Titolo originale | Dreamgirls |
Anno | 2006 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 131 minuti |
Regia di | Bill Condon |
Attori | Jamie Foxx, Beyoncé Knowles, Jennifer Hudson, Keith Robinson, Eddie Murphy John Krasinski, Danny Glover, Anika Noni Rose, Sharon Leal, Hinton Battle, Mariah Iman Wilson, Yvette Cason, Ken Page, Michael-Leon Wooley, Loretta Devine, John Lithgow, Alexander Folk, Esther Scott, Bobby Slayton, Dawnn Lewis. |
Uscita | venerdì 26 gennaio 2007 |
Distribuzione | Universal Pictures |
MYmonetro | 2,99 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 febbraio 2020
Trasposizione cinematografica di un musical di successo ispirato alle Supremes, il gruppo femminile di Detroit capitanato da Diana Ross che negli anni '60 divenne il maggiore successo della Motown. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto 2 Premi Oscar, 5 candidature e vinto 3 Golden Globes, 7 candidature e vinto 4 Critics Choice Award, 3 candidature e vinto 2 SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Dreamgirls ha incassato 534 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Deena Jones, Effie Melody White e Michelle Morris sono tre cantanti che sognano di diventare famose. Con il loro gruppo, The Dreamettes, cercano di farsi notare alla gara annuale per giovani dilettanti di talento. Non vincono, ma grazie a Curtis Taylor Jr. - un venditore di auto con il fiuto per gli affari e uno spiccato senso musicale - si ritrovano a cantare come coriste di James 'Thunder' Early, pioniere dell'r & b. Il resto è storia (vera).
Perché Dreamgirls è la trasposizione cinematografica di un musical di successo ispirato alle Supremes, il gruppo femminile di Detroit capitanato da Diana Ross che negli anni '60 divenne il maggiore successo della Motown. A metà tra Ray e Saranno famosi, il film di Bill Condon (Demoni e Dei, Kinsey) snocciola in poco più di due ore una carriera durata quasi vent'anni intrecciando film e musical, vicende vere - romanzate - e personaggi fittizi ricavati dal profilo di gente che ha contribuito a lanciare nuovi talenti nell'affollato mondo dello spettacolo.
Lo stile narrativo adornato dalle luci di scena, le musiche e i costumi - questi ultimi a tracciare magnificamente lo scorrere del tempo - si inceppa solamente quando subentra il musical, totalmente superfluo considerato l'alto contenuto di canzoni cantate dal vivo. I brani portanti, intensi quanto pomposi, eseguiti dalla pur brava Jennifer Hudson - al suo esordio sul grande schermo - hanno senso se messi in scena sul palco di un teatro di Broadway, ma al cinema (in Italia, in America l'innesto funziona perché è là che nasce questo tipo di spettacolo) finiscono per rendere faticosa e al limite del sostenibile la visione della pellicola. Il pregio di Dreamgirls sta nell'interpretazione di Beyoncé Knowles, così a suo agio nei panni di una cantante r & b - neanche fosse stata la leader delle Destiny's Child e avesse recentemente intrapreso la carriera solistica - e così incredibilmente somigliante a Diana Ross; di Jamie Foxx nella parte del manager ambizioso e infame; di Eddie Murphy che abbandona la comicità per interpretare con stile un ruolo drammatico. Tre "stelle" splendenti.
Davvero un bel film questo Dreamgirls! Finalmente il tema del sogno da realizzare è proposta in maniera decente, non cavolate tipo Ballare Per Un Sogno o l'infinita serie di vari Honey e Step Up (scusate, piuttosto guardatevi video hip hop su YouTube, invece di sorbirvi ore e ore di trame ripetitive e noiose, basate tutte su dei balletti esattamente ugali tra loro: cha barba!).
Vera protagonista del film, così come nel musical da cui deriva, é la Black Music nelle sue componenti: R&B, Soul, Funk. I riferimenti alle "storie" delle Supremes e alla Motown Records ( con fra l'altro un falso cameo di un giovanissimo Michael Jackson già famoso nei Jackson Five) ci sono ma fanno da sfondo, così come appena accennate sono le [...] Vai alla recensione »
Concilia meravigliosamente bene il sonno, pesante come un macigno, lungo e senza cambio di passo com'è! Molto molto brava Jennifer Hudson, a onor del vero mi è piaciuta più di Beyoncè. Unica lieta sorpresa.
