Titolo originale | Bin-Jip 3 - Iron |
Anno | 2004 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Kim Ki-Duk |
Attori | Hyun-kyoon Lee, Seung-yeon Lee, Mi-suk Lee, Ji-a Park . |
Uscita | venerdì 3 dicembre 2004 |
Tag | Da vedere 2004 |
MYmonetro | 3,99 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 luglio 2016
Il tema della solitudine e dell'amore raccontati con una leggerezza quasi ultraterrena. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Ferro 3 - La casa vuota ha incassato 970 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Il regista Kim Ki-Duk è un'entità anomala nel panorama cinematografico. Prima di giungere alla pittura, suo più grande amore, ha svolto lavori di ogni tipo, e il suo incontro con il cinema è avvenuto solamente negli ultimi anni, senza aver avuto alcuna esperienza o formazione in merito.
Di conseguenza una sua opera è sempre un'esperienza magica e sensoriale.
Abbandonati la valle sperduta e la casetta galleggiante del monaco, della favola morale Primavera, estate, autunno e inverno e... ancora primavera, il regista coreano torna ai giorni nostri per raccontare il tema della solitudine e dell'amore. Tae-Suk è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case lasciate vuote occasionalmente dai proprietari. Dorme sul divano, si fa la doccia, lava i panni, aggiusta gli oggetti che non funzionano, gioca a golf e si scatta fotografie da solo con la sua camera digitale. Tutto con una leggerezza quasi ultraterrena. Un giorno, entrando in una casa, si accorge c'è una ragazza, Sun-hwa, che ha dei segni di maltrattamenti sul viso. Sono i continui litigi con il marito. Tae-suk, la prende con sé, per vagare insieme nelle case degli altri, e condividere questo strano modo di vivere che trasforma, lentamente, la loro amicizia in amore.
Un evento inaspettato li allontanerà, ma non per sempre.
Ferro 3 descrive la solitudine dei protagonisti, eliminando il dialogo, limitato alle grida fredde dei personaggi di contorno, e lasciando parlare i silenzi dei sinuosi movimenti di Tae-Suk. Sembra volare negli spazi, così come era sospesa sull' acqua dell'irreale lago, la casa del monaco nel film precedente.
I gesti che compie nelle sue giornate sono il suo divertimento, il trascorrere del tempo di una persona che vive da sola, e che nella vita non ha dimenticato uno degli elementi più importanti, la curiosità. La curiosità, desiderio che spinge verso l'ignoto, fa incontrare poi le due lune, per dare origine a un amore quasi angelicato, nel quale comunicare è muoversi, affascinare è sfiorarsi.
Per giungere poi, all'ultima sequenza del film, in cui l'occhio artistico del pittore dipinge l'amore, sentimento magico, impalpabile come l'aria.
Il tocco del regista coreano ci ha regalato un altro film, piccolo e immenso allo stesso tempo, narrando i sentimenti con la fantasia e la leggerezza delle emozioni.
FERRO 3 - LA CASA VUOTA disponibile in DVD o BluRay |
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"Un'alta lezione di cinema" definì la critica "Primavera estate autunno inverno", il bellissimo film che ci ha fatto conoscere il regista coreano Kim Ki-duk. Come non ripetere questa definizione per "Ferro3-La casa vuota?" Opere diversissime tra loro, ambedue impossibili da raccontare nella loro leggerezza e profondità ma da vedere. Trama strana e visionaria, una scommessa fare un film dove il dialogo [...] Vai alla recensione »
E' evidente che non abbiamo più niente da dirci. In una società in overdose di social network intasati da argomenti inutili e discussioni superficiali, è naturale che quando incontriamo fisicamente una persona le nostre parole sono disintegrate dalle barriere fisiche che opponiamo. Provate a sedervi al tavolino di un bar ed ascoltare le conversazioni delle persone sedute accanto a voi davanti ad un [...] Vai alla recensione »
Ferro 3, La casa vuota, film (2004) di Kim-Ki-Duk con Hee Jae, Seoung-yeon Lee Delicatissimo film coreano giustamente premiato per la migliore regia al festival di Venezia, che narra del curioso stile di vita di un bellissimo giovane centauro il quale, scova case temporaneamente vuote, per l’assenza dei proprietari e, abilmente introducendovisi, le abita per spazi di tempo [...] Vai alla recensione »
Il Cinema è arte, l'arte delle immagini in movimento. Ferro 3 è l'arte della poesia fatta immagine. Nei silenzi, emerge l'urlo, talvolta disperato delle emozioni più profonde. Nella bellezza delle immagini mute, il pensiero dipinge significati soggettivi. In questo film i personaggi sono come angeli impalpabili, ma reali.
