domenico argondizzo
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lunedì 25 maggio 2009
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the millionaire
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La scatola luminosa è presa in considerazione solo come oggetto che crea fenomeni sintetizzabili come evasione/acquiescenza alla realtà, analoghi a tutte le latitudini ed in tutti i ceti.
Il centro della scena è una realtà sociale tanto cruda quanto non rara. Il registro narrativo è quello della favola, che non guasta stilisticamente.
Un fratello sceglie la via del successo attraverso la forza, l’altro vive seguendo i suoi sentimenti. A volte accade che la bontà possa essere ricompensata.
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pierrot
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lunedì 25 maggio 2009
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ottimo
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Da vedere!! e comprare la colonna sonora che è un capolavoro!!
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giacomo j.k.
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martedì 19 maggio 2009
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la scalata
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Mumbay, 2006. Jamal Malik è arrestato dalla polizia. L’accusa: essere riuscito ad arrivare a rispondere alla penultima domanda del popolare quiz televisivo “Chi vuol essere milionario?”. Jamal, infatti, è un diciottenne proveniente dalle bidonville della città: come ha fatto lui a riuscire lì dove schiere di medici, avvocati e menti illuminate hanno fallito? La risposta è semplice, tanto da apparire inverosimile: la sapienza di Jamal non è quella di un avvocato, né di un laureato. Essa è la conoscenza amplissima di chi da sempre si è trovato costretto a convivere con la durezza della vita, di chi ha fatto mille e più esperienze, di una persona che – nonostante tutte le avversità – ha sempre saputo tenere fissi i propri obiettivi: l’integrità e l’amore.
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Mumbay, 2006. Jamal Malik è arrestato dalla polizia. L’accusa: essere riuscito ad arrivare a rispondere alla penultima domanda del popolare quiz televisivo “Chi vuol essere milionario?”. Jamal, infatti, è un diciottenne proveniente dalle bidonville della città: come ha fatto lui a riuscire lì dove schiere di medici, avvocati e menti illuminate hanno fallito? La risposta è semplice, tanto da apparire inverosimile: la sapienza di Jamal non è quella di un avvocato, né di un laureato. Essa è la conoscenza amplissima di chi da sempre si è trovato costretto a convivere con la durezza della vita, di chi ha fatto mille e più esperienze, di una persona che – nonostante tutte le avversità – ha sempre saputo tenere fissi i propri obiettivi: l’integrità e l’amore. Da un lato, l’amore fraterno “non corrisposto” (o sì?) verso Salim, fratello maggiore dai tratti dispotici, il tipico antieroe, il ritratto speculare di Jamal, colui che si è lasciato corrompere dalla società in cui vive. Dall’altro lato, l’amore devoto e profondo verso Latina, bambina e ragazza degli slum e infine donna a servizio del boss malavitoso della zona. Se decide di partecipare al quiz, come dice esplicitamente, è solo perché “sapeva che lei l’avrebbe guardato”. Qualcuno potrebbe dire che la vita gli ha tolto tutto; Jamal pensa solo che la vita gli ha dato molto, nel bene e nel male, e che tutto ciò che ha acquisito è prezioso. Se riuscirà a vincere il quiz, sarà solo perché avrà saputo sfruttare tutto il suo bagaglio empirico-emozionale, tutte le sue piccole vittorie e le sue grandi sconfitte, come piedistallo su cui salire, come una montagna da scalare. Una montagna che, come si vede nel film, è davvero immensa, e che gli permetterà di arrivare là dove nessuno era ancora giunto.
Probabilmente non è un film da otto Oscar, ma da tre (fotografia, montaggio e colonna sonora). Gli altri sono forse da imputare alla mania degli Americani verso il sogno del riscatto sociale; resta comunque il fatto che Slumdog Millionaire - “Il pezzente milionario”, “tradotto” (e banalizzato) in “italiano” con The Millionaire - è una storia forte, romantica, a tratti forse monotona, un ritratto dell’India di oggi, con tutti i suoi fortissimi contrasti colti dalle audaci/sagaci inquadrature da Oscar del direttore della fotografia Anthony Dod Mantle e un film splendidamente interpretato da ogni componente del giovanissimo cast, che sa trovare la sua forza proprio negli esordienti e in volti semisconosciuti.
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sarapor
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venerdì 15 maggio 2009
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finding the answer
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Slumdog Millionaire
The British Academy Awards gave me a clear indication of my next-to-watch-film. Watching movies, going to the theatre and to the cinema are a great passion of mine. I deeply believe that apart from entertainment, movies can be a useful tool to learn and mature. Movies take me to another world, another life, another culture. Making me feel part of the story, movies tickle my emotions giving me a boost for the real thing: life itself. The cinema can be a magnificent classroom, giving me a chance to see different characters with different lives and learning from the way they act towards their situations.
I usually crave to watch a film, but the problem normally is that I don’t know which is the best one! Watching the Oscars on E Entertainment helped me decide which film to choose.
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Slumdog Millionaire
The British Academy Awards gave me a clear indication of my next-to-watch-film. Watching movies, going to the theatre and to the cinema are a great passion of mine. I deeply believe that apart from entertainment, movies can be a useful tool to learn and mature. Movies take me to another world, another life, another culture. Making me feel part of the story, movies tickle my emotions giving me a boost for the real thing: life itself. The cinema can be a magnificent classroom, giving me a chance to see different characters with different lives and learning from the way they act towards their situations.
I usually crave to watch a film, but the problem normally is that I don’t know which is the best one! Watching the Oscars on E Entertainment helped me decide which film to choose. This was the film: Slumdog Millionaire. Having ten nominations and winning 8 Oscars was more than enough to convince me.