A tre anni dal furbo e sopravvalutato Chicago, ecco finalmente un vero musical. Un film in cui non contano la confezione e il glamour ma le performance degli interpreti. Un mélo musicale più cantato che ballato dove però è la macchina da presa stessa a danzare, come negli anni d'oro. E il tono, il ritmo, l'ebbrezza, non sono imposti a posteriori da un montaggio frenetico come accadeva appunto in quell'abile [...] Vai alla recensione »
Da un musical che 25 anni fa restò a Broadway per quattro stagioni è ricavato il musical Dreamgirls, candidato all'Oscar per molti premi minori, che sarebbe tuttavia poco interessante se non ripercorresse la storia Anni Sessanta del Detroit Sound, di Diana Ross, della Motown Records, la prima casa discografica afroamericana che riuscì a conquistare il pubblico bianco mescolando musica nera e bianca, [...] Vai alla recensione »
Eddie Murphy è Dio. I fedeli lo hanno sempre saputo, nonostante il diretto interessato abbia inanellato un filmaccio dietro l'altro senza alcuna vergogna. Eppure in ognuno di essi c'era almeno un barlume di genio attoriale. Un cenno di vita che confermava una verità evidente e semplicissima: Eddie Murphy è Dio. E ora il buon Eddie sembra si sia finalmente passato una mano per la coscienza (come si [...] Vai alla recensione »
L'effetto è un po' démodé, ma è anche l'aspetto più vincente di Dreamgirls. Il musical di Bill Condon, dallo spettacolo di Broadway di Tom Eyen e Henry Krieger, rigetta apertamente le contaminazioni alla Moulin Rouge, e rinuncia perfino all'impianto postmoderno claustrofobico di Chicago. È un film chiaro e tondo, Dreamgirls, limpidissimo nella propria traiettoria ascendente-discendente-ascendente e [...] Vai alla recensione »
Non è dichiarato ma sullo sfondo del film Dreamgirls, oltre che un musical di successo (questo sì dichiarato), c'è la vera storia del gruppo musicale femminile delle Supremes che nella Detroit degli anni 60, capeggiato da Diana Ross, fu il maggior successo dell'etichetta discografica Motown. Il film a sua volta ha almeno parzialmente l'andatura di un musical, nel senso che i passaggi cantati e le canzoni [...] Vai alla recensione »
Neri per caso. Fino a Dreamgirls così potevamo definire il ruolo di attori e tematiche di colore all'interno del musical, sempre marginali o al massimo comprimari di storie meticcie. Del non eccelso regista e sceneggiatore Bill Condon ricordavamo a malapena l'interessante Kinsey; la sua popolarità si doveva allo script del sopravvalutato Chicago, banalotto e artificioso.
John Waters diceva che gli anni ottanta sono stati un decennio formidabile, non come si crede, perché qualunque brufoloso ragazzino bianco delle periferie ha desiderato di essere nero come Michael Jackson e gay come Boy George. Giusto. E questa è un po' la versione blockbuster del celebre detto. Sulla storia, molto romanzata, di Diane Ross e delle irresistibili Supremes, il trio che sconvolse il [...] Vai alla recensione »
Ecco il sogno americano vissuto dalla gente di colore, con motivazioni che superano quelle di chi non è stato strappato dalle sue radici. La musica è il contributo culturale degli afroamericani alla nuova società, nella quale entrano a far parte di diritto dopo anni vissuti da separati in casa. Dreamgirls è una commedia musicale che ha trionfato per venticinque anni nei teatri americani.
Lo spettacolo, prima di tutto: meravigliose canzoni, coriste brave come primedonne, smoking luccicanti, vestitini anni Sessanta fucsia, smeraldo e pesca, che dopo un po' diventano abiti lunghi con chili di paillettes (alla fine spunta qualche casacca da figli dei fiori). Subito dopo i retroscena: lacrime, gelosie, sacrifici, dispetti e tradimenti che avvelenano ogni scalata a ogni successo.
Si dice che una grande star sia capace di "far venire giù il teatro". Ma prima di aver visto (e sentito) la finalista di American idol Jennifer Hudson in questa versione cinematografica del musical del 1981, non mi ricordo di aver mai temuto tanto per la stabilità di una sala cinematografica. Con una stella così, un film non ha bisogno di molto altro.
Detroit inizio anni Sessanta. Curtis (Jamie Foxx) un aspirante manager discografico è spettatore di un qualsiasi concorso canoro. Ma non sono qualsiasi tre ragazze di colore (le Dreamettes) che cantano e zampottano sul palcoscenico. Curtis, che ha l'occhio lungo, le nota. Però la cosa sembra finire lì. Qualche tempo dopo, Curtis ascolta una canzone che non gli è nuova (per forza, era nel repertorio [...] Vai alla recensione »
Mentre andiamo in stampa si staranno facendo le candidature per gli Oscar e Dreamgirls sarà certo plurinominato per l'altissima professionalità della messa in scena e l'accurata mappatura scenografica e costumistica della musica nera americana dagli anni 60 agli 80. Da B. B. King ai Jackson Five, passando (senza nominarla, ma è per convenzione) per Diana Ross e le Supremes.
Vincitore di tre Golden Globe (miglior musical, Eddie Murphy e la cantante Jennifer Hudson) ricalcato sullo show di Mike Bennett (A Chorus Line). Dreamgirls è un viaggio a Detroit dall'esplosione della soul-music alla nascita della disco, attraverso le vicende di un trio femminile stile Supremes e del loro cinico manager (Jamie Foxx}. Con un grande Eddie Murphy (tra Marvin Gaye e James Brown): peccato [...] Vai alla recensione »
A Hollywood piace Cenerentola e Jennifer Hudson, protagonista di Dreamgirls e ora candidata all'Oscar, incarna perfettamente la fiaba. Ecco la sua storia: cantava in uno spettacolino della Disney, è approdata al reality American Idol, sorta di Corrida all'americana, non ha neppure vinto, ma due anni dopo è stata ingaggiata per la parte di Effie White in Dreamgirls, il musical ispirato alla storia delle [...] Vai alla recensione »
In Italia il musical dell'epoca d'oro, che va dalla fine degli anni Venti alla metà dei Cinquanta, non ha mai mobilitato le folle. È andata meglio ai film tratti dai grandi successi di Broadway che, in epoche più recenti, puntavano sull'originalità dei soggetti, la frenesia del montaggio e la personalità degli interpreti (da Cabaret a All That Jazz, da La febbre del sabato sera a Flashdance) abrogando [...] Vai alla recensione »