Tae-Sul è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case vuote, quasi come fosse un fantasma. Le vive, lava i panni sporchi, stendendoli ad asciugare. Guarda la tv sul divano. Aggiusta oggetti rotti. Ci dorme. E poi va via, senza lasciare alcuna traccia.Quando un giorno entra in una casa che credeva essere vuota, ma in realtà ci vive una ragazza col volto segnato dalla violenza.
In un mondo in cui non abbiamo più nulla da dirci ma siamo subissati da centinaia di parole vuote, senza senso; in un mondo in cui parliamo di cose che non ci immportano, tessiamo relazioni sociali basate sul niente, kim ki duk mostra come l'amore, incomunicabile già per sua forma, viva nei cuori di persone silenti. Film stupefacente, in cui i personaggi che noi amiriamo sono muti [...] Vai alla recensione »
Stavolta un bel film d'amore quasi senza sesso. Anzi, l'unico sesso che si vede è fatto di baci tenui, sfiorati, sostenuti dagli sguardi che i due bravi giovani attori si scambiano. Il sesso nella vicenda c'è ma non si vede, si sente, s'intuisce, è sottinteso e si da per scontato per scelta del regista-poeta. Per me il succo della vicenda è l'inquadratura [...] Vai alla recensione »
Tae Suk è un giovane che passa la vita entrando nelle case che famiglie in vacanza lasciano vuote. Si prende cura degli oggetti che trova dentro, ci trascorre una piccola porzione di vita, dormendo, mangiando e guardando la tv. In una di queste case incontra una donna che subisce maltrattamenti dal marito e che decide di seguirlo nel suo stile di vita.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia la realtà o un illusione. Ferro 3 di Kim Ki Duk è, insieme a Dogville di Lars von Trier, il più grande capolavoro dell'ultimo decennio. Il film è una poesia, un elevazione spirituale, un esperienza fatta di suoni e immagini indimenticabile. L'amore è rappresentato nei silenzi dei due protagonisti Tae-Suk e Sun- [...] Vai alla recensione »
BIN-JIP. FERRO 3 – LA CASA VUOTA Tutte le case sono vuote. Per lo meno tutte quelle in cui penetra – come un amante furtivo – il protagonista del film, un cavaliere errante che viaggia a cavalcioni di una moto. Egli lascia nei pomelli delle porte d’ingresso degli avvisi pubblicitari. Se questi volantini non verranno tolti, la via è libera.
La frase finale del film, che recita «è difficile dire se il mondo in cui viviamo è sogno o realtà», è studiata apposta per lasciare nello spettatore molti dubbi sull'interpretazione dell'opera. La storia - quasi del tutto priva di dialoghi, del tutto senza parole fra i protagonisti, salvo un significativo «ti amo» pronunciato da lei – [...] Vai alla recensione »
Ferro 3 è uno strano film di un'originalità assoluta quindi da vedere. (..sicuramente x qualcuno sarà una palla ma pazienza..). L'amore la tristezza la solitudine e il Silenzio sono i veri protagonisti del film. Volevo buttare due parole per la trama ma ho trovato le parole che il regista ha usato per descrivere il film: Siamo tutti case vuote e aspettiamo [...] Vai alla recensione »
Dificile da spiegare...forse perché come le poesie che, o ti smuovo interiormente o ti lasciano indifferente, vanno oltre le parole. Questo film di Kim Ki-Duk va olte le immagini.
un film affatto pubblicizzato, consigliatomi da un amico che ringrazio, perchè attraverso il silenzio di questo film ho trovato una pace infinita. bellissimo, ognuno di noi è davvero una casa vuota in attesa che qualcuno apra la serratura. stupendo.
La casa vuota rappresenta la nostra solitudine e il ferro 3,quasi dimenticato nella sacca da golf,diventa simbolo di speranza. La violenza,l'egoismo,l'ingiustizia,la corruzione soccombono ai silenzi dei due protagonisti che fuggono dalla struggente ambi- guita' delle parole, che si riducono tragicamente a mere convenzioni,abbandonandosi sino alla fine alla [...] Vai alla recensione »
Tra i migliori film coreani di sempre, inutile descriverlo. Va visto perché mette in risalto tutta la genialità visiva di Kim Ki Duk che, quando vuole, sa essere un immenso regista.
la copertina del film non dice nulla, ma forse è l unica cosa non azzecata..il film racconta la storia del mondo in cui viviamo, un mondo vuoto, le case che visita il nostro eroe sono vuote, ma diventano ancora peggio quando si riempiono...l amore è leggero , è quando giunge ci si stacca da terra e si perde il peso, leggi della gravita non valgono piu.