This film plunged me in a new, unknown culture: The Indian Culture. Danny Boyle, the director, chooses the heart wrenching tale of an impoverished teenager appearing on the Indian version of ‘Who Wants To Be A Millionaire?’ To be honest at the beginning, the story was a bit confusing but then everything quickly fell into its place and it was clear to understand. This technique reflects the great ability of a director who taps in the creativity of the audience to create suspense and arouse curiosity.
Jamal, a slum kid, has everything he ever loved taken away from him, only to try with everything that he has to regain his true love and gain more than he could ever hope. His circumstances, belief and destiny all intertwined and brought him to where he is. This film shows the world of the hardships that are common in India and the mystique and fantasy that is also present in this sub continent. The movie has frequent flashbacks in order to give Jamal the opportunity to find his answers in his past. The rich and multicolored Indian culture left a permanent impression on me and made me more conscious of the diversity that exists in the world.
‘Slumdog Millionaire’ is a truly inspirational movie with great values and a story that kept me at the edge of my seat at all times. I could almost feel myself running, jumping and soaring through the streets along with the kids.
At the end of the film with tears rolling down my cheek, the first word that came out of my mouth was “WOW”. ‘Slumdog Millionaire’ really showed me that you don’t have to be a genius to succeed in life. The most important thing is to learn from your experiences. The answer lies in your whole being, you as a person with all your past and experiences, you as a person in the present, with a future still unforeseen.
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pakypaky
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domenica 3 maggio 2009
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un film che divide...
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Ho visto commenti discordanti sul film... me l'ha prestato un'amica che mi ha detto "bellissimo..."; noto che è un film normale, con belle ambientazioni ma con l'assurdo di fondo che nella vita tutto è destino... io sono convinto che non è così...o per lo meno non del tutto!
[+] assolutamente d'accordo
(di andrea d)
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georgia
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venerdì 1 maggio 2009
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bellissimo
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mi è piaciuto davvero tantissimo
bello, bella la struttura del film con il parallelismo tra le realtà, bella l'idea, bello il ritmo, belle le riprese e le ambientazioni, bella la storia.
e bravi gli attori, anche i bambini.
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valentina82
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giovedì 30 aprile 2009
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bello bello bello
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Semplicemente bellissimo...senza parole. Puàò sembrare banale in alcuni tratti ma è una storia che copntiene tutto: orrore, sgomento, cattiveria, bellezza, colori, musiche, felicità, entusiasmo...tutto! complimeni alla regiae anke agli attori...bello bello bello
P.s. può anche nn piacere ma bisogna vederlo
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atticus
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mercoledì 29 aprile 2009
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bel film, ma non tanto da ricevere ben 8 oscar!
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Il film di Danny Boyle è bello e appassionante, a volte un pò ripetitivo, ma averceli più spesso film così. Detto questo mi sembrano assolutamente esagerati gli 8 oscar assegnati, specialmente quello alla regia di Boyle, per niente nuova e anzi molto stile videoclip vorticoso. è certo il suo stile, ma chi ha visto Milk di Van Sant potrà ben capire il mio dissenso!
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liuk©
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mercoledì 29 aprile 2009
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sopravvalutato
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Pellicola normalissima, plot banale e discreta recitazione. Niente di più. L'Oscar è stato voluto dare "per forza" a Bollywood, probabilmente per motivi politici o commerciali. La pellicola si presta a raccoglierlo in quanto girata sicuramente in stile americano, ma deluderà il grande pubblico.
[+] un film girato per il grande pubblico
(di toro89)
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lunetta
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sabato 25 aprile 2009
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meno male che non vivo in india!
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Il titolo è polemico, naturalmente. Ma il quadro che emerge da questo film dell'India fa davvero inorridire: miseria, violenza. crudeltà più o meno gratutite,invidia, odio, schiavismo, stragi s sfondo religioso. Inperdonabile l'errore di traduzione:"arrivano i musulmani e uccidono tutti". Erano gli indù che uccidevano i musulmani, ma nella nostra ottica post 11 settembre viene preferita questa versione, anche se falsa. L'unico "buono" del film è il ragazzo, protagonista, una specie di martire isolato, l'eccezione che conferma la regola. Dopo una vita fatta solo di sofferenze ed umiliazioni, un percorso ad ostacoli in mezzo al male assoluto, ne esce vincitore (mi ricorda i polpettoni dell'800 tipo Remì, etc)vince un sacco di soldi, riscatta la sua "principessa", una figura femminile patetica e senza partcolari meriti, oltre quello di aver aspettato, ridotta in schiavitù, che un principe senza macchia e senza paura, con un sacco di soldi, naturalmente, la liberasse dal suo padrone cattivo.
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Il titolo è polemico, naturalmente. Ma il quadro che emerge da questo film dell'India fa davvero inorridire: miseria, violenza. crudeltà più o meno gratutite,invidia, odio, schiavismo, stragi s sfondo religioso. Inperdonabile l'errore di traduzione:"arrivano i musulmani e uccidono tutti". Erano gli indù che uccidevano i musulmani, ma nella nostra ottica post 11 settembre viene preferita questa versione, anche se falsa. L'unico "buono" del film è il ragazzo, protagonista, una specie di martire isolato, l'eccezione che conferma la regola. Dopo una vita fatta solo di sofferenze ed umiliazioni, un percorso ad ostacoli in mezzo al male assoluto, ne esce vincitore (mi ricorda i polpettoni dell'800 tipo Remì, etc)vince un sacco di soldi, riscatta la sua "principessa", una figura femminile patetica e senza partcolari meriti, oltre quello di aver aspettato, ridotta in schiavitù, che un principe senza macchia e senza paura, con un sacco di soldi, naturalmente, la liberasse dal suo padrone cattivo.
Ma esistono veramente i prncipi senza macchia, neanche un minuscolo puntino??
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(di valentina82)
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