Anno | 2001 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Renzo Martinelli |
Attori | Michel Serrault, Daniel Auteuil, Laura Morante, Jorge Perugorría, Leo Gullotta Philippe Leroy, Anita Caprioli, Nicola Di Pinto, Bruno Bilotta, Jean-Christophe Brétigniere, Federica Martinelli, Eleonora Martinelli, Maurizio Trombini, Paco Reconti, Antonio Fabbri. |
MYmonetro | 3,11 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 dicembre 2021
Era il 9 ottobre del 1963 quando 260 milioni di metri cubi di terra e rocce del monte Toc si staccarono e franarono nel lago artificiale della diga del Vajont. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 2 candidature a David di Donatello,
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CONSIGLIATO SÌ
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Era il 9 ottobre del 1963 quando 260 milioni di metri cubi di terra e rocce del monte Toc si staccarono e franarono nel lago artificiale della diga del Vajont. L'anomala, immensa onda relativa sommerse Longarone. Morirono oltre 2000 persone. Si parlò si fatalità, ma non era così. C'era stato chi aveva previsto la tragedia essendo la diga costruita su un terreno inadatto. La giornalista Tina Merlin cercò di portare alla luce la verità, indagando fra omertà e scarichi di responsabilità. Un funzionario si tolse la vita. Il processo, durato decenni, produsse solo condanne ridicole. Martinelli racconta tutto questo cercando di mediare lo spettacolo (troppi effetti speciali e addirittuta "esagerati") e l'inchiesta. La Morante è brava ma fin troppo aggressiva. La vera Merlin non era così. Ma, si sa, il cinema ha le sue licenze. Film, comunque, benemerito.
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Un film d una verità inaudita, assolutamente straordinario non solo nella ricostruzione storica d una pagina tra le più nere della mala gestio della politica ed interessi privati, ma anche per l’efficacia di quella che fu una immane catastrofe. Una finzione scenica come una delle tante nei film di fantastiche ed immaginarie catastrofi di cui si vanta la cinematografia holliwoodiana, invece no è un [...] Vai alla recensione »
Per tre volte sono andato al cinema a vedere questo film. Dalle mie parti, a dieci chilometri dalla diga, era considerato quasi un evento: vedere i nostri luoghi sul grande schermo, rivivere un pezzo della nostra storia con gli occhi!E poi quell'onda terrificante che, passando ai piedi della valle, la mente da sola non riusciva mai completamente a ricostruire, troppo al di là dell'esperienza [...] Vai alla recensione »
Quella del Vajont è una delle tante tragedie italiane impunite: una sorta di paradigma di come la tecnologia e la tecnica spesso e volentieri servano più il dio quattrino che i bisogni dell'uomo. E mentre le vite degli uomini sono state sradicate, la diga del Vajont, come ultima beffa, è ancora lì intatta ed inscalfita.
Il 9 Ottobre 1963 frequentavo la III^ superiore. Il pomeriggio del giorno dopo dovevo andare al cinema con alcuni miei compagni quando uno mi ha telefonato e mi ha detto "Guarada che è lutto nazionale, è crollata una diga!" Ho preso il giornale che mio padre aveva lasciato in soggiorno e sono rimasto inorridito! 2.000 morti! Nel Veneto, una regione che amo perchè mia [...] Vai alla recensione »
Parlare del Vajont a distanza di anni e come accertarsi se bastasse il passato per ripulire l'accanimento che l'uomo possiede verso se stesso e verso gli altri. La storia che Renzo Martinelli ci propone attraverso, e,con il cinema, ci è data da reali porzioni e quantita' di dati , presi dal libro di una scrittrice/giornalista di un Quotidiano del luogo che per [...] Vai alla recensione »
Martinelli dirige bene un cast importante in questa cooperazione italo-francese che ci racconta o forse ci fa aprire gli occhi sullo scandalo del disastro della diga del Vajont nel quale morirono più di 2000 persone. senza fronzoli ed effetti speciali strabilianti denuncia passo dopo passo tutta la leggerezza da parte degli addetti ai lavori i quali, nel nome del Dio denaro, con sconcertante [...] Vai alla recensione »
Lavoro mediocre, mal recitato quasi da tutti, con effetti speciali tragicomici (vista la serietà e gravità dell'argomento era meglio metterne di meno e fatti meglio). Chi volesse informarsi sulla tragedia del Vajont si legga il bellissimo libro della Merlin, non guardi questo stupido film. Le "prodezze" del regista (dolly infiniti, inquadrature zenitali, punti di vista sghimbesci) non fanno che renderlo [...] Vai alla recensione »
io credo che questo film, per quanto abbiano esagerato con gli effetti speciali sia un' ottima pellicola per non dimenticare. sono stata ieri al cimitero delle vittime del Vajont e sì, ho pensato, non bisogna dimenticare che in quello spazio di terreno sono sepolte più di 1917 vittime. una strage che si è fatta sentire in tutte le Dolomiti venete e che si è ripercossa negli anni a seguire.
