aldo
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mercoledì 4 marzo 2009
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oscar per la regia, ma la morale...
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Ci si prepara a vedere il film con grandi aspettative, ovviamente anche a seguito dell'oscar. Inizio particolare, con le violenze della polizia, con tanto di annegamento nel "WC" tipo trainspotting. Temi interessanti ed avvincenti che si pensa vengano approfonditi portando ad un finale rivoluzionario, oppure di grande denuncia e tutto il resto che dovrebbe seguirne. Invece no! non ho trovato approfondimento ma tanti spunti, anzi pretesti per portare ad un finale totalmente ordinario, con retrogusto irritante, dove, dopo tutte le traversie durate circa un ventennio (l'età dei protagonisti) che, alla fine, non solo vivono felici e contenti, ma anche ricchi. Quindi, infanzia nell'immondizia, occhi strappati e bruciati, prostituzione minorile, omicidio della madre (da parte di musulmani, che sono cattivi per esserlo, non c'è propio storia, sti musulmani sono cattivi sempre e ovunque, e senza motivo, almeno secondo l'autore), violenza, abusi di potere; conclusione? non tutti i mali vengono per nuocere, se si vuole cambiare vita, basta andare in televisione, partecipare ad un bel programmino, vincere tanti soldi e risolvi tutti i mali dell'umanità.
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Ci si prepara a vedere il film con grandi aspettative, ovviamente anche a seguito dell'oscar. Inizio particolare, con le violenze della polizia, con tanto di annegamento nel "WC" tipo trainspotting. Temi interessanti ed avvincenti che si pensa vengano approfonditi portando ad un finale rivoluzionario, oppure di grande denuncia e tutto il resto che dovrebbe seguirne. Invece no! non ho trovato approfondimento ma tanti spunti, anzi pretesti per portare ad un finale totalmente ordinario, con retrogusto irritante, dove, dopo tutte le traversie durate circa un ventennio (l'età dei protagonisti) che, alla fine, non solo vivono felici e contenti, ma anche ricchi. Quindi, infanzia nell'immondizia, occhi strappati e bruciati, prostituzione minorile, omicidio della madre (da parte di musulmani, che sono cattivi per esserlo, non c'è propio storia, sti musulmani sono cattivi sempre e ovunque, e senza motivo, almeno secondo l'autore), violenza, abusi di potere; conclusione? non tutti i mali vengono per nuocere, se si vuole cambiare vita, basta andare in televisione, partecipare ad un bel programmino, vincere tanti soldi e risolvi tutti i mali dell'umanità. Grazie Danny Boyle! non ci avevo proprio pensato. Alle volte basta così poco!
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(di sofia)
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carlo
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mercoledì 4 marzo 2009
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capolavoro
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ho trovato il film una vera opera d'arte. Un notevole equilibrio tra immagini, movimenti, colori, scene di vita quotidiana e MUSICA.Il regista è stato un Grande artista, un magnifico direttore d'orchestra che ha saputo dosare personaggi, situazioni, circostanze, tempi anche storici, calati in una situazione attualissima qual'è il gioco del milionario.Ha saputo con grande maestria e respiro, dosare l'insieme tutto del film. Lasciamo stare i tempi di 15/20 minuti della risposta finale del quiz, guardiamo il film in una ottica più ampia che lo abbracci nel suo insieme e non soffermiamoci in modo limitato a cose che non tolgono niente al film stesso.
[+] perfetto
(di cristina)
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pelo
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martedì 3 marzo 2009
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ma come hanno fatto a prenderlo???
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E' un'ottimo film.. ma mi chiedo: come è riuscito ad arrivare a giocare a "Chi vuol essere milionario"? Faranno bene delle selezioni accurate prima... lui mi dava l'idea di un ragazzo totalmente ignorante...
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paolo
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martedì 3 marzo 2009
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che esperienza!
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Bellissimo, non mi aspettavo di emozionarmi così tanto! La regia, il montaggio, la fotografia, la colonna sonora, i colori, il ritmo travolgente, hanno fatto di questo film (per me) un'esperienza sensoriale straordinaria! Lo rivedrei subito! Questo è cinema!
