Dopo L'uomo che non c'era , ecco l'uomo che non ha mai fatto niente. Larry è un professore di matematica che non ha scritto nessun saggio , ma attende una promozione. E' un moralista che non ha mai peccato, ma che accusano con lettere anonime. E' un uomo serio, un marito fedele , ma quando il caos entra nella sua vita lo precipita in un buco nero. Non serve domandarsi il senso di tutto, non ci sono risposte. Ne da parte dei rabbini , ne da parte di Dio , e neanche la matematica , che unica ci può spiegare la relatività di tutto , gli viene in aiuto. La ruota del destino, il cerchio della vita , che simbolicamente i Coen , da Mister Hula Hop a L'uomo che non c'era , fanno ruotare metafisicamente attraverso oggetti del quotidiano, qui è simboleggiata dal cerchio dell'auricolare del figlio di Larry, che apre il film dopo il prologo e sembra lo chiuda nel finale.
Larry come Lebosky si fa trascinare dagli eventi e rimane in apnea per tutto il film. Quando riprende respiro e pare che tutto finalmente torni a ruotare per il meglio, Dio chiede il sacrificio, come con Giobbe sulla montagna, rappresentato nel quadro appeso nella stanza del grande rabbino.
I Coen riescono a farci sorridere per tutto il film , ma ci lasciano con l'amaro in bocca.
Davvero quando speriamo in un piatto di minestra e in un pò di caldo, rischiamo di venire uccisi da false verità?
Benvengano comunque i fratelli Coen che usano la loro arte per raccontarci con verità la vita.
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joker79
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mercoledì 9 dicembre 2009
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speriamo non sia tutta così...la vita
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Il caso governa completamente il film e l'uomo ne rimane schiacciato.Nella vita esistono inumerevoli variabili che spesso condizionano i comportamenti e le azioni. Qui ogni bracciata per tenersi a galla è inutile.Speriamo che la vita non sia proprio così!!!!:-)
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elisa c.
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venerdì 11 dicembre 2009
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è questione di prospettive...
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Sono d'accordo su tutto quanto ha scritto Elena, ciò che secondo me è vistosamente rimarcato nel film, non è tanto il pessimismo totale dell'esistere, del sopravvivere alla catena di sventure immeritate, non è neanche esortazione a smuoversi dal torpore quotidiano, ma semplicemente "vivi come ti senti, aspettandoti l'impossibile in ogni istante, senza arrovellarti su tanti perché, semmai sforzati di vedere i diversi punti di vista, sì pronto a leggere il cambiamento anche da un'altra prospettiva".Una visione non basta, è un film prodigo di non banali spunti riflessivi e riferimenti culturali, ben dosati, da assaporare anche nel post-visione.Chi si aspetta un film d'azione ha sbagliato film, chiaro che poi si addormenta, soprattutto dopo essersi mangiato una mastella di pop corn.
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Sono d'accordo su tutto quanto ha scritto Elena, ciò che secondo me è vistosamente rimarcato nel film, non è tanto il pessimismo totale dell'esistere, del sopravvivere alla catena di sventure immeritate, non è neanche esortazione a smuoversi dal torpore quotidiano, ma semplicemente "vivi come ti senti, aspettandoti l'impossibile in ogni istante, senza arrovellarti su tanti perché, semmai sforzati di vedere i diversi punti di vista, sì pronto a leggere il cambiamento anche da un'altra prospettiva".Una visione non basta, è un film prodigo di non banali spunti riflessivi e riferimenti culturali, ben dosati, da assaporare anche nel post-visione.Chi si aspetta un film d'azione ha sbagliato film, chiaro che poi si addormenta, soprattutto dopo essersi mangiato una mastella di pop corn.Elisa C.
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