deniserost
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martedì 25 febbraio 2014
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chiunque può essere milionario
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Ambientato nelle "baraccopoli" dell'India, insegna che l'amore trionfa e la forza di volontà è più forte di qualsiasi cosa grazie alla strana storia di 2 fratelli e una ragazza a loro aggregata. Film scorrevole e mai noioso Boyle ancora una volta non delude, attori molto bravi, colonna sonora e sceneggiatura ottimi!!
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jacopo b98
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martedì 7 gennaio 2014
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eccellente melodramma d'autore!
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A Mumbai, in India, Jamal (Patel) concorre al gioco Chi vuol essere milionario, un quiz televisivo del genere L’eredità. Tutte le risposte alle sono nella sua vita. Arrivato all’ultima domanda il conduttore (Kapoor) lo farà arrestare per il sospetto che abbia ingannato. Un poliziotto lo interroga e capisce la sincerità del ragazzo. Lo rimanda al quiz dove vince venti milioni di rupie. Scritto da Simon Beaufoy e diretto dall’inglese Boyle (vi ricordate l’allucinante Trainspotting?) è una coproduzione anglo-indiana a basso costo. Girato interamente in ambienti reali senza mai ricorrere ai set hollywoodiani, ha il suo valore, oltre nella bella storia di fratellanza e amore, più che altro nel ritratto di un India in pieno cambiamento: come dice Salim (Mittal): L’India ora è l’ombelico del mondo e io sono nel centro del centro.
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A Mumbai, in India, Jamal (Patel) concorre al gioco Chi vuol essere milionario, un quiz televisivo del genere L’eredità. Tutte le risposte alle sono nella sua vita. Arrivato all’ultima domanda il conduttore (Kapoor) lo farà arrestare per il sospetto che abbia ingannato. Un poliziotto lo interroga e capisce la sincerità del ragazzo. Lo rimanda al quiz dove vince venti milioni di rupie. Scritto da Simon Beaufoy e diretto dall’inglese Boyle (vi ricordate l’allucinante Trainspotting?) è una coproduzione anglo-indiana a basso costo. Girato interamente in ambienti reali senza mai ricorrere ai set hollywoodiani, ha il suo valore, oltre nella bella storia di fratellanza e amore, più che altro nel ritratto di un India in pieno cambiamento: come dice Salim (Mittal): L’India ora è l’ombelico del mondo e io sono nel centro del centro. Ma è allo stesso tempo il ritratto di una paese sempre più occidentale ma ancora ricco di contraddizioni: guerre religiose, torture da parte della polizia, corruzione, violenza, sfruttamento minorile. E perciò uno dei migliori film sull’India senza essere un film indiano. Interpretato da un cast di soli attori indiani a noi praticamente sconosciuti ha comunque fatto emergere alcune giovani stelle: Patel (lo si rivede nell’anglo-indiano Marigold Hotel di John Madden), Irrfan Khan (che nel 2012 sarà tra i protagonisti di Vita di Pi di Ang Lee) e la Pinto (che sta attualmente lavorando per il nuovo film di Terrence Malick: riusciremo a vederla o verrà massacrata dai leggendari tagli del regista). Non è un film musical ma più che in altri film la colonna sonora, di Allah Racka Rahman, è importante. Trionfo al botteghino e l’Academy si inchina e premia il film con otto Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura non originale (dal romanzo di Vikas Swarup), fotografia (Anthony Dod Mantle), montaggio, sonoro, colonna sonora e canzone.
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break
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sabato 22 settembre 2012
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la rivincita di jamal
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Io parto dal presupposto che gli oscar non significano niente, perciò sono immune da quelle che sono le aspettative di chi giudica un film in base a quanti premi oscar ha vinto. Io mi limito a commentare The Millionaire per ciò che ho visto e mi ha trasmesso.
The Millionaire è una storia d'amore; con un lieto fine che accontenta il pubblico di massa. Ma non è solo questo. E' anche un riflessione dell'India, dalle barracopoli ai contesti "milionari" di Mumbai.
