Un genere per l'estate
L'adolescenza al cinema vive una crescita anomala. Se il cinema americano classico ci ha insegnato che la perdita dell'innocenza è una questione legata allo sguardo (Il buio oltre la siepe; La morte corre sul fiume) e la modernità della Nouvelle Vague francese ha letto nell'età della purezza una libertà di linguaggio da opporre agli accademismi corrotti del "cinéma de papa", nella tarda modernità l'adolescenza interrompe il suo sviluppo, la sua evoluzione romantica o storicistica. Negli anni Ottanta l'adolescenza torna all'adolescenza e si guadagna un sottogenere tutto suo, il teen movie, inequivocabile segno dei tempi in cui si sviluppa. Il teen movie non caratterizza infatti solo l'età dei protagonisti delle sue storie o il target di riferimento della pellicola, ma anche un vero e proprio stile che fa della leggerezza e di uno spirito goliardico e inguaribilmente nostalgico il proprio punto di forza. Solo in queste settimane, rianimati dal disimpegno imposto dalla canicola estiva, troviamo quattro titoli in uscita che confermano una tendenza legata al genere iniziata più di trent'anni fa.
Miss Marzo, Adventureland, St. Trinian's e Una notte con Beth Cooper sono quattro titoli che ci aiutano a ripercorrere una doppia linea che il teen movie ha perseguito fin dai suoi inizi. Da una parte una "linea Animal House", inaugurata appunto dal grande film di John Landis, che si concentra sulla vita da campus e su una puntuale decostruzione di tutte le regole del perbenismo e del buon gusto; dall'altra una "linea John Hughes", dal nome dello sceneggiatore e regista che negli anni Ottanta si è fatto baluardo di una visione più innocente e pudica del genere, lanciando attori come Matthew Broderick, John Cusack o Molly Ringwald, assurta a icona del genere per essere stata protagonista di tre film che hanno costruito una vera e propria base antologica per il teen movie: Un compleanno da ricordare, Breakfast Club e Bella in rosa.

Le due linee
Ovviamente fra le due è la prima la via dell'eccesso, quella che attua una strategica demolizione del college americano inteso come luogo di studio. Dal film di Landis e da tutte le innumerevoli versioni apocrife che lo hanno seguito, il college emerge come un tempio per baccanali, un luogo dove si creano ricorrendo a situazioni paradossali e si intraprendono audaci imprese guidate da personaggi folli che non conoscono vergogna. A questa corrente si ispirano St. Trinian's e Miss Marzo, il primo attraverso la bizzarra impresa di un gruppo di ragazze di un esclusivo college femminile inglese, interessate a rubare il ritratto della ragazza con l'orecchino di perla di Vermeer (noto alle protagoniste solo perché interpretata in un film da Scarlett Johansson); il secondo giocando sulle vicissitudini di una "strana coppia" di amici che attraversa gli Stati Uniti per raggiungere la Playboy Mansion. Sul sentiero parallelo si colloca invece Adventureland, in cui il regista Greg Mottola, dopo aver incrociato ambedue i percorsi con il piccolo cult Superbad, omaggia esplicitamente Hughes e il suo cinema con una commedia che si focalizza sulle piccole esperienze di vita piuttosto che sulle grandi imprese goliardiche o picaresche. Facendo leva sul tipico effetto "graffiti", colloca il suo film in un 1987 che, oltre a poter giustificare una colonna sonora composta da pezzi di Lou Reed, dei Cure e degli INXS, Adventureland segna anche un omaggio agli anni d'oro del teen movie dei sentimentalismi e delle prime esperienze sessuali trattate con tocco leggero. Lo stesso approccio simpatizzante nei confronti dei suoi protagonisti anima anche Chris Columbus in Una notte con Beth Cooper. Il regista di Mrs. Doubtfire e dei primi due Harry Potter (che con Hughes vive in un rapporto di parentela dopo aver diretto una delle sue sceneggiature più note, Mamma, ho perso l'aereo) rende omaggio alla linea leggera portando sullo schermo il sogno di ogni adolescente timido incapace di dichiararsi alla più bella della scuola, e realizzando così anche "l'incontro impossibile" fra due dei tipici ruoli standard nelle commedie di liceo (il geek superstudioso e la bellissima cheerleader).

Un piacere colpevole
Che sia un'operazione di "recupero" di fondi di magazzino oppure una precisa strategia distributiva, è vero che il teen movie si adatta perfettamente alla stagione estiva. È un genere "da bere", come si diceva degli anni in cui si è formato: un genere che nasce in quei non-luoghi che spesso mette anche al centro delle sue azioni, (come in Adventureland, che si svolge quasi per intero all'interno di un parco di divertimenti di Pittsburgh) e rispetto ai quali ha mantenuto un imprinting legato al consumo facile e veloce. Il teen movie è quindi forse la massima espressione della tarda modernità e di una cultura pop dinamica, leggera ed effimera, tanto che dietro quel misto di compiacente leggerezza e di posizioni apparentemente "apolitiche", si cela spesso un'ideologia conservatrice e immobilista. Eppure, fra tanti film a "breve scadenza" così facili da fruire quanto da dimenticare, ogni tanto anche da un sottogenere dal rigido impianto come questo escono dei casi virtuosi in cui lo spirito sottilmente conservatore lascia spazio al puro piacere del racconto o il carattere irriverente porta in sé i geni di un potere eversivo. E quando ciò succede questi esempi felici li tratteniamo serenamente e ce ne separiamo con difficoltà, come succede con quei vizi in cui il senso di colpa si accompagna ad un innegabile piacere.