Grinta avrebbero dovuto intitolarlo La Grinta, perché nella versione dei fratelli Coen, molto distante dal film del 1969 (che pare non abbiano nemmeno visto) e più fedele al romanzo True Grit di Charles Portis, il ruolo di protagonista sembra interpretarlo Mettie (Hailee Steinfeld), la ragazzina quattordicenne che assolda lo sceriffo Cogburn (Jeff Bridges al posto di John Wayne) per scovare e uccidere l’assassino del padre rifugiatosi in terra indiana. O almeno questa è l’impressione iniziale: quando la vediamo cocciuta mercanteggiare i cavalli del padre, un posto letto al becchino, muoversi con totale (e decisamente insolita per l’epoca) disinvoltura in un mondo di soli uomini, fino a seguire lo sceriffo nella temeraria impresa. È lei la voce narrante, e sempre lei che media nelle inevitabili incomprensioni del viaggio.
Ma mano a mano che ci si cala nella storia si percepisce che, al contrario, c’è equilibrio tra i personaggi, non ultimo LeBoeuf, il Texas Ranger cacciatore di taglie anch’esso sulle tracce del pistolero Chaney (e qui interpretato da un Matt Damon irriconoscibile per il suo trasformismo). Procedendo nel racconto, infatti, i protagonisti, iniziali macchiette da Far West, si umanizzano, fino a farci percepire chiaramente che questo duro western in realtà è un film sui sentimenti, su sentimenti grandiosi, inauditi e più che umani. Da lì la “malinconia” evocata dalla pellicola che non è nostalgia del selvaggio West, della rudezza, della sporcizia, della bestemmia imprecata, ma di un’età dell’oro quasi al tramonto, ma non ancora finita, in cui si poteva davvero essere pionieri e credere nella potenza di ogni inizio, nella bellezza tremante di un mondo senza regole ancora da conquistare.
La sequenza che racchiude tutta la poesia del messaggio dei Coen (insieme alle insolite nevicate) è certamente quella della lunga cavalcata notturna per salvare la vita di Mettie, morsa da un serpente a sonagli. La ragazza in effetti ce la farà e non tradisce il suo personaggio, la sua determinazione, nemmeno alla fine, quando dopo venticinque anni dalla vicenda che li ha uniti, ormai donna, alla ricerca di Cogburn, dichiara: “Non mi sono mai sposata, è vero, non ho mai avuto tempo da perdere”.
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nick simon
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martedì 9 luglio 2013
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una straordinaria storia di frontiera
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Joel e Ethan Coen si cimentano per la prima volta nel western (la seconda per alcuni, dopo "Non è un paese per vecchi"), pur abbandonando in parte gli stilemi classici del genere. I due fratelli danno vita ad una pellicola più aderente al romanzo di Charles Portis rispetto al precedente adattamento del 1969, facendo combaciare il punto di vista della narrazione con quello della ragazzina, narratrice in prima persona 25 anni dopo gli eventi mostrati. Il loro tocco è inconfondibile: humour nero, gag divertenti, personaggi bizzarri caratterizzati alla perfezione, messaggi apparentemente nichilisti ma realisticamente ancorati al presente. I due registi non si erigono a giudici delle azioni e del mondo che raccontano, e mostrano il tutto sotto una luce a prima vista fredda e distaccata, tuttavia affettuosa verso i personaggi e le storie.
