parsifal
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martedì 5 giugno 2018
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brass conferma sè stesso
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Tinto Brass giunge alla Magna Summa del suo percorso cinematografico e professionale, girando per la prima volta in digitale e confermando il suo talento tecnico come regista e tecnico di montaggio. Tratto liberamente dal romanzo " Amare Leon" di Alina Rizzi, vede come protagonista Marta (A.Jimskaya) giovane e prorompente matrona, sposata con Dario ( Max Parodi) editore indipendente, completamente immerso nei suoi affari. Entrambe si trovano al Festival della Letteratura a Mantova, lui per seguire la scena letteraria e lei per seguire il marito. Lei è insoddisfatta , non raggiunge più il culmine del piacere e lui è troppo distratto per accorgersene,. Ed ecco che appare Leon, affascinante e tombeur de fammes, che attira subito l'attenzione di MArta con suo magnetismo animale ed il carisma che lo contaddistingue.
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Tinto Brass giunge alla Magna Summa del suo percorso cinematografico e professionale, girando per la prima volta in digitale e confermando il suo talento tecnico come regista e tecnico di montaggio. Tratto liberamente dal romanzo " Amare Leon" di Alina Rizzi, vede come protagonista Marta (A.Jimskaya) giovane e prorompente matrona, sposata con Dario ( Max Parodi) editore indipendente, completamente immerso nei suoi affari. Entrambe si trovano al Festival della Letteratura a Mantova, lui per seguire la scena letteraria e lei per seguire il marito. Lei è insoddisfatta , non raggiunge più il culmine del piacere e lui è troppo distratto per accorgersene,. Ed ecco che appare Leon, affascinante e tombeur de fammes, che attira subito l'attenzione di MArta con suo magnetismo animale ed il carisma che lo contaddistingue. La trascinerà con sapente lentezza , in un turbine di conturbante piacere al quale lei non saprà e non vorrà dire di no.Inebriata da tanto godimento , non si ritrae neanche quando lui vorrà percorrere " Lo sconsacrato vicolo di Sodoma" come ama definirlo il regista, anzi accoglierà l'invito come un'eccitante novità. Rigenerata da tanto piacere, confessa tutto al marito che dapprima si indispettisce e poi diventa suo copmlice e così di due ritroveranno l'intesa che avevano perduto a caisa della routine. Tutti i cardini del pensiero di Tinto Brass vengono estrinsecati in questo lavoro, assai dignitoso e più ardito dei precedenti.
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paolo 67
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mercoledì 18 gennaio 2012
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riaffermazione brass-filosofia culo e tradimento
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Pregi e difetti, Brass ripropone il suo discorso. Il film è abbastanza semplice e popolaresco anche se con dei suoi tratti sofisticati. Ironico e iconoclasta, Brass mostra il montaggio (vecchia reminescenza colta della nouvelle vague, che in Italia non nacque mai e il Brass dell'inizio sembrava alla critica promettere in questo) e soprattutto il culo della protagonista, su cui insiste molto. Belle ambientazioni e ottima fotografia, con bei colori. Molto belli i momenti onirici. Un film riuscito sul piano dell'immagine, con la solita maestria del regista nelle inquadrature, spesso indovinate, creative, con belle intuizioni registiche e i consueti lampi di genio. Affascinante e “normale”, anche simpatica la prosperosa protagonista, che è bella tutta oltre che per il culo.
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Pregi e difetti, Brass ripropone il suo discorso. Il film è abbastanza semplice e popolaresco anche se con dei suoi tratti sofisticati. Ironico e iconoclasta, Brass mostra il montaggio (vecchia reminescenza colta della nouvelle vague, che in Italia non nacque mai e il Brass dell'inizio sembrava alla critica promettere in questo) e soprattutto il culo della protagonista, su cui insiste molto. Belle ambientazioni e ottima fotografia, con bei colori. Molto belli i momenti onirici. Un film riuscito sul piano dell'immagine, con la solita maestria del regista nelle inquadrature, spesso indovinate, creative, con belle intuizioni registiche e i consueti lampi di genio. Affascinante e “normale”, anche simpatica la prosperosa protagonista, che è bella tutta oltre che per il culo. Affiorano, come sempre nell'opera di Brass, umori nostalgici, in un film spesso riposato, se non proprio a volte pigro. Ironia e autoironia nella recitazione degli attori (forse non si poteva di più), così come a volte la finzione è esibita. Qualche dettaglio pornografico, ma anche qualche più o meno vaga reminescenza del Brass surrealista e inevitabilmente cinefilo. Brass vuole continuare a celebrare un erotismo sano, carnale, solare (o lunare). Il film non è stupido, ma ha qualche battuta discutibile e qualche volgarità di troppo. A volte i tempi sono troppo lenti, e si avverte qualche stanchezza, oltre che qualche ripetitività. Sul filo degli eccessi a volte si rischia anche il ridicolo involontario, oltre che la noia. Un Brass modestamente eterogeneo, fin troppo.
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