omero sala
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mercoledì 11 gennaio 2012
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giobbe
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Un film agghiacciante e divertente nello stesso tempo, esilarante e crudele, comico e caustico. In sala si ride a più riprese, ma il retrogusto che si insinua negli interstizi dell’anima – una scena dopo l’altra – è di una amarezza sconfinata.
L’uomo serious del titolo è Larry, un quarantenne onesto, retto, mite, indulgente, conciliante, remissivo: un uomo buono, insomma, o un buon uomo. É sposato con una donna ineccepibilmente amorfa, ha due figli distaccati e menefreghisti come di regola, svolge con sufficiente impegno il suo lavoro da insegnante, possiede una bella casa molto americana col suo tappeto erboso, partecipa con distratta indifferenza ai cerimoniali della comunità ebraica a cui appartiene,…
Nel giro di pochi giorni i cardini su cui poggia la sua ordinaria esistenza vengono messi a dura prova: su di lui si addensa la sfortuna, si concentrano le avversità; attorno a lui – come attorno al Giobbe della sua tradizione biblica – tutto si scompone e si sfascia.
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Un film agghiacciante e divertente nello stesso tempo, esilarante e crudele, comico e caustico. In sala si ride a più riprese, ma il retrogusto che si insinua negli interstizi dell’anima – una scena dopo l’altra – è di una amarezza sconfinata.
L’uomo serious del titolo è Larry, un quarantenne onesto, retto, mite, indulgente, conciliante, remissivo: un uomo buono, insomma, o un buon uomo. É sposato con una donna ineccepibilmente amorfa, ha due figli distaccati e menefreghisti come di regola, svolge con sufficiente impegno il suo lavoro da insegnante, possiede una bella casa molto americana col suo tappeto erboso, partecipa con distratta indifferenza ai cerimoniali della comunità ebraica a cui appartiene,…
Nel giro di pochi giorni i cardini su cui poggia la sua ordinaria esistenza vengono messi a dura prova: su di lui si addensa la sfortuna, si concentrano le avversità; attorno a lui – come attorno al Giobbe della sua tradizione biblica – tutto si scompone e si sfascia.
Il povero Larry attraversa catatonico il suo labirinto di sventure, disorientato dalla cattiveria di chi gli è vicino, dalla mancanza di riconoscenza, dal cinismo, dall’indifferenza impudente o da una finta attenzione ipocrita, dal perbenismo distaccato o infido, dall’egoismo. In una condizione di estraneità dolorosa (per dirla con Moravia) non riesce a ribellarsi(non lo ha mai fatto in tutta la vita); non riesce a bestemmiare (incredulo della atrocità di quel che gli accade); non riesce a pregare (scombussolato dalla incomprensibile imperturbabilità del cielo). Il suo sorriso, sequenza dopo sequenza, si va congelando più per la sorprendente assurdità delle sue sventure che per il dolore.
Un uragano, non metaforico, potrà chiudere l’atroce mulinello di disgrazie che lo sta inghiottendo. O forse lo risveglierà da un incubo.
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roberto simeoni
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domenica 6 dicembre 2009
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nelle fauci della meccanica quantistica
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Dopo la leggera e riuscitissima pausa di “Burn after reading” i fratelli Coen tornano a progetti più ambiziosi e complessi, scegliendo di misurarsi di nuovo con gli abissi filosofici affrontati con successo in passato, ad esempio nel capolavoro “L’uomo che non c’era”, al quale il protagonista di “A serious man” assomiglia molto. Anche lui infatti è un uomo inetto, che ad un certo punto viene abbandonato dalla moglie, ma la novità introdotta dai Coen in questa pellicola è la presenza della religione (il protagonista è un insegnante di matematica dalla vita retta e regolare, che vive con la famiglia nella comunità ebraica di una cittadina di provincia degli Stati Uniti durante la fine degli anni ’60); ed anche in questo film vengono affrontate con umorismo le implicazioni filosofiche della meccanica quantistica.