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Joel e Ethan Coen si cimentano per la prima volta nel western (la seconda per alcuni, dopo "Non è un paese per vecchi"), pur abbandonando in parte gli stilemi classici del genere. I due fratelli danno vita ad una pellicola più aderente al romanzo di Charles Portis rispetto al precedente adattamento del 1969, facendo combaciare il punto di vista della narrazione con quello della ragazzina, narratrice in prima persona 25 anni dopo gli eventi mostrati. Il loro tocco è inconfondibile: humour nero, gag divertenti, personaggi bizzarri caratterizzati alla perfezione, messaggi apparentemente nichilisti ma realisticamente ancorati al presente. I due registi non si erigono a giudici delle azioni e del mondo che raccontano, e mostrano il tutto sotto una luce a prima vista fredda e distaccata, tuttavia affettuosa verso i personaggi e le storie. Si preoccupano di chiarire il senso ultimo delle vicissitudini messe in scena, e in questo senso la pellicola è dominata da una sorta di giustizia divina, seppur amara talvolta: numerosi sono infatti i riferimenti alla fede ed in particolare alla Bibbia, anche in alcuni brani della colonna sonora. Si tratta, per certi versi, di uno dei film meno ironici dei Coen, maestri nel restare saldamente aggrappati alla realtà pur mettendo in mostra vicende pressoché surreali. Jeff Bridges è straordinario nei panni dello sceriffo Rooster Cogburn, al quale riesce a dare uno squisito tocco personale: non si limita a rappresentare il vecchio burbero, ubriacone e dal grilletto facile, ma lo rende goffo e divertente al punto giusto, non mancando di mostrare una tenerezza quasi paterna verso la ragazzina nel finale. La giovanissima Hailee Steinfeld è una vera e propria rivelazione nelle vesti della quattordicenne Mattie Ross: sfacciata, grintosa e determinata, animata da una solidissima fede e da un innato senso di giustizia; una fanciulla coraggiosa abbastanza da avventurarsi nel selvaggio West a caccia di criminali, ma che non ha paura di mostrare le sue debolezze ed il suo lato infantile e bisognoso d'affetto. Mattie è disposta a tutto pur di catturare l'assassino di suo padre, il codardo quanto ottuso Tom Chaney, che si è unito alla banda del criminale Lucky Ned Pepper; i due sono interpretati con efficacia rispettivamente da Josh Brolin e Barry Pepper, resi oltremodo brutti e trasandati dal trucco e dagli splendidi costumi di Mary Zophres. Oltre che da Cogburn, Mattie sarà affiancata dal Texas Ranger LeBoeuf, interpretato da un vanitoso ed impettito Matt Damon. La ricostruzione è accurata sia dal punto di vista scenografico, sia per quanto riguarda lo spirito ed il tenore di vita dell'epoca: furti, rapine, assassinii ed impiccagioni erano all'ordine del giorno nelle caotiche terre di frontiera. Musiche curate da Carter Burwell, perfette nel sottolineare ed accentuare i momenti di tensione, avvincenti nell'accompagnare l'avventuroso entusiasmo dei personaggi, struggenti nelle fasi più drammatiche (da lacrime la disperata corsa a cavallo nel finale). È doveroso spendere qualche parola per la meravigliosa fotografia di Roger Deakins, vero maestro della luce, collaboratore ormai fisso dei Coen; qui mette a frutto i suoi trascorsi documentaristici trasformando luoghi e atmosfere di per sé affascinanti in affreschi mozzafiato. Nel complesso, il prodotto è di alto livello tecnico/artistico, e sicuramente più valido rispetto al precedente adattamento, in cui non vi era modo di conoscere il lato spietatamente violento del West.
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syrus
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sabato 1 giugno 2013
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un capolavoro!!!
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Senza ombra di dubbio un capolavoro, nulla a che vedere con i film con John Wayne, dove brillano le divise, gli stivali, le stelle degli sceriffi e dove la polvere del vecchio west e' del tutto assente.
Una sceneggiatura originale, una ragazza di 14 anni che si e' vista uccidere il padre, decide di vendicarlo assoldando uno sceriffo ormai sulla sessantina e con problemi di alcool, a loro si unira' un texas rangers anch'egli sulle tracce dell'assassino.
Grande interpretazione di Jeff Bridges, Matt Demon e la giovane promessa del cinema Hailee Steinfeld.
L'amicizia, i sentimenti e l'onore sono i collanti di questa splendida pellicola, diretta in maniera magistrale.
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opidum
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sabato 20 aprile 2013
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mille volte meglio il film con john wayne
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anche vecchio e ciccione wayne aveva un carisma che bridges non ha e i cohen sono troppo intelettuali per fare un buon western
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g_andrini
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lunedì 14 gennaio 2013
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piacevole e "allegro"
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E' un film particolare, con una "aura giovanile". Ben caratterizzati i personaggi, Il grinta e la ragazzina, in particolare. Il finale è originale, da capire. La trama è semplice e lineare, ma godibile. Non è un capolavoro, ma rende piacevole una buona ora e mezza di visione.
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bhafh
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lunedì 7 gennaio 2013
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poteva essere più di un buon film
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I Coen mostrano scarso interesse per l'approfondimento tematico e sembrano in quest'opera quasi esclusivamente preoccupati della confezione formale. Il lavoro risulta impeccabile, ma il suo valore è tenuto a freno dalla prudenza e dal rispetto del testo di partenza, con tutti i suoi cliché riproposti con variazioni minime.