il film merita veramente di essere visto e il cast è stellare
Erano le 22,39 del 9 ottobre 1963 quando una parte imponente del Monte Toc, 260 milioni di metri cubi di roccia, franò nel bacino artificiale del Vajont sollevando un'ondata di 25 milioni di metri cubi: nel giro di quattro minuti l'enorme massa d'acqua si riversò a valle spazzando via cinque paesi e lasciandosi dietro 2 mila morti. Aggirandosi sbigottiti all'alba in un desolato paesaggio di detriti [...] Vai alla recensione »
Ritorniamo a bocce ferme su Vajont, il film di Renzo Martinelli sulla strage - non usiamo volutamente la parola tragedia: almeno questo, alle vittime, glielo dobbiamo - del 1963. Un film sul quale l'Unità è doppiamente coinvolta. Per un motivo specifico: il giornale è letteralmente un "personaggio" del film, perché la nostra cronistoria Tina Merlin fu l'unica a segnalare la pericolosità della diga [...] Vai alla recensione »
Il 9 ottobre 1963, di sera, una parte del Monte Toc, 260 milioni di metri quadrati di roccia, franò nel bacino artificiale del Vajont, sollevò un'immensa ondata. Precipitando a valle, l'enorme massa d'acqua spazzò via l'intero paese di Longarone nel Bellunese, altri paesi, duemila vite umane. Del disastro portarono la responsabilità i dirigenti della società elettrica Sade, che avevano voluto costruire [...] Vai alla recensione »
Una tragedia all'italiana. Come tante altre, chiamate "fatalità", da addebitare alla "natura crudele". In realtà, frutto di superficialità e cinismo, inerzia e furbizia, tutte nostre belle caratteristiche nazionali. Alle 22,39 del 9 ottobre1963, quando anche nel bar di Longarone si guarda la partita tra Real Madrid e Rangers Glasgow, una gigantesca frana di 270 milioni di metri cubi si stacca dal monte [...] Vai alla recensione »
Dietro il progetto di Vajont s'intravede l'eredità del "cinema civile" italiano dei Petri e dei Rosi: raccontare la verità su un evento a suo tempo rappresentato come "fatale", in realtà dipendente da precisi interessi, ricerca di profitto, arroganza, cinismo, disprezzo della vita altrui. Il film comincia nel 1959, durante la costruzione della diga di 263 metri nella valle del Vajont, e presenta con [...] Vai alla recensione »
Fare oggi un film su quella tragedia significa fare un film sul potere e sull'uso che ne fanno le classi sociali e politiche che lo detengono. È sorprendente che in questi quarant'anni nessun cineasta abbia sentito il dovere di raccontare la storia del Vajont. Severo ma giusto, come certi arbitri, Renzo Martinelli è consapevole di essere il prirno cineasta ad avere sentito quel dovere.
Come eravamo. Già, come eravamo? L'Italia dei lavori pubblici falliti nel dopoguerra ambizioso e clientelare in un caso emblematico: il disastro annunciato della diga del Vajont. Duemila morti e tre paesi spazzati via dalla faccia della terra per tener fede agli accordi tra lo stato e i costruttori, nonostante le prove di cedimento, le denunce, i dubbi e, poi, le certezze.