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Le ombre rosse: Citto Maselli spiega il cambio del titolo e la sua visione della sinistra

Il regista vince il Premio Bianchi.
di Marlen Vazzoler

La sinistra di Maselli
Flavio Parenti (45 anni) 19 maggio 1979, Parigi (Francia) - Toro. Interpreta David nel film di Francesco Maselli Le ombre rosse.

giovedì 3 settembre 2009 - Incontri

La sinistra di Maselli
Oggi pomeriggio in Sala Grande è stato premiato il regista di Le ombre rosse, Citto Maselli, con il premio Pietro Bianchi dal sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici.
La pellicola racconta di un intellettuale di fama mondiale che, colpito dal fermento che anima un centro sociale, ha un'idea rivoluzionaria: che da questi luoghi giovanili così vitali possano svilupparsi delle realtà socialmente e culturalmente innovative. Ma il fermento viene stravolto dalla sinistra.

Questa storia ha cambiato identità, nome di battesimo
Francesco Maselli: Si ha cambiato il nome di battesimo. Il dramma è che sono sinistramente noto per una fase di edizione del film, di sincronizzazione, di montaggio lunghissime che ho imparato dal produttore Franco Cristaldo che addirittura considerava che dodici mesi erano poco per l'edizione di un film. Inizialmente si sarebbe dovuto chiamare 'Il fuoco e la cenere', titolo scelto dal produttore Riccardo Bolognese, con cui ho deciso di fare un film su quello che ci premeva di più: fare un film sulla sinistra di oggi. Ma il titolo ci faceva venire i brividi. Poi abbiamo pensato ad 'Anni luce', tratto da una frase del film, mi piaceva ma poi Caterina D'Amico all'ultimo minuto, prima della preparazione del materiale stampa, ha proposto il titolo Ombre Rosse, che ho trovato geniale e l'ho trovato subito un riferimento a quel grande film di Ford, che è Ombre Rosse. Questo tentativo di realizzare una rmetafora sulla sinistra che ho cercato di mettere a punto, non riguarda solo la sinistra italiana, ma anche un'emozione.

Questo film che pone una serie di domande. Com'è stato lavorare con Citto?
Roberto Herlitzka: Premetto che non ho nulla in comune con il personaggio. Non sono un grande intellettuale, non ho nessun genere di potere politico o intellettuale, e non mi sono nmai appassionato di politica anche se ho le mie idee anche se non così estreme. L'importante è capire quali sono le caratteristiche del personaggio che possono esserci dentro di me. Penso che tutto sia veramente partito da Maselli, la sua esperienza ci ha pervasi, una folla di persone che poi per avventura erano anche dei giovani. Lui ci ha trasmesso quello che voleva dire, anche se noi non sappiamo ancora bene in cosa consistesse.

Flavio, come ti sei avvicinato a questo copione?
Flavio Parenti: Dal punto di vista lavorativo la cosa più interessante è questa sensazione che non sei in un'opera fissa, sei in qualche cosa in movimento che si adegua alla persona che sta facendo l'attore. Penso che sia una fortuna per un attore essere in questo film in questo preciso momento politico.

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