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Dopo la leggera e riuscitissima pausa di “Burn after reading” i fratelli Coen tornano a progetti più ambiziosi e complessi, scegliendo di misurarsi di nuovo con gli abissi filosofici affrontati con successo in passato, ad esempio nel capolavoro “L’uomo che non c’era”, al quale il protagonista di “A serious man” assomiglia molto. Anche lui infatti è un uomo inetto, che ad un certo punto viene abbandonato dalla moglie, ma la novità introdotta dai Coen in questa pellicola è la presenza della religione (il protagonista è un insegnante di matematica dalla vita retta e regolare, che vive con la famiglia nella comunità ebraica di una cittadina di provincia degli Stati Uniti durante la fine degli anni ’60); ed anche in questo film vengono affrontate con umorismo le implicazioni filosofiche della meccanica quantistica. Incorniciato fra un prologo ed un epilogo fra i più inquietanti e spiazzanti della loro filmografia, il film ci racconta le tragicomiche vicissitudini di un uomo al quale vengono progressivamente a mancare le certezze sulle quali basava la propria vita ed il radicale fallimento del suo tentativo di decifrare la realtà attraverso l’aiuto cercato nelle istituzioni religiose. La comicità, a differenza che in “Burn after reading”, è molto sottile e se si ride, si ride a denti stretti. La Morte viene spesso evocata e la sua ombra si staglia come un marchio all’inizio ed alla fine del film. Impreziosito da una straordinaria colonna sonora, che prende a prestito anche le bellissime musiche dei Jefferson Airplain, il film è una delle opere più complesse ed affascinanti dei fratelli Coen, che non mancherà di far riflettere gli spettatori più attenti e che merita di essere vista e rivista più volte.
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eta beta
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mercoledì 16 dicembre 2009
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dal libro di giobbe
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"La vita dell'uomo genera pene, come le scintille volano in alto". Così si lamenta Giobbe, l'uomo retto che fu posto alla prova per saggiarne la fede.
E di Giobbe il protagonista pare avere la pazienza. Subisce i colpi dell'avversa fortuna senza maledire il nome del signore e cercando anzi il messaggio che Egli gli manda. Come il rabbino del prologo, pugnalato in cambio della sua Mitzvah (buona azione), non si adira, ma si allontana mesto senza maledire e senza vendicarsi.
Tuttavia questo personaggio causa malessere.
Al protagonista manca, del personaggio biblico, la fede consapevole che lo fa forte e che permetterebbe un canale di simpatia tra lui e lo spettatore. Più mite che paziente, e più imbelle che mite, il nostro subisce senza capire e la sua fondamentale inconsapevolezza trasforma in uno sprovveduto quello che altrimenti potrebbe essere un santo.
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"La vita dell'uomo genera pene, come le scintille volano in alto". Così si lamenta Giobbe, l'uomo retto che fu posto alla prova per saggiarne la fede.
E di Giobbe il protagonista pare avere la pazienza. Subisce i colpi dell'avversa fortuna senza maledire il nome del signore e cercando anzi il messaggio che Egli gli manda. Come il rabbino del prologo, pugnalato in cambio della sua Mitzvah (buona azione), non si adira, ma si allontana mesto senza maledire e senza vendicarsi.
Tuttavia questo personaggio causa malessere.
Al protagonista manca, del personaggio biblico, la fede consapevole che lo fa forte e che permetterebbe un canale di simpatia tra lui e lo spettatore. Più mite che paziente, e più imbelle che mite, il nostro subisce senza capire e la sua fondamentale inconsapevolezza trasforma in uno sprovveduto quello che altrimenti potrebbe essere un santo. In questi termini, il film dei Coen appare o malriuscito o empio.
D'altra parte, alla allibita dabbenaggine del protagonista fa da contorno una vera corte dei miracoli di personaggi non tanto cattivi quanto egoisti, assenti e incuranti, ciascuno chiuso nel suo mondo personale e incapace di carità e di ascolto.
