Recensire The millionaire è un arduo compito quanto un’esigenza irresistibile per chi esce dal cinema. Il film abbraccia talmente tanti temi e li affronta con la potenza di un mix stilistico che coinvolge e commuove, non solo nel culmine melodrammatico del lieto fine, ma soprattutto durante tutta la sua durata, e sicuramente il merito di questo va dato ai bravissimi quanto giovanissimi interpreti ma soprattutto al regista, Danny Boyle, a cui si deve un approccio a contenuti più che mai importanti da rivoluzione cinematografica.
La prima ora è infatti assolutamente straordinaria, ed è essa a toccare lo spettatore più che al cuore, al cervello, allo stomaco. Jamal e Malik ne passano di tutti i colori, attraversano la povertà, gli scontri religiosi, gli abusi, ma tutto questo non ci viene raccontato con un’ asfissiante carica drammatica che angosci lo spettatore, bensì con un mix di cultura pop, dettata da inquadrature e stacchi quasi da videoclip scandite dal ritmo irrefrenabile della musica indiana che ci catapulta nella realtà dei due giovani moschettieri facendoci vivere le loro difficoltà e il loro mondo integralmente e toccandoci forse ancor di più, rammentandoci attraverso questa “narrazione moderna” che tutto quello che stiamo vedendo esiste davvero, mentre noi lo stiamo osservando comodamente sul divano dal nostro “mondo civilizzato”. Si può parlare quasi di moderno neorealismo da parte di Danny Boyle, non si può infatti non pensare ai giovani ladruncoli della Mamma Roma pasoliniana che fuggono per aver arrabattato qualche spicciolo alla meno peggio per le vie di una capitale demolita dalla guerra, quando ci scorrono davanti i piccoli Jamal e Salim che se la danno a gambe inseguiti da un poliziotto facendoci da guida turistica per la loro Mumbai disastrata.
Solo verso la fine, in cui ci si avvicina al lieto fine la melodrammaticità boolliwoodiana si mostra in tutta la sua forza, ma solo in funzione di una storia che ha espresso già la sua verità e che merita un finale da classico batticuore.
E’ sicuramente il film di Jamal, che incarna appieno i valori dell’eroe, che non si rassegna, e che insegue il suo amore incurante delle difficoltà masticando spesso amaro. Già, masticando amaro perché la figura di Jamal non funge che da specchio per raccontare un mondo in cui le difficoltà spesso sopraffanno anche l’eroe che non può far altro che incassare e andare avanti. E il piccolo Jamal incassa fino alla fine, incassa il tradimento di suo fratello Salim che lo allontana dall’amore della sua vita per una mano lasciata, gliela restituisce per poi sottrargliela di nuovo puntandogli una colt alla fronte. E’ infatti lui l’anti- eroe della storia, non i violenti boss a cui il giovane protagonista deve arrendersi. Egli rappresenta in toto l’uomo che piuttosto che essere sopraffatto dal male che lo circonda ne diventa parte integrante a costo anche di rinnegare un amico del quale però non riesce a fare a meno, prima ospitandolo a casa propria, e poi restituendogli la sua Latika a costo della vita, in un sacrificio che ha la vita come prezzo di redenzione. Il nostro eroe incassa anche i colpi dell’infastidito presentatore che egocentricamente non accetta che il giovane gli rubi la scena, facendolo arrestare dopo che con l’unica arma che Jamal ha superato il suo tranello della risposta sbagliata con le uniche armi che ha avuto a disposizione per tutta la vita: l’istinto, la sincerità, il cuore.
Jamal è lì, su quella sedia, le domande non sono altro che il suo passato che gli bussa alla porta per l’ultima volta prima di lasciarlo libero, il gioco non è altro che una corsa disperata non per l’impossibilità di vincere, ma come ultima occasione per ritrovare Latika, che ormai è lontana, quasi perduta.
The Millionaire è un film impegnato che racconta gli orrori e i paradossi di un mondo che è vicino a noi, e ce li racconta con un trasporto pop- melodrammatico che ci tengono con gli occhi puntati sullo schermo, e attraverso una favola che ci ricorda che sognare non costa nulla. Dire però che questo film sia una favola sarebbe la più triste menzogna che le nostre orecchie disilluse possano mai udire, basta guardare i piccoli protagonisti del film sul red carpet in perfetto smoking alla notte degli Oscar trionfare su star e film multimilionari, basta guardare i loro parenti accatastati davanti l’unica televisione presente nella loro baraccopoli a Mumbai. Basta guardarli, e vi renderete conto che il loro volto, i loro occhi, sono gli stessi di quelli di Jamal Malik, lo Slamdog Millionaire.
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