Anno | 2005 |
Genere | Erotico |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Tinto Brass |
Attori | Anna Jimskaya, Riccardo Marino, Max Parodi, Nela Lucic . |
MYmonetro | 1,57 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Lei, lui e l'altro. Una giovane moglie insoddisfatta confessa al diario i falli del marito e le esorbitanze dell'amante. E' il nuovo film di Tinto Brass, girato bene e senza grosse novità sul fronte dei temi trattati. Umido. In Italia al Box Office Monamour ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 979 e 786 nel primo weekend.
CONSIGLIATO NO
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La storia è nota: lei, Marta, è la giovane e naturalmente insoddisfatta sposa di Dario, lui, piccolo editore milanese, molto rampante in società, poco efficiente a letto; l'altro, Leon, è francese e poi disegnatore, fotografo e ancora artista del piacere. Dario, troppo occupato dietro ai suoi piccoli scrittori in mostra al Festivaletteratura di Mantova, non si accorge dei turbamenti della moglie, che pensa bene di far passare il tempo e le voglie tra gli affreschi "carnali" di Giulio Romano. Ma galeotto sarà il suo Giove in erezione sotto la cui volta si incontreranno e si "ameranno" ripetutamente i due amanti. Neanche a dirlo Leon, l'innamorato d'oltralpe, si inventerà per Marta epifanie (nel senso di rivelazioni) sensuali consumabili nei bagni di umide locande come sui tavoli di ristoranti lagunari. E dopo aver molto e allegramente peccato, l'ardente mogliettina otterrà le attenzioni finalmente appassionate del marito, come dire che il tradimento migliora le performance degli uomini, o almeno quelle dei consorti. Sorrisi lascivi, orgasmi multipli, urla al colmo della riconoscenza, insomma niente di nuovo sul fronte-set di Brass, grande escluso (dice lui) alla sessantaduesima mostra veneziana. E mentre il festival attende di sdoganarlo, in Italia si intende, Tinto Brass all'estero è una vera celebrità, gli spettatori, almeno quelli meno bacchettoni, potranno godere in sala dei "quarti di nobiltà" che mancano al film per sedere alla tavola delle operette italiane politically correct. Girato (bene) in digitale e scoperto il talento, questa volta non è una battuta, di Anna Jimskaya, il regista veneziano ha solo il difetto o il pregio, come volete, di pensare che la vita sia tutta lì. Lì dove il mondo è più rotondo.
Tinto Brass giunge alla Magna Summa del suo percorso cinematografico e professionale, girando per la prima volta in digitale e confermando il suo talento tecnico come regista e tecnico di montaggio. Tratto liberamente dal romanzo " Amare Leon" di Alina Rizzi, vede come protagonista Marta (A.Jimskaya) giovane e prorompente matrona, sposata con Dario ( Max Parodi) editore indipendente, [...] Vai alla recensione »
Pregi e difetti, Brass ripropone il suo discorso. Il film è abbastanza semplice e popolaresco anche se con dei suoi tratti sofisticati. Ironico e iconoclasta, Brass mostra il montaggio (vecchia reminescenza colta della nouvelle vague, che in Italia non nacque mai e il Brass dell'inizio sembrava alla critica promettere in questo) e soprattutto il culo della protagonista, su cui insiste molto.
... urlava qualche tempo fa uno spettatore dei cinemini in cui si proiettavano questi films. Carognetta in fondo simpatica Tinto Brass, la cui sessualità si è fermata a 14 anni, quando gli ormoni sono a palla! Il sesso è una roba di testa, Tinto, non di marrabecco! P.S. La protagonista aveva la dentiera. Strano, in un film così.....