Gente di Roma

Film 2003 | Commedia, 89 min.

Regia di Ettore Scola. Un film con Valerio Mastandrea, Sabrina Impacciatore, Arnoldo Foà, Antonello Fassari, Stefania Sandrelli. Cast completo Genere Commedia, - Italia, 2003, durata 89 minuti. distribuito da Cinecittà Luce. - MYmonetro 2,75 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 17 ottobre 2025

Ettore Scola racconta la sua amata Roma attraverso una serie di brevi episodi, comici e drammatici, interpretati da tanti bravi attori legati in qualche modo alla capitale. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento,

Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
: Scola esplora quella che è diventata la sua città con sguardo curioso e disincantato.
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 17 ottobre 2025
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 17 ottobre 2025

Dall'alba al tramonto di una giornata qualsiasi nella capitale seguiamo il percorso e passeggeri di un bus guidato da un'autista ed entriamo nelle vite di persone che frequentano spazi e luoghi della città.

Ettore Scola torna a parlare di quella che è divenuta la sua città fondendo fiction e documentario.

Si inizia con un uomo che lascia la propria famiglia per andare al lavoro per poi scoprire che è stato licenziato ma non ha ancora trovato la forza di dirlo a casa. Da qui prendono le mosse situazioni, persone e personaggi alcuni dei quali possono definirsi tipicamente legati al contesto specifico dell'Urbe mentre altri si potrebbero tranquillamente incontrare anche in altre metropoli, italiane e non. Come la giovane donna che pratica la rilassante pratica marziale Tai Chi, salvo poi correre già sotto stress all'auto per andare a risolvere una questione di lavoro.

Scola all'epoca ha descritto Roma in qualità di sceneggiatore già ne Il sorpasso per poi affrontarla in particolari periodi storici in Una giornata particolare e poi in La terrazza, La famiglia, La cena per finire con il girare Concorrenza sleale.
Qui coglie le opportunità di leggerezza produttiva che gli offre il digitale per proporre un puzzle le cui tessere, per quanto molto differenti tra di loro, finiscono con il realizzare un quadro molto interessante sia dal punto di vista cinematografico che da quello sociologico. Buona parte (con qualche piccola eccezione) degli attori coinvolti si inserisce senza far sentire la professione nel tessuto narrativo. Su tutti emerge la performance di Arnoldo Foà (questa sì attoriale ma da grande interprete capace di inserirsi nel flusso degli eventi) nei panni di un padre in attesa di ricovero in una casa di riposo.

Memore di Totò e della sua "Livella" Scola ci porta con Rolando Ravello ad 'ascoltare' le conversazioni tra i morti al cimitero del Verano, mentre Valerio Mastandrea deve sorbirsi un lungo monologo di un giornalista che vorrebbe essere zavattiniano ma risulta solo magniloquente. Innumerevoli sono gli spunti di osservazione che la macchina da presa ci propone immergendoci anche nella manifestazione dei Girotondi con tanto di intervento di Nanni Moretti all'interno della quale costruisce una situazione di finzione.
Sul versante sociologico Scola resta quello di Trevico-Torino. Viaggio nel Fiat-nam cioè capace di mostrare con lucidità e profondità di osservazione ciò che lo circonda lasciando a chi guarda molteplici occasioni di riflessione che valgono, in gran parte, ancora oggi a ventidue anni di distanza.
Il 'comunista' Scola (è stato ministro dei Beni Culturali del governo ombra del PCI nel 1989) dedica questo film a un attore/regista (deceduto da pochi mesi) che politicamente si collocava in altri territori ma la cui grandezza e amore per la città erano indubitabili: Alberto Sordi.

La città eterna dall'alba al tramonto tra la gente che ci vive..
Recensione di Marco Cavalleri

Una giornata qualunque nella città eterna. Tanti piccoli frammenti di vita si susseguono in una carrellata di personaggi attraverso le storie dei quali, dalla tragedia alla commedia, Scola ci racconta la sua amata Roma. Il filo conduttore dei tanti episodi slegati tra loro è un autobus che percorre le strade della città, dall'alba al tramonto. Per scrivere storie interessanti bisognerebbe tornare a prendere il tram (o,nel caso presente, l'autobus) come suggeriva Zavattini? Forse sì, ma di certo bisognerebbe avere interesse a narrare: interesse che Scola non sembra avere più. I bozzetti rimangono tali, qualcuno più riuscito (vedi lo sketch iniziale di Mastandrea), altri francamente inutili quando non imbarazzanti. Il racconto ne soffre fino a smarrirsi, tra paurose ovvietà, personaggi per lo più vignettistici e una regia sciatta ben oltre i limiti del televisivo. Sicuramente onesto, talmente disarmato e disarmante da non poterne parlare davvero male: ma di sicuro non se ne può parlare bene.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 12 aprile 2020
laura benvenuti