Da quale prospettiva leggere questo piccolo capolavoro di Kim Ki.Duk? S'è scritto giustamente della poesia dell'amore che non ha bisogno delle parole, della leggerezza sospesa tra solitudini. Ma se tutto fosse solo sognato dalla ragazza? Certo non cambierebbe di una virgoa il messaggio poetico e sublime di un amore salvifico anche se solo immaginato.
Le immagini dell'abbraccio finale tra i protagonisti, con il marito in mezzo, racchiude la forza, l'intelligenza e la bellezza di questo film. Un piccolo gioiello del cinema asiatico, lo ritengo superiore allo stesso Pietà di Kim ki Duk.
Ciao, la canzone è "Gafsa" (che significa gabbia) ed è cantata da Natacha Atlas
Film rarefatto e pieno di suggestioni. Davvero un capolavro di originalità!
Ferro 3-la casa vuota è la miglior definizione di capolavoro assoluto:potente,tragico,umano,incisivo...il più bel film coreano a mia memoria.Un esperienza cinematografica che lascia il segno nello spettatore.Ferro 3 colpisce sia per il metodo di regia sia per la fotografia (kim ki duk è anche un pittore e in questo film si vede).
Di questo film mi ha colpito molto la situazione per cui il protagonista non ha una casa propria ma occupa abusivamente le case lasciate momentaneamente vuote dai loro proprietari; e si sdebita facendo piccole riparazioni e lavori domestici, all'insaputa dei proprietari (con esiti anche drammatici). Ho sentito attrente e inquietante l'idea di vivere cancellandosi dalla vita ufficiale, evitando gli [...] Vai alla recensione »
C'è un tocco d'alito sospeso che passa attraverso il tempo e il campo visivo-emotivo di questo creare cinema. Incanta la rumorosa sofferenza del silenzio in cui il regista compie il senso, giungendo a dare tre dimensioni ai corpi; e noi spettatori siamo li, in quella stanza, scossi dalla pienezza di quegl'istanti d'infinito dentro una prigione soverchiata dall'amore.
inguardabile! Masochismo intellettualoids puro.
Evidentemente anche io non l'ho capito: poesia? Non ne ho vista: ho visto solo un'accozzaglia di stupidità, di cui la più grossa è l'invisibilità del protagonista (a parte che il ferro 3 forse lo usa solo Tiger Woods). Ridicolo.
Film inutile,inusuale,inconsueto,mediocre, con una trama inesistente senza alcuna interpretazione vocale..ossia un film sicuramente da evitare.Voto 5
Un capolavoro. Lo firma quel celebrato regista coreano, Kim Ki-duk, già premiato a una Mostra di Venezia nel ’99 con «L’isola» e conosciuto anche dal nostro pubblico cui è stato proposto di recente quell’affascinante poema di immagini che era «Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera». Fascino e poesia anche qui, con un protagonista, Tae-suk, che quasi non parla e ha la curiosa consuetudi [...] Vai alla recensione »
Per una felice coincidenza il film-sorpresa dell'ultima Mostra di Venezia riuscì a diventare, al di là del premio speciale, il migliore del concorso. «Ferro 3» (il nome di una mazza da golf) del giovane coreano Kim Ki-duk mette in scena un racconto davvero intelligente, imprevedibile e intrigante nel mescolare il fisico col metafisico, la fluidità narrativa con l'eleganza scenografica.
Una storia ai confini della realtà e della sensibilità zen arriva nelle sale. È il Leone d'oro per la regia a Venezia 2004, Ferro 3-La casa vuota di Kim Ki-duk, sudcoreano, già pittore, 11 film in 8 anni, quello di L'isola, già Orso d'argento alla Berlinale per Samaritan Girl (di prossima uscita italiana) e candidato all'oscar 2003 per Primavera, estate, autunno, inverno.
Entra nelle case altrui, ma non è un ladro. Mangia quello che trova, usa bagno e camera da letto avendo prima verificato che i padroni siano in viaggio, lascia tutto in ordine e fa pure il bucato. Ma non è un folle o un maniaco, è il personaggio di cui si parlerà quest’anno a Venezia. Protagonista del film-sorpresa tenuto in serbo da Muller per il concorso, La casa vuota ovvero Ferro 3 (è una mazza [...] Vai alla recensione »
Il golf è la sua passione. Anzi, la sua ossessione, insieme alle “visite” nelle case di persone che non lo conoscono. E davvero uno strano tipo il giovane protagonista di Ferro 3 - La casa vuota, diretto dal coreano Kim Ki-duk. Nessun mestiere, nessun posto sicuro nella società. Un essere misterioso, un quasi-fantasma che s’insinua nella vita degli altri, sfiorandola appena.
