A Serious Man

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Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Fred Melamed, Sari Lennick, Adam Arkin.
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Commedia, durata 105 min. - USA, Gran Bretagna, Francia 2009. - Medusa uscita venerdì 4 dicembre 2009. MYMONETRO A Serious Man * * * 1/2 - valutazione media: 3,98 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
laulilla domenica 6 dicembre 2009
l'incertezza, vera condizione dell'uomo Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Il film invita a riflettere su alcuni interrogativi ai quali tutti gli uomini, in tutti i tempi, hanno cercato di dare risposta, attraverso le religioni, attraverso le filosofie morali, ma anche attraverso la pretesa di ricondurli ad una spiegazione razionale. Qual é il senso del nostro esistere? Il bene e il male in che modo sono distinguibili? La scienza è in grado di migliorare davvero la nostra esistenza? Il protagonista, Larry, è un serio e impegnato insegnante di fisica della provincia americana, sul cui futuro professionale sembrano aleggiare le oscure minacce di alcune lettere anonime. Le laboriose dimostrazioni matematiche dei fenomeni fisici vengono ascoltate da studenti sonnecchianti, uno dei quali, gli dice apertamente di ritenere la fisica pura descrizione di fenomeni e, in quanto tale del tutto separabile dalla matematica. [+]

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olgadik martedì 8 dicembre 2009
coen disperati Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

Ma cosa è accaduto ai fratello Coen? Critici illustri hanno decretato che tutto è al suo posto, come al solito: la satira, l’ironia, il tragicomico e la cifra complessiva dei due autori. Io che non sono un critico e tanto meno illustre, posso permettermi quindi un’opinione divergente. Ho trovato A serisous man un film tragico e direi disperato, percorso da una vena di cupo pessimismo. Questo non esclude qualche battuta di genio o la caratterizzazione comica di personaggi minori che sembrano figurine di un moderno cartoon capitate lì per sbaglio. Ma nella sostanza il significato dell’opera è che l’uomo è solo, che gli Ebrei lo sono in particolare, che la religione può opprimere senza risolvere nessuno di quei problemi neanche sul piano teorico, che Dio è lontano e che ben presto qualche catastrofe spazzerà via l’America se non il mondo, ebrei di Minneapolis compresi e soprattutto. [+]

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gropius domenica 3 gennaio 2010
nonostante i buoni propositi è stata una noia Valutazione 2 stelle su cinque
64%
No
36%

Non basta chiamarsi Coen per confezionare sempre ottimi film.Se codesto film fosse stato l'opera prima di un regista emergente non credo proprio che egli avrebbe riscosso consensi unanimi di critica.Probabilmente attraverso questo film i fratelli Coen hanno voluto raccontare ,riferendosi anche al mondo ebraico stereotipato,dell'impossibilità di prevedere e di dare spiegazioni rassicuranti agli eventi che in modo del tutto probabilistico si susseguono nella vita delle persone;riferimenti alla cabala,alla fisica quantistica,ad un pessimismo latente che avvolge la pellicola ed in particolare il protagonista del film che incarna l'uomo medio americano,il quale corroso dalla noia di una vita abulica comunque cerca sempre di reagire nonostante una serie grottesca di eventi sfortunati lo colpiscano ripetutamente fino ad isolarlo da un contesto speranzoso e di rassicurante prevedibilità. [+]

[+] come il silenzio dello psicanalista (di anna ferrari)
[+] sopravvalutati (di fabruss)
[+] noia?????? (di the84damy)
[+] pure io penso questo sia sopravvalutato. (di no_data)
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dogen lunedì 7 dicembre 2009
i coen sparano a salve Valutazione 2 stelle su cinque
55%
No
45%