La tecnica scelta da Boyle per costruire il film è ottima; ad ogni domanda del Gerry Scotti indiano il protagonista torna nel suo doloroso passato in cerca della risposta.
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Io parto dal presupposto che gli oscar non significano niente, perciò sono immune da quelle che sono le aspettative di chi giudica un film in base a quanti premi oscar ha vinto. Io mi limito a commentare The Millionaire per ciò che ho visto e mi ha trasmesso.
The Millionaire è una storia d'amore; con un lieto fine che accontenta il pubblico di massa. Ma non è solo questo. E' anche un riflessione dell'India, dalle barracopoli ai contesti "milionari" di Mumbai.
La tecnica scelta da Boyle per costruire il film è ottima; ad ogni domanda del Gerry Scotti indiano il protagonista torna nel suo doloroso passato in cerca della risposta.
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il_marco
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domenica 17 giugno 2012
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l'ulisse indiano da pezzente a milionario
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Non per soldi ma per amore. Boyle mette in scena una romantica storia d'amore, platonica e sentimentale tra Jamal e Latika, due ragazzi costretti a vivere nella povertà delle baraccopoli indiane, separati da bambini e infine riuniti grazie a un famoso gioco televisivo. La tecnica di Boyle, in seguito usata al massimo potenziale in 127 ore, è rivoluzionaria e mai sperimentata, trasportandoci in prima persona in quell'India sporca e criminale che è dei poveri, costretti a viveri di stenti nelle baraccoli. Le inquadrature in primo piano soffocano e turbano, mentre tra i vicoli stretti e bui ci rendono completamente partecipi dell'azione, al punto che sembra pure a noi di scappare con loro.
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Non per soldi ma per amore. Boyle mette in scena una romantica storia d'amore, platonica e sentimentale tra Jamal e Latika, due ragazzi costretti a vivere nella povertà delle baraccopoli indiane, separati da bambini e infine riuniti grazie a un famoso gioco televisivo. La tecnica di Boyle, in seguito usata al massimo potenziale in 127 ore, è rivoluzionaria e mai sperimentata, trasportandoci in prima persona in quell'India sporca e criminale che è dei poveri, costretti a viveri di stenti nelle baraccoli. Le inquadrature in primo piano soffocano e turbano, mentre tra i vicoli stretti e bui ci rendono completamente partecipi dell'azione, al punto che sembra pure a noi di scappare con loro. Nel frattempo Jamal e fratello crescono e attraversano l'intera India in treno, vivono di furti e piccole truffe, arrivando persino a rubare le scarpe dei turisti al Tahj Mahal. L'unico obbiettivo di Jamal è poter rivedere la piccola Latika, mentre per il fratello, dall'evidente carattere scontroso e ribelle, l'unico obiettivo è il potere e il rispetto, ottenuto anche tramite l'omicidio. Il film oscilla tra la più cruda realtà che effettivamente è l'India e il buonismo e irritanti coincidenze tipiche delle commedie all'americana, al punto da assumere caratteristiche di melodramma (vedi l'incontro da adulti tra Jamal e Latika reso però magistralmente con superbi giochi di riflessi). In ogni caso è inutile negare il conivolgimento emotivo che trasmette questa pellicola, che a volte appare superficiale, ma al tempo stesso è molto profonda e tocca le corde del cuore (vedi la scena del bambino accecato). Questo film è tutto: un tributo al cinema bollywoodiano, una critica alla povertà e alla corruzione, un viaggio per la speranza, un tributo all'amore, quello puro e più vero. E' difficile concludere la visione e non sentirsi di buon umore, assaporando con soddisfazione il ballo finale tipico del cinema indiano, che agli occhi di un "cinefilo occidentale" può apparire quasi grottesco. Il vero successo artistico è stato il magnifico intreccio tra componente visiva e sonora, grazie a una colonna sonora, non da professionisti, ma che si combina perfettamente con le scene girate. E' forse troppo buonista si, ma ogni tanto ci vuole. 5 stelle sono troppe, ma quattro le merita pienamente. Otto Oscar vinti, di cui quattro meritati: Regia, Montaggio, Colonna sonora e sonoro. Quello per miglior film era inevitabile, basti ricordare quali altri erano candidati...