L'elemento drammatico è stemperato dall'ironia e dal sarcasmo; ma il sarcasmo stesso (marchio di fabbrica dei Coen) è stemperato dall'impianto drammatico dell'epopea.
Di solito, i fratelli di Minneapolis raggiungono, entro un'unica opera, vertici di drammatizzazione e altrettanti, stranianti, di grottesca sdrammatizzazione.
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I Coen mostrano scarso interesse per l'approfondimento tematico e sembrano in quest'opera quasi esclusivamente preoccupati della confezione formale. Il lavoro risulta impeccabile, ma il suo valore è tenuto a freno dalla prudenza e dal rispetto del testo di partenza, con tutti i suoi cliché riproposti con variazioni minime.
L'elemento drammatico è stemperato dall'ironia e dal sarcasmo; ma il sarcasmo stesso (marchio di fabbrica dei Coen) è stemperato dall'impianto drammatico dell'epopea.
Di solito, i fratelli di Minneapolis raggiungono, entro un'unica opera, vertici di drammatizzazione e altrettanti, stranianti, di grottesca sdrammatizzazione. Va detto che "tragico" e "grottesco", pur depotenziandosi a vicenda, stanno bene in equilibrio. Tuttavia, la miscela dei due elementi è a dir poco cauta, e sfocia in un risultato calligrafico e timido.
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fab_y
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domenica 5 agosto 2012
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il ritorno del western...con grinta!
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Mattie Ross è una ragazzina di soli 14 anni che è determinata a ricercare e portare dinanzi al patibolo Tom Chaney, l'uomo che ha sparato a suo padre uccidendolo. Ingaggia così, per raggiungere il suo obiettivo, lo sceriffo Rooster Cogburn conosciuto da tutti come "il Grinta" per la sua fama di uomo duro e bellicoso. Il film si dispiega in uno scenario rude, selvaggio, dove domina l'arroganza e la morte, quest'ultima così profondamente sentita dalle persone che lo abitano, che ha perso il potere di incutere timore, rafforzando invece l'anima e la mente di chi ha imparato ad accettarla e a sfidarla. Respiriamo anche noi l'aria malsana e il caldo del villaggio, la fresca brezza della sera e la polvere e la sabbia ci entrano nei polmoni mentre assistiamo alla ricerca ossessionata di Chaney e ascoltiamo gli aneddoti dello sceriffo Cogburn, ipnotizzati nel frattempo dallo sguardo e dall'intelligente e vivace dialettica di Mattie Ross.
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Mattie Ross è una ragazzina di soli 14 anni che è determinata a ricercare e portare dinanzi al patibolo Tom Chaney, l'uomo che ha sparato a suo padre uccidendolo. Ingaggia così, per raggiungere il suo obiettivo, lo sceriffo Rooster Cogburn conosciuto da tutti come "il Grinta" per la sua fama di uomo duro e bellicoso. Il film si dispiega in uno scenario rude, selvaggio, dove domina l'arroganza e la morte, quest'ultima così profondamente sentita dalle persone che lo abitano, che ha perso il potere di incutere timore, rafforzando invece l'anima e la mente di chi ha imparato ad accettarla e a sfidarla. Respiriamo anche noi l'aria malsana e il caldo del villaggio, la fresca brezza della sera e la polvere e la sabbia ci entrano nei polmoni mentre assistiamo alla ricerca ossessionata di Chaney e ascoltiamo gli aneddoti dello sceriffo Cogburn, ipnotizzati nel frattempo dallo sguardo e dall'intelligente e vivace dialettica di Mattie Ross. Personaggi forti e solidi animano questo film, niente passa inosservato. Unica pecca, secondo me, il finale: mi aspettavo qualcosa di più.
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liuk!
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domenica 27 maggio 2012
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cult movie
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I Cohen riescono nell'impresa di migliorare un film già cult e renderlo "immenso". Se Bridges si conferma innarrivabile, nettamente superiore all'originale John Wayne, è tutta la pellicola a brillare per intensità, concretezza, ritmo. Un'opera importante da non perdere per nessun motivo.
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sandro22
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giovedì 26 aprile 2012
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western scarso
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Forse sono abituato ad altri generi di western, ma questo proprio non fa al mio caso lo giudico molto lento e la storia poco entusiasmante. Ci vogliono gli stecchini alle palpebre per non addormentarsi
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