Dreamgirls

Il trio che ha spopolato negli anni ’60 e ’70, antesignano di quel fenomeno conosciuto come “black power”. Sì, perchè le promettenti fanciulle di colore hanno mosso i primi passi come coriste e sono diventate in breve tempo un successo discografico senza precedenti. Discriminazione razziale sui palcoscenici di Detroit ed emancipazione femminile appena agli inizi visto che bisogna uscire di nascosto alla mamma per potersi esibire ai concorsi radiofonici, eppure un manager dalla vista lunga (Jamie Foxx) le ingaggia per un artista di successo (Eddie Murphy bravissimo nella parte del cantante Jimmie Early) salvo ricavarci milioni di dollari. Potere del denaro se il gruppo si spezza per continuare la propria strada con una sostituta, ma il destino le farà incontrare per un’ultima apparizione televisiva. Tratto da un successo teatrale –a Broodway ha raccolto consensi unanimi- ed ispirato alla vera storia del gruppo Supremes, “Dreamgirls” è un musical che alterna canzoni melense al rithm & blues, mentre le battaglie pacifiste e la guerra del Vietnam infuriano sui notiziari della sera. Il regista newyorkese Bill Condon dirige in maniera impeccabile tre artiste dalla voce straordinaria affidando a Beyoncè il ruolo di prima cantante; lotta tra titani perché il resto del gruppo se la cava benissimo dimostrando doti canterine fuori dal comune. Intanto Jamie Foxx e Danny Glover si scannano facendosi le scarpe per l’ingaggio più alto, s’intravede la nascita dei Jackson Five che fanno le prime apparizioni televisive; coreografia curatissima e musiche da brividi, il gruppo improvvisa duetti raccontando tradimenti e problemi discografici, proprio quando la parola sogno appare ad ogni piè sospinto. Bravissime le protagoniste -Beyoncè Knowles, Anika Noni Rose e Jennifer Hudson che ruba la scena persino all’ex leader delle Destiny Child’s-, notevoli le voci maschili –Eddie Murphy e Jamie Foxx che aveva già interpretato Ray Charles in “Ray”- e straordinaria la colonna sonora di questo film che ha già conquistato tre Golden Globe. Chissà se farà incetta di premi anche all’Academy Awards: nel passato gli Oscar hanno premiato “Chicago” e “Moulin Rouge”, gli americani sono sensibili ai musical e stavolta Bill Condon può sperare di portare a casa qualche statuetta. Antonello Villani (Salerno)