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tiamaster
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domenica 5 febbraio 2012
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bello ma....
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Slumdog millionaire è sicuramente un film valido,ben realizzato in tutti gli aspetti ma....nel 2008 non era nemmeno VAGAMENTE ai livelli del curioso caso di benjamin button e sopratutto del cavaliere oscuro.Insomma,il cavaliere oscuro aveva un antagonista da pelle d'oca,una fotografia magnifica,un gusto dark incredibilmente affascinante e il curioso caso di benjamin button era molto più profondo....insomma...the millionaire è un buon film ma TERRIBILMENTE sopravvalutato....nel 2008 c'erano un sacco di film che meritavano molto di più i suoi oscar....piccoli errori del accademy.......in complesso un buon film,discretamente realizzato...
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alex_23
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venerdì 5 agosto 2011
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8 oscar??
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Follia! Nel 2009 meritavano molto di più il curioso caso di BJ e il Cavaliere oscuro, soprattutto per la fotografia di quest'ultimo!
Io l'ho trovato carino ma eccessivamente banale! Da com'era cominciato sembrava serio e riflesssivo.. da metà in poi è la fiera della banalità!
Gente che si perde e si ritrova a casaccio dopo anni ed anni, una serie di coincidenze incredibili, happy end finale inevitabile. Mah.
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pjmix
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sabato 12 febbraio 2011
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senza gerry scotti
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la scalata al milione è dura e si vede; Jamal deve ripercorrere l'intera vita per cercare di afferrarlo. Forse non ottimo, ma sicuramente un bel film, interessante, riflessivo e coinvolgente. Sicuramente consigliato!
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picassa
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martedì 5 ottobre 2010
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a distanza di tempo è banalotto
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dopo averne tanto sentito parlare e sapere che ha pure vinto tanti oscar, chissà cosa mi aspettavo...
e invece mi sono divertita ma di difetti ce ne sono così tanti che sembra un filmettino disney
[+] idem
(di alex_23)
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teo '93
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lunedì 27 settembre 2010
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l'india di boyle tra fiabe e macchinosità
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Storia con risvolti tipicamente fiabeschi, ma che non manca di elementi sconcertanti e dolorosi. “The Millionaire” è la commovente allegoria di un riscatto, simbolo dell’amore più profondo che sovrasta l’odio e la corruzione, dell’amicizia più sincera che prevarica sull’egoismo e sulla sopraffazione. Se tuttavia guardiamo ben oltre l’atmosfera incalzante e il coinvolgimento iniziale, ci accorgiamo di quanto in realtà si sentano un po’ troppo, dietro ciascun personaggio, i fili di una manipolazione perbenista e zuccherosa. Più che un film originale e intelligente può essere analizzato, infatti, come una parabola imbastita con prevedibilità, stilizzazione e frenesia colorita ma sfilacciata. La regia di Boyle è vivace, ma nel suo incedere per continui flash-back ed ellissi temporali è irreparabilmente macchinosa.
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Storia con risvolti tipicamente fiabeschi, ma che non manca di elementi sconcertanti e dolorosi. “The Millionaire” è la commovente allegoria di un riscatto, simbolo dell’amore più profondo che sovrasta l’odio e la corruzione, dell’amicizia più sincera che prevarica sull’egoismo e sulla sopraffazione. Se tuttavia guardiamo ben oltre l’atmosfera incalzante e il coinvolgimento iniziale, ci accorgiamo di quanto in realtà si sentano un po’ troppo, dietro ciascun personaggio, i fili di una manipolazione perbenista e zuccherosa. Più che un film originale e intelligente può essere analizzato, infatti, come una parabola imbastita con prevedibilità, stilizzazione e frenesia colorita ma sfilacciata. La regia di Boyle è vivace, ma nel suo incedere per continui flash-back ed ellissi temporali è irreparabilmente macchinosa. Inaspettata delusione.
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freccia alata
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domenica 15 agosto 2010
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bellissimoo
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Uno dei film più belli che abbia mai visto...
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