In questo contesto privo di redenzione la sola virtù possibile sembrerebbe la pazienza (ed è nota l'importanza della pazienza nella cultura ebraica europea); ma sfortunatamente il protagonista non ha il livello di maturità necessario per elaborare la realtà e non può che perdersi (e lo spettatore con lui) in un deserto etico.
Tuttavia, nel suo ambiguo nichilismo, il film è fondamentalmente falso. Il livello di inerzia del protagonista non è credibile; i personaggi laterali sono esasperati nella loro caratterizzazione, fino a livelli non più accettabili; le vicende narrate più che surreali, sono inverosimili. E alla fine la mancanza del transfert tra spettatore e personaggio porta al sostanziale distacco dalla narazione, e al rifiuto che ne discende.
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(di anna ferrari)
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musicante
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mercoledì 9 dicembre 2009
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i meandri del destino
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La storia di una vita qualunque è la storia di "A serious man".Sarebbe una storia semplice e leggera,una commedia come tante,se non fosse per il fatto che i registi sono i fratelli Cohen,e quindi non stiamo parlando della solita "americanata",ma di un altro film capolavoro dei due fratelli.Come tutti i grandi film, anche questo lo possiamo scarnificare andandolo a vagliare su vari livelli.Il primo è sicuramente quello didascalico,perchè si parte col raccontare la vita impegnata di un professore di fisica che altro non fa' che svolgere il suo ruolo all'interno della societa' il piu' degnamente possibile;solo la moglie ha poca considerazione di lui,e infatti la parte nodale del film è il divorzio chiesto dalla moglie e gli infiniti intoppi che il nostro professore si vede ad affrontare,sia a livello familiare che a livello scolastico.
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La storia di una vita qualunque è la storia di "A serious man".Sarebbe una storia semplice e leggera,una commedia come tante,se non fosse per il fatto che i registi sono i fratelli Cohen,e quindi non stiamo parlando della solita "americanata",ma di un altro film capolavoro dei due fratelli.Come tutti i grandi film, anche questo lo possiamo scarnificare andandolo a vagliare su vari livelli.Il primo è sicuramente quello didascalico,perchè si parte col raccontare la vita impegnata di un professore di fisica che altro non fa' che svolgere il suo ruolo all'interno della societa' il piu' degnamente possibile;solo la moglie ha poca considerazione di lui,e infatti la parte nodale del film è il divorzio chiesto dalla moglie e gli infiniti intoppi che il nostro professore si vede ad affrontare,sia a livello familiare che a livello scolastico.Un profondo "horror vacui" si impadronira' col tempo dello stesso e la sua ossessione sara' pensare cosa aver sbagliato e perchè la moglie cerca e trova ,in un uomo piuttosto goffo e falsamente biasimante,l'"uomo serio" che lui non è.E arriviamo subito al doppio livello cultural-religioso,perchè la moglie vuole sposarsi con rito ebraico cosi' come con lo stesso rito vuole divorziare(infatti entrambi i coniugi sono ebrei).Lo studio che i Cohen hanno fatto presso una comunita' ebrea rendono la loro opera anche molto acculturante per certi aspetti e forse piu' difficilmente fruibile in certi tratti,quando i riti sono esemplificati davanti agli occhi dello spettatore.L'ultimo livello è quello piu' interessante,e cioè il risultato finale dell'opera,la continua ricerca di se stessi e lo straniamento,l'insoddisfazione e a volte la sofferenza che ogni essere umano prova davanti all'imprevedibilita' del labirinto della vita e di cio' che succede.E' lo stesso straniamento che provera' lo spettatore al termine dell'ultima scena,dove sara' lui stesso a decidere quale sara' la conclusione migliore,sara' lo spettatore a decidere quale sara' la fine migliore della vita di un altro:cosa che non puo' certo decidere riguardo alla vita propria...anche per questo il film è un capolavoro.