Ci sono attori molto molto bravi che allora, nell´anno del film, erano in via di affermazione tra cui Valerio Mastrandrea e Salvatore Marino, poi l´attore e scrittore Erler che e´il papa´ di sinistra della ragazza che nel centro sociale ove con la moglie danno il loro contributo di soliderieta´ mentre la figlia annuncia che si sposera´con un ragazzo di colore e lui [...] Vai alla recensione »

domenica 16 gennaio 2011
ultimoboyscout

Carina l'idea di voler raccontare una giornata qualsiasi, di gente qualsiasi, senza che sia successo nulla di strano o di particolare, ma lo si poteva fare con più incisività, più vitalità, più ritmo senza trasformare il tutto in una massa di storielle messe insieme a caso senza logica e senza un filo conduttore.

mercoledì 26 agosto 2009
fra83

Non so perchè di questo film si parli così male, a me è piaciuto tanto. Fantastici Mastandrea e Foà! voto 3,5!

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Enzo Natta
Famiglia Cristiana

I titoli di testa scorrono sul selciato fatto di ruvidi e consunti “sampietrini”, i cubetti di porfido che lastricano le strade di Roma. Immagine emblematica, perché i “sampietrini” sono come l’Urbe, insensibile all’usura del tempo e alle vicende della Storia. Se con Roma Fellini aveva restituito un ritratto onirico e visionario della capitale, se Luigi Magni aveva evidenziato le contraddizioni di [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Ettore Scola tra Zavattini e New York, tra le proprie esperienze "militanti" di ieri e quelle recenti. Scola che dedica un personale album di brevi e fulminanti annotazioni alla città che considera in tutto e per tutto sua anche se non gli ha dato i natali. Una Roma ritratta "pedinando" i suoi vecchi e nuovi abitanti: sotto l'occhio sornione del regista si mostra al contempo splendida e oscena, conservata [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Gente di Roma senza romanesco né romanità, senza politica né Vaticano. Ettore Scola - avrebbe potuto intitolare “gente di oggi” il suo nuovo film che contempla personaggi e luoghi della città amata e malfamata dove ha quasi sempre vissuto, paesaggio e palcoscenico prediletto del suo cinema e anche del cinema italiano. Per raccontare la capitale (o l’Italia, o l’Europa) Scola ha scelto lo stile narrativo [...] Vai alla recensione »

Matteo Mazza
Duellanti

Un autobus. Le vie, gli sguardi di chi si alza all'alba, le parole, gli incontri. Un semaforo. La zingarella che mostra il cartello "ho fame", il pannello che fornisce le quotazioni di borsa. La sala da Bingo di chi punta al colpaccio e la casa di cura di chi spera in qualche ricordo sfocato; la scuola che emargina, il cimitero che parla o il bar del barista razzista.

Emiliano Morreale
Film TV

Un disoccupato non ha il coraggio di dirlo alla moglie e finge di andare al lavoro. Un ricercatore sociale di colore importuna un giovane (Mastandrea) sull’autobus. Una vecchietta crede che siano tornati i tedeschi al ghetto, e invece è una troupe Tv. Stefania Sandrelli gioca con i nipotini al parco. Una mamma perde la bambina durante la manifestazione di San Giovanni mentre Moretti parla, e gliela [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano.net

Girato in digitale, è il primo film postneorealista che invece di un personaggio "pedina" una città: il barista razzista, gli immigrati, il vecchio nell'ospizio, il passaggio di una diva (Stefania Sandrelli), e i luoghi, il metrò e l'autobus, le piazze, i caffè, le case e i locali. E tuttavia, proprio compilando escono le intenzioni e i limiti, la limitazione dello sguardo a un popolo parziale, di [...] Vai alla recensione »

winner
miglior attore non protag.
Nastri d'Argento
2004
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