Ferro-3 è un film di morte e di fantasmi. è un film d’amore e dl trasfigurazioni necessarie al vivere. ferro-3 è il lavoro finora più astratto di kim ki-duk. Se l’altra opera di Kirn di pura astrazione, The Coast Guard, affondava sani e piedi in una terra di sangue e incubi come la guerra, qui la metafisica diventa stile assoluto, nel senso di unico e possibile strumento in grado di raccontare, ormai,una [...] Vai alla recensione »
Arrivato al lido a selezione ormai conclusa come film sorpresa e diventato il vero colpo di fulmine dell’ultima Mostra dei Cinema (con tanto di premio speciale), Ferro 3 è un nuovo capitolo del cinema del coreano Kim Kiduk (L’isola, che scioccò Venezia nel 1999, Primavera, estate, autunno,inverno... e ancora primavera, Samaritan Girl, premio per la regia a Berlino) che coniuga favoloso e quotidiano, [...] Vai alla recensione »
Il Leone d'argento che convinse tutti. Il coreano Kim Ki-duk ha buone idee in testa quante k nel nome e con esigui mezzi e ancor meno tempo a disposizione ha confezionato un piccolo gioiello come Ferro3. Un mese per scrivere la storia, 16 giorni per girarla, poco più di una settimana per montarla. A Venezia 2004 il regista portò una poesia di poche parole e calibrate immagini.
Solitudini, amori. Nel titolo del bel film coreano «Ferro 3-La casa vuota» di Kim Ki-duk, l'autore di «Primavera. Estate, autunno, inverno... e ancora primavera», Ferro 3 si riferisce alla gerarchia dei bastoni da golf e serve al protagonista per colpire un avversario con numerose palline. Le case vuote sono il simbolo della sua vocazione solitara. Il ragazzo identifica le case vuote degli altri, vi [...] Vai alla recensione »
Con passo impalpabile Tae-suk entra in case vuote. Le abita per qualche giorno, non ruba nulla, ripara oggetti che non funzionano, quando tornano i proprietari va via. Un giorno incontra Sun-hwa, sposa infelice, e proseguono questo viaggio apparentemente illogico e senza scopo. Come il protagonista con le abitazioni, il film del coreano Kim ki-duk si insinua nell'anima dello spettatore raccontando [...] Vai alla recensione »
Il film-sorpresa è finora anche il migliore del concorso: «La casa vuota» ovvero «Ferro 3» (il nome di una mazza da golf) del giovane coreano Kim Ki-duk - appena ammirato nelle nostre sale per «Primavera, estate, autunno, inverno...» - è intelligente, imprevedibile, intrigante nel mescolare il fisico col metafisico, la fluidità narrativa con l'eleganza di confezione e recitazione.
Avete mai avuto la sensazione che qualcuno sia entrato nella vostra casa a vostra insaputa? Un oggetto spostato, un libro aperto, un segno infinitesimale, il sospetto di una presenza misteriosa? Ferro 3 del coreano Kim Ki-Duk, premiato a Venezia, lavora su questa paura… che poi è, semmai, un’inquietudine con aspetti stimolanti (in fondo, le «presenze» possono rivelarsi piacevoli, come l’ombra di Peter [...] Vai alla recensione »
A sorpresa entra nell’affollatissimo cartellone di Venezia 61, 3-Iron del coreano Kim Ki-duk, autore premiato con l’Orso d’argento alla Berlinale 2004 per Samaritan Girl suo anche Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera (candidato all’Oscar 2003). Arrivato a catalogo chiuso, è definito, appunto, «film a sorpresa». E lo è stato a sentire l’applauso scrosciante dei festivalieri al Palagalile [...] Vai alla recensione »
Difficile dire se il mondo sia realtà o sogno: così si legge sullo schermo nero alla fine di Ferro 3 - La casa vuota (Bin-jip, Corea del Sud, 2004, 95’). E subito ci si domanda se Kim Ki-duk faccia sul serio, o se approfittando del suo indubbio gusto per le immagini stia giocando con la passione di qualche spettatore per il cinema ‘metafisico’, per il cinema che interroga se stesso soffrendo, per poi [...] Vai alla recensione »