[+] d'accordo, ma non x rivederlo!
(di mdgrazia)
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viola
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lunedì 2 marzo 2009
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questo fim coi suoi oscar
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denota la decadenza del cinema mondiale..e quelli che danno 4 o 5 stelle sono un pubblico educato ai Vanzina...e togliendo il pecoreccio .. assuefatti a favole al limite del demenziale.
[+] non toccarmi i vanzina !!!
(di marvelman)
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francesco90
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domenica 1 marzo 2009
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una piccola rivoluzione cinematografica...
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Recensire The millionaire è un arduo compito quanto un’esigenza irresistibile per chi esce dal cinema. Il film abbraccia talmente tanti temi e li affronta con la potenza di un mix stilistico che coinvolge e commuove, non solo nel culmine melodrammatico del lieto fine, ma soprattutto durante tutta la sua durata, e sicuramente il merito di questo va dato ai bravissimi quanto giovanissimi interpreti ma soprattutto al regista, Danny Boyle, a cui si deve un approccio a contenuti più che mai importanti da rivoluzione cinematografica.
La prima ora è infatti assolutamente straordinaria, ed è essa a toccare lo spettatore più che al cuore, al cervello, allo stomaco. Jamal e Malik ne passano di tutti i colori, attraversano la povertà, gli scontri religiosi, gli abusi, ma tutto questo non ci viene raccontato con un’ asfissiante carica drammatica che angosci lo spettatore, bensì con un mix di cultura pop, dettata da inquadrature e stacchi quasi da videoclip scandite dal ritmo irrefrenabile della musica indiana che ci catapulta nella realtà dei due giovani moschettieri facendoci vivere le loro difficoltà e il loro mondo integralmente e toccandoci forse ancor di più, rammentandoci attraverso questa “narrazione moderna” che tutto quello che stiamo vedendo esiste davvero, mentre noi lo stiamo osservando comodamente sul divano dal nostro “mondo civilizzato”.
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Recensire The millionaire è un arduo compito quanto un’esigenza irresistibile per chi esce dal cinema. Il film abbraccia talmente tanti temi e li affronta con la potenza di un mix stilistico che coinvolge e commuove, non solo nel culmine melodrammatico del lieto fine, ma soprattutto durante tutta la sua durata, e sicuramente il merito di questo va dato ai bravissimi quanto giovanissimi interpreti ma soprattutto al regista, Danny Boyle, a cui si deve un approccio a contenuti più che mai importanti da rivoluzione cinematografica.
La prima ora è infatti assolutamente straordinaria, ed è essa a toccare lo spettatore più che al cuore, al cervello, allo stomaco. Jamal e Malik ne passano di tutti i colori, attraversano la povertà, gli scontri religiosi, gli abusi, ma tutto questo non ci viene raccontato con un’ asfissiante carica drammatica che angosci lo spettatore, bensì con un mix di cultura pop, dettata da inquadrature e stacchi quasi da videoclip scandite dal ritmo irrefrenabile della musica indiana che ci catapulta nella realtà dei due giovani moschettieri facendoci vivere le loro difficoltà e il loro mondo integralmente e toccandoci forse ancor di più, rammentandoci attraverso questa “narrazione moderna” che tutto quello che stiamo vedendo esiste davvero, mentre noi lo stiamo osservando comodamente sul divano dal nostro “mondo civilizzato”. Si può parlare quasi di moderno neorealismo da parte di Danny Boyle, non si può infatti non pensare ai giovani ladruncoli della Mamma Roma pasoliniana che fuggono per aver arrabattato qualche spicciolo alla meno peggio per le vie di una capitale demolita dalla guerra, quando ci scorrono davanti i piccoli Jamal e Salim che se la danno a gambe inseguiti da un poliziotto facendoci da guida turistica per la loro Mumbai disastrata.
Solo verso la fine, in cui ci si avvicina al lieto fine la melodrammaticità boolliwoodiana si mostra in tutta la sua forza, ma solo in funzione di una storia che ha espresso già la sua verità e che merita un finale da classico batticuore.