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tommynini
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giovedì 7 gennaio 2010
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psicanalisi dei fratelli coen
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straordinaria introspezione psicologica sull'uomo dei fratelli coen,la vicenda ambientata negli anni 60 nella societa' ebraica non ha nulla di contingente,i veri protagonisti sono gli uomini,i loro pensieri,i contatti umani,le vicende che ci riguardano tutti.rimanderei a chaplin ed al suo omino con i baffi. e' inutile ricercare una trama che non c'e', il film deve essere visto nell'ottica delle metafore sulla vita ,sulla religione e sulla fede che nulla ha a che vedere con gli ecclesiastici di qualunque credo.e' un film difficile ,ironico,introspettivo in cui tutti ci identifichiamo.da vedere con attenzione ,in particolare bisogna ascoltare le musiche che alternano antiche cantilene yiddish a brani stupendi di musica rock.
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straordinaria introspezione psicologica sull'uomo dei fratelli coen,la vicenda ambientata negli anni 60 nella societa' ebraica non ha nulla di contingente,i veri protagonisti sono gli uomini,i loro pensieri,i contatti umani,le vicende che ci riguardano tutti.rimanderei a chaplin ed al suo omino con i baffi. e' inutile ricercare una trama che non c'e', il film deve essere visto nell'ottica delle metafore sulla vita ,sulla religione e sulla fede che nulla ha a che vedere con gli ecclesiastici di qualunque credo.e' un film difficile ,ironico,introspettivo in cui tutti ci identifichiamo.da vedere con attenzione ,in particolare bisogna ascoltare le musiche che alternano antiche cantilene yiddish a brani stupendi di musica rock.magistrale la ripartizione scenica sulla visita ai tre rabbini.ambientazione,costumi,interni perfetti.attori eccezionali,se non e' un paese per vecchi era un bellissimo film questo e' un capolavoro tragico adatto solo ad anime sensibili.
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sabato 2 gennaio 2010
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serious coen
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A SERIOUS MAN , nuovo film dei fratelli coen, racconta di un uomo ebreo, che in poco tempo rischia di perdere tutto: moglie,lavoro, casa, salute, rapporto con i propri figli, amicizie.
in breve Larry Gopnik professore di fisica, perde l'equilibrio e decide di ritrovarlo attraverso i consigli di tre rabbini.
ma,diverse traversie ostacolerranno il percorso di Larry per tornare ad essere "un mensch", un uomo serioso.
il tutto e' condito da humor nero, che sicuramente non porta lo spettatore a sbellicarsi dalle risate, ma riesce a far divertire e riflettere.
la capacita' dei coen di lasciare ampio spazio di veduta allo spettatore per decifrare il messaggio del film e' ineguagliabile. il finale geniale ne è l'ennesima conferma.
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A SERIOUS MAN , nuovo film dei fratelli coen, racconta di un uomo ebreo, che in poco tempo rischia di perdere tutto: moglie,lavoro, casa, salute, rapporto con i propri figli, amicizie.
in breve Larry Gopnik professore di fisica, perde l'equilibrio e decide di ritrovarlo attraverso i consigli di tre rabbini.
ma,diverse traversie ostacolerranno il percorso di Larry per tornare ad essere "un mensch", un uomo serioso.
il tutto e' condito da humor nero, che sicuramente non porta lo spettatore a sbellicarsi dalle risate, ma riesce a far divertire e riflettere.
la capacita' dei coen di lasciare ampio spazio di veduta allo spettatore per decifrare il messaggio del film e' ineguagliabile. il finale geniale ne è l'ennesima conferma.
una sorta di opera alla woody allen(per le citazioni bibliche,il rapporto tra Dio e uomo), incentrata pero' invece che nella frenetica new york, nella tranquilla terra del mid west.