I fratelli Coen ci hanno abituato alla mancanza di punti fermi nella loro produzione, quindi è con la dovuta apertura che approciamo a questo nuovo lavoro. Eppure qui, lo devo dire, il cambio non aggiunge nulla. Hanno toppato. Questo è il film più noioso, più monotono, meno divertente e... più personale (forse proprio per questo a noi poco accessibile) che abbiano mai fatto. Ho visto gente che non si limitava a cadere addormentata, ma che cercava di addormentarsi, per accorciare l’agonia. Chi lo accosta ad Allen per lo humor ebraico, chi parla del film più ironico... Mah, sostanzialmente non accade nulla (che non è necessariamente un male, vedi "Il grande Leboswky", ma qui...). Il destino si accanisce contro l’uomo medio d’America, gli stringe le maglie attorno fino a fargli il vuoto intorno, stimolando in lui stress e ricerca di conforto, senza che lui sappia essere altro che "un uomo serio". [+]

[+] che noia! (di markus81)
[+] si (di emanuele89)
[+] proprio così (di bons90)
[+] si parlano addosso (di manne)
[+] a me è piaciut (di meu94)
[+] film pessimo (di makmak76)
[+] meglio il trailer del film (di marco tognato)
[+] giobbe (di sifossefoco)
[+] pure io penso questo sia sopravvalutato. (di no_data)
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paola di giuseppe lunedì 14 dicembre 2009
uno shlemiel in america Valutazione 4 stelle su cinque
69%
No
31%

Lawrence (Larry) Gopnik è uno shlemiel, cioè “colui che non capisce”, figura suggestiva e inderogabile della cultura ebraica, l’uomo contro il quale la vita si rivolta sempre,spiazzato dagli eventi, eppure probo e onesto, timorato di Dio e ligio ai suoi doveri, dunque non capisce come e perché accada, ma procede tragicomico nella sua impotenza. The Universal Jewish Encyclopedia lo definisce “persona che gestisce una situazione nella peggior maniera possibile o che è perseguitata da una malasorte più o meno dovuta alla sua stessa inettitudine”. Professore di fisica in attesa di ruolo,vive nell’America anni ’60 delle linde casette in fotocopia, dei vicini che ti amareggiano la vita già sull’uscio di casa, delle vicine trasgressive ma che più che nei sogni non c’è speranza, alle prese con due figli adolescenti da manuale del fallimento dei modelli educativi avanzati, una moglie che con perentoria compostezza e adeguato distacco gli comunica che tale Simon è entrato nella sua vita e che quindi ne dovrà uscire lui, c’è un comodo motel con piscina (vuota) in cui trasferirsi; non manca un fratello, Arthur, che oltre ad invadergli casa, bagno e divano, si dedica al calcolo delle probabilità e gioca, quando non si fa pescare dalla polizia in situazioni a dir poco eccentriche. [+]

[+] jankélévitch? (di anna ferrari)
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[+] siamo tutti più o meno gentili (di anna ferrari)
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elena flauto domenica 6 dicembre 2009
i coen raccontano la verità della vita Valutazione 4 stelle su cinque
61%
No
39%

Dopo L'uomo che non c'era , ecco l'uomo che non ha mai fatto niente. Larry è un professore di matematica che non ha scritto nessun saggio , ma attende una promozione. E' un moralista che non ha mai peccato, ma che accusano con lettere anonime. E' un uomo serio, un marito fedele , ma quando il caos entra nella sua vita lo precipita in un buco nero. Non serve domandarsi il senso di tutto, non ci sono risposte. Ne da parte dei rabbini , ne da parte di Dio , e neanche la matematica , che unica ci può spiegare la relatività di tutto , gli viene in aiuto. La ruota del destino, il cerchio della vita , che simbolicamente i Coen , da Mister Hula Hop a L'uomo che non c'era , fanno ruotare metafisicamente attraverso oggetti del quotidiano, qui è simboleggiata dal cerchio dell'auricolare del figlio di Larry, che apre il film dopo il prologo e sembra lo chiuda nel finale. [+]

[+] speriamo non sia tutta così...la vita (di joker79)
[+] è questione di prospettive... (di elisa c.)
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clavius sabato 12 dicembre 2009
accetta il mistero Valutazione 5 stelle su cinque
63%
No
37%