E’ sicuramente il film di Jamal, che incarna appieno i valori dell’eroe, che non si rassegna, e che insegue il suo amore incurante delle difficoltà masticando spesso amaro. Già, masticando amaro perché la figura di Jamal non funge che da specchio per raccontare un mondo in cui le difficoltà spesso sopraffanno anche l’eroe che non può far altro che incassare e andare avanti. E il piccolo Jamal incassa fino alla fine, incassa il tradimento di suo fratello Salim che lo allontana dall’amore della sua vita per una mano lasciata, gliela restituisce per poi sottrargliela di nuovo puntandogli una colt alla fronte. E’ infatti lui l’anti- eroe della storia, non i violenti boss a cui il giovane protagonista deve arrendersi. Egli rappresenta in toto l’uomo che piuttosto che essere sopraffatto dal male che lo circonda ne diventa parte integrante a costo anche di rinnegare un amico del quale però non riesce a fare a meno, prima ospitandolo a casa propria, e poi restituendogli la sua Latika a costo della vita, in un sacrificio che ha la vita come prezzo di redenzione. Il nostro eroe incassa anche i colpi dell’infastidito presentatore che egocentricamente non accetta che il giovane gli rubi la scena, facendolo arrestare dopo che con l’unica arma che Jamal ha superato il suo tranello della risposta sbagliata con le uniche armi che ha avuto a disposizione per tutta la vita: l’istinto, la sincerità, il cuore.
Jamal è lì, su quella sedia, le domande non sono altro che il suo passato che gli bussa alla porta per l’ultima volta prima di lasciarlo libero, il gioco non è altro che una corsa disperata non per l’impossibilità di vincere, ma come ultima occasione per ritrovare Latika, che ormai è lontana, quasi perduta.
The Millionaire è un film impegnato che racconta gli orrori e i paradossi di un mondo che è vicino a noi, e ce li racconta con un trasporto pop- melodrammatico che ci tengono con gli occhi puntati sullo schermo, e attraverso una favola che ci ricorda che sognare non costa nulla. Dire però che questo film sia una favola sarebbe la più triste menzogna che le nostre orecchie disilluse possano mai udire, basta guardare i piccoli protagonisti del film sul red carpet in perfetto smoking alla notte degli Oscar trionfare su star e film multimilionari, basta guardare i loro parenti accatastati davanti l’unica televisione presente nella loro baraccopoli a Mumbai. Basta guardarli, e vi renderete conto che il loro volto, i loro occhi, sono gli stessi di quelli di Jamal Malik, lo Slamdog Millionaire.
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benjamin button
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domenica 1 marzo 2009
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brutto
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francesco
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domenica 1 marzo 2009
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la sapienza viene da dio.
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L'unica strada possibile del protagonista per andare avanti è stata quella di essere stato sincero dall'inizio alla fine della sua vita.
La via,la verità e la vita.
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(di oscar)
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dylan dog
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sabato 28 febbraio 2009
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da vedere e rivedere!
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Devo essere sincero. Rimasi deluso nel sapere che Danny Boyle sarebbe tornat al cinema con The Millionaire, invece che col seguito di Trainspotting. Dal mio regista preferito mi aspettavo, anzi pretendevo quel film. Devo però dire che, guardando questo suo ultimo film, non posso che rimanere piacevolmente sorpreso da questa stupenda pellicola da veder e rivedere più volte. Il vero volto dell?india è in questo film, a tratti commedia, a tratti drammatico. Danny Boyle è, a mio parere, uno dei migliori registi viventi. Aspettando una sua prossima prova non perdetevi questo film made in India che ha battuto qualsiasi altra produzione hollywoodiana agli Oscar 2009. Vai Danny, facci ancora sognare!!!
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angela50
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venerdì 27 febbraio 2009
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bello ma non da premio oscar
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Ho visto quasi tutti i film che erano in competizione agli oscar e sinceramente Il Curioso Caso di Benjamin Button lo trovo molto più interessante sia a livello di regia che come storia. L'unica cosa certa è che le spese sono state contenute e che hanno fatto vedere una parte della miseria di quei luoghi... ma vedere le miserie a cui sono sottoposti i bambini ce ne sono tanti di luoghi incluso L'Afghanistan.
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