Fabio Ferzetti
Il Messaggero
Lo zigomo è spaccato, il sangue sgorga copioso ma Big Willie sa cosa fare per vincere, glielo ha detto il suo allenatore. Deve farsi colpire di nuovo proprio lì. Difatti arriva un pugno pesante come una locomotiva, lo squarcio si riapre e la macchina da presa avanza inesorabile fino a tuffarcisi dentro, giù, giù, dove fa più male. Dove non puoi più scendere e devi per forza risalire.
Il più bel film di Clint Eastwood comincia così, con un’inquadratura che trasforma subito il ring in qualcos’altro, un luogo al di là del tempo e della storia, un’arena in cui ci si gioca ben altro che un titolo o un premio. [...]
di Fabio Ferzetti, articolo completo (3194 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 18 Febbraio 2005