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g. romagna
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martedì 23 marzo 2010
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a serious man
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Larry, precario professore ebreo di matematica, si ritrova coinvolto, alle soglie del Bar Mitzvah del figlio adolescente (incallito fumatore di marijuana), in una serie man mano sempre più insormontabile di sventure: la tentata corruzione da parte di uno studente orientale, gli assilli di un’azienda che lo sollecita a pagare per prodotti da lui mai ordinati, il fratello disadattato che vive con lui e viene arrestato poichè gioca illegalmente d’azzardo e, infine, la moglie che, senza preavviso alcuno, decide di lasciarlo, con un divorzio rituale secondo il culto ebraico, per andare a vivere con un vecchio conoscente di famiglia. Ironia della sorte, la donna decide che, per mantenere il quieto vivere dentro casa di Larry, sia proprio lui a doversene andare per lasciare spazio al nuovo compagno.
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Larry, precario professore ebreo di matematica, si ritrova coinvolto, alle soglie del Bar Mitzvah del figlio adolescente (incallito fumatore di marijuana), in una serie man mano sempre più insormontabile di sventure: la tentata corruzione da parte di uno studente orientale, gli assilli di un’azienda che lo sollecita a pagare per prodotti da lui mai ordinati, il fratello disadattato che vive con lui e viene arrestato poichè gioca illegalmente d’azzardo e, infine, la moglie che, senza preavviso alcuno, decide di lasciarlo, con un divorzio rituale secondo il culto ebraico, per andare a vivere con un vecchio conoscente di famiglia. Ironia della sorte, la donna decide che, per mantenere il quieto vivere dentro casa di Larry, sia proprio lui a doversene andare per lasciare spazio al nuovo compagno. Le spese legali per il fratello e per la causa di divorzio dissanguano le tasche del poveretto. In aggiunta a ciò, egli resta vittima di un incidente automobilistico in cui la sua macchina viene sfasciata. Nello stesso momento il medesimo evento accade anche al compagno della moglie, il quale muore sul colpo. Anche le spese per il suo funerale debbono essere pagate da Larry. Poco dopo la celebrazione del Bar Mitzvah, due ulteriori cicloni rischiano di abbattersi su di lui: uno reale, meteorologico, e l’altro metaforico, con un’allarmante telefonata… Ironico, geniale ed assurdo in pieno stile coeniano, A Serious Man è un film che rappresenta, con tragicomico cinismo, l’odissea senza apparente via d’uscita di un uomo ordinario, il tipico protagonista dei lavori dei due fratelli. A ciò si associa una visione satirica dei tradizionali rituali ebraici, chiaramente percepiti come anacronistici in rapporto alla dimensione odierna e, in particolare, ai personaggi che se ne fanno promotori (che il discorso sia traslabile anche ad altri tipi di culto?): di classe, tra le altre, le immagini che mettono in scena il Bar Mitzvah visto dagli occhi del ragazzino protagonista straimbottito di marijuana. La netta duplicità di sentimenti che l’opera mette in moto è notevole: se, da un lato, è impossibile non sorridere delle sventure che capitano al protagonista (e del suo modo, così goffamente passivo, di farvi fronte), dall’altro non può non angosciare la visione di una così crudele spirale del fato che avvolge la sua inerme ed innocente vittima. Perlomeno, ne L’Uomo Che Non C’era, l’anonimo protagonista precipitava in un pozzo di sventure dopo essersi mosso in maniera truffaldina; qui l’accanimento è invece apparentemente inspiegabile e coglie un uomo che nulla di nulla ha fatto per meritarselo. Rapportandolo all’appena citato film, A Serious Man appare forse leggermente inferiore e mancante di quel quid capace di renderlo un vero e proprio capolavoro, tuttavia lo si può certamente qualificare al rango di fatica di pregevole fattura e acutissima genialità, come ogni opera coeniana che si rispetti.
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the_end
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venerdì 8 gennaio 2010
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doppia chiave di lettura
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È sempre un piacere – dopo aver visto un film del genere - fare quello sforzo creativo per trovare le parole giuste, all’altezza, per recensirlo. Il compito è assai arduo, ma vale la pena tentare.
Ebbene, “A serious man” è la storia di Larry, un professore di fisica assalito da avvenimenti sfavorevoli che si espandono a macchia d’olio anche sulle persone che gli sono vicine, quasi come se fosse perseguitato da una maledizione.
