Gente di Roma

Enzo Natta

I titoli di testa scorrono sul selciato fatto di ruvidi e consunti “sampietrini”, i cubetti di porfido che lastricano le strade di Roma. Immagine emblematica, perché i “sampietrini” sono come l’Urbe, insensibile all’usura del tempo e alle vicende della Storia. Se con Roma Fellini aveva restituito un ritratto onirico e visionario della capitale, se Luigi Magni aveva evidenziato le contraddizioni di un’anima che sa essere anticlericale e religiosa nello stesso tempo, se in Caterina va in città Paolo Virzì l’ha descritta come l’epicentro di tutti i compromessi, in Gente di Roma Ettore Scola la vede con l’occhio ironico di una carriera iniziata come vignettista, ma anche con lo sguardo malinconico di chi osserva dissolversi lo spirito che per secoli l’ha resa invulnerabile, ma anche dotata di una straordinaria capacità di sopravvivenza. [...]

di Enzo Natta, articolo completo (2006 caratteri spazi inclusi) su Famiglia Cristiana 16 novembre 2003