"A serious man". Un uomo serio. Un professore di fisica convinto di poter spiegare i fenomeni naturali attraverso il rapporto tra i numeri. Un padre che ignora le pulsioni sregolate e irrefrenabili dei due figli. Un marito che non sa giustificare nè contrastare il tradimento della moglie. Un uomo combattuto di fronte alle lusinghe del denaro o del sesso ammiccante di una vicina disinibita. Un cittadino che per pudore, unitamente ad una certa dose di codardia, non sa far rispettare i diritti più elementari. Un fratello la cui inettitudine travestita da pietà accetta ogni sorta di umiliazione. Accade di tutto nella vita dell'uomo serio Larry. Anche che nella sua vana ricerca della verità si imbatta in tre rabbini che non danno risposte esaustive, pur essendo convinti di averne. [+]

[+] libera il mistero... (di anna ferrari)
[+] fa schifo (di toffolina)
[+] a toffolina (di clavius)
[+] a clavius: sfumature!? (di paola di giuseppe)
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asterione sabato 12 dicembre 2009
i fratelli coen tra giobbe e incroci leopardiani Valutazione 4 stelle su cinque
61%
No
39%

Un modesto Professore ebreo non riesce ad affrontare i suoi problemi personali se non subendoli completamente; è ignorato dai figli, odiato dalla moglie e genericamente circondato da persone meschine che approfittano della sua ingenuità. E proprio quando le cose sembrano mettersi per il verso giusto. . . . I fratelli Coen ripercorrono con la loro solita maestria la figura dell'inetto; ma mentre in Fargo la desolazione della vera provincia americana suggerisce che proprio da quell'inettitudine può scaturire la violenza più truce, qui i directors si divertono a mettere alla berlina l'uomo che porge l'altra guancia. Proprio all'interno della comunita ebraica, che a maggior ragione dovrebbe essere pervasa da un etica più ferrea, la bontà viene dileggiata, è oggetto di soprusi infiniti e trova come unica risposta alla sofferenza e all'ingiustizia le parole vacue di rabbini in carriera (bellissima la scelta di antropomorfizzare la perfidia piuttosto che i vizi dei devoti, tutti curvi e ingobbiti, oppure obesi e corpulenti). [+]

[+] verità, menzogna, speranza (di paapla)
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joker79 domenica 6 dicembre 2009
l'improbabile paradosso della vita Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

Nella vita le leggi matematiche, la fisica e la religione incatenano l'uomo ad una sterile e monotona realtà...Se non altro si tratta di una dimensione accettabile o perlomeno vivibile. La realtà e le sue circostanze tende all'entropia.Nonostante quanto ci possiamo accanire a risolvere ogni quesito, immediatamente se ne presenterà uno nuovo.La parabola mostrataci dai Coen vuole porre attenzione sul destino dell'uomo e sulla sua predestinazione al caos. I tentativi di una spiegazione razionale che un Gopnik qualunque adduce per ogni sua sventura sono destinati ad infrangersi sulle rocce impietose della quotidianità e della routine familiare. La religione con i suoi precetti con i suoi dogmi e con i suoi divieti non fornisce spiegazioni, ma piuttosto appare come un principio di eterna accettazione ed umiltà del "saper di non saper". [+]

[+] per fortuna!!! (di spider84)
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alex8 venerdì 29 luglio 2011
film stupendo Valutazione 5 stelle su cinque
63%
No
37%

Adoro i fratelli Cohen e per motivi miei sono riuscito a vederlo solo ieri sera in piazza a Bologna. Il film mi è piaciuto ed ha un finale fantastico. La diagnosi, il tornado, non poteva finire diversamente e non a caso il periodo di ambientazione del film è il 1967.
Da napoletano abituato a vivere sotto la minaccia perpetua di un vulcano, e ora anche di altro... mi ha in un certo modo divertito il concetto di precarietà della vita espresso nel film. Secondo me, il protagonista e la sua famiglia rappresentano la società moderata anglosassone, lui in particolare chi governa e chi si sbatte in tutti i modi e senza colpi di testa, nonostante tutti gli eventi negativi e tragici che ineluttabilmente avvengono, per portare avanti nel bene e nel male la società. [+]

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