Larry reagisce come un “uomo serio” a ciò che gli accade, resta quasi passivo. Questo atteggiamento malinconico e rassegnato del protagonista strappa spesso delle risate al pubblico. Il lavoro dei registi in tal senso è magistrale. Il loro umorismo quasi riesce a mascherare una critica sociale un po’ satirica un po’ incerta.
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È sempre un piacere – dopo aver visto un film del genere - fare quello sforzo creativo per trovare le parole giuste, all’altezza, per recensirlo. Il compito è assai arduo, ma vale la pena tentare.
Ebbene, “A serious man” è la storia di Larry, un professore di fisica assalito da avvenimenti sfavorevoli che si espandono a macchia d’olio anche sulle persone che gli sono vicine, quasi come se fosse perseguitato da una maledizione.
Larry reagisce come un “uomo serio” a ciò che gli accade, resta quasi passivo. Questo atteggiamento malinconico e rassegnato del protagonista strappa spesso delle risate al pubblico. Il lavoro dei registi in tal senso è magistrale. Il loro umorismo quasi riesce a mascherare una critica sociale un po’ satirica un po’ incerta.
È soltanto per mezzo dei sogni di cui è vittima, che il protagonista può reagire all’incertezza dell’esistenza. È nella dimensione onirica che egli può dare sfogo alle proprie fantasie: sessuali con la vicina, violente da parte dei vicini-non-ebrei nonché di Sy Ableman (amico di famiglia amante della moglie), di liberazione dal peso del fratello con cui divide la stanza d’albergo. La religione è impotente di fronte all’incertezza degli eventi. Un rabbino troppo giovane da prendere seriamente, un altro che racconta a tutti la stessa storiella inutile e, infine, il capo rabbino che è troppo impegnato ad ascoltare musica rock appena scoperta. L’aneddoto all’inizio del film, che fa pensare all’irragionevolezza della superstizione come sintomo di ignoranza se guardata con razionalità, è da collegare alla visione della religione che il film suggerisce. È forse per questo che Larry non è per nulla eccitato da quello che dovrebbe essere un grande evento (Bar mitzvah di Danny).
Allora cosa conta nella vita se non la tanto radicata religione? Beh, quello che risponderebbero la maggior parte delle persone della società secolarizzata: la salute, l’amore ed i beni materiali. Tutte cose, comunque, dominate dall’incertezza. Se per la prima bisogna aspettare il finale, l’amore viene presto drammatizzato come incontrollabile. Judith, moglie del protagonista, si innamora di Sy Ableman, rimasto vedovo da non molto (non abbastanza) tempo. Larry preferisce credere sua moglie quando afferma di non aver con l’uomo di cui è innamorata, ma è proprio durante un sogno che trapela la consapevolezza che l’adulterio si sia consumato. Sy lo obbliga ad andare a vivere in un Motel e tenta con immotivata cattiveria di diffamarlo affinché non ottenga la cattedra di professore; cattedra molto desiderata da Larry visti i problemi economici: il fratello è disoccupato, il figlio fa debiti per fumare spinelli, la figlia (che somiglia ad Ugly Betty) è ossessionata dall’aspetto e desidera un intervento di rinoplastica. Come se non bastasse, uno studente tenta di corromperlo per ottenere la sufficienza in fisica come se fosse del tutto normale, arrivando addirittura a minacciare di denunciarlo se non accontentato. Il professore, messo alle strette, cede al ricatto. A questo punto c’è il raggio di sole che trafigge Larry prima di sera: nonostante i tentativi di diffamazione di Sy, un suo collega pettegolo gli rivela che ha ottenuto la cattedra.
In definitiva, si tratta di un film valido: non esprime il massimo della filmografia Coen ma si presta senza dubbio ad una visione piacevole e divertente in superficie e malinconica ed impegnata in profondità. Quale chiave di lettura far prevalere…spetta a voi!
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