Decalogo, 1

Film 1989 | Drammatico +16 55 min.

Regia di Krzysztof Kieslowski. Una serie Da vedere 1989 con Henryk Baranowski, Wojciech Klata, Maja Komorowska, Artur Barcis, Maria Gladkowska. Cast completo Titolo originale: Dekalog, jeden. Genere Drammatico - Polonia, 1989, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,35 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 31 agosto 2009

È il primo di una serie che comprende 10 mediometraggi realizzati per la televisione e acclamati ai Festival di Cannes e Venezia. Al cinema sono usciti a coppie mentre singoli in videocassetta.

Consigliato sì!
3,35/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,69
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Jleana Cervai
Jleana Cervai

Un lago ghiacciato e un paio di pattini nuovi come regalo di Natale. Potrebbero essere gli ingredienti di una fiaba d'altri tempi, invece diventano le cause di una tragedia. I colori di Decalogo 1 sono il grigio del lago e del cielo che sovrasta una Polonia invernale, il bianco della neve e dell'innocenza di Pawel (il bambino figlio del protagonista Krzysztof), il nero della morte e del senso di colpa del padre. Il film scorre lento nei suoi cinquanta minuti, alternando dialoghi misurati e intensi ad altrettanto significativi silenzi e a primi e primissimi piani che fanno riflettere. Il merito va forse soprattutto riconosciuto alla capacità di mettere in scena una vicenda forte nell'arco di un tempo breve: ci si affeziona in fretta infatti a Pawel benché della sua vita, a conti fatti, si finisca col sapere molto poco. Il ragazzino inoltre scomparirà letteralmente nelle acque di quel lago e definitivamente dalla vista dello spettatore, ormai già conquistato dalla sua intelligenza e curiosità esistenziale. Kieslowski gioca sul sottile confine che separa la realtà quotidiana dall'Oltre metafisico, confonde dimensione fenomenica e dimensione noumenica attraverso segnali subliminari: un uomo misterioso seduto vicino al lago, una boccetta d'inchiostro che si rompe all'improvviso (ecco ancora il colore nero che si sparge irrimediabilmente sulla carta bianca), lo schermo di un computer che si accende da solo e quasi risponde all'interrogazione umana.
Tutto ruota attorno all'eterno conflitto fede vs ragione, rappresentato a tinte nette dalla coppia di fratelli Krzysztof, ateo e razionalista, e Irene, cattolica. In alcune scene vediamo Pawel incuriosito dal mistero della morte e dal concetto di "anima", fare domande sia al padre che alla zia, e ascoltarli con uguale attenzione e fiducia. Un forte entusiasmo è senza dubbio quello che il bambino prova nei confronti del computer, oggetto quasi venerato da Krzysztof che vede in esso uno dei più alti traguardi della scienza e che ne apprezza soprattutto la possibilità di quantificare, calcolare, misurare, razionalizzare il reale. E qui sta il punto debole del personaggio, la sua trasgressione a quel primo comandamento "Non avrai altro Dio all'infuori di me". Il computer sembra dargli l'ebbrezza del controllo totale sulla realtà. In senso lato, il conflitto sotterraneo è quello eterno fra l'uomo creatura e l'uomo assetato d'infinito e di desiderio di poter dominare la natura: si può benissimo riconoscere in questa pellicola che rivisita temi biblici imbevendoli nella cronaca anni '80 quel pericoloso rapporto tipico della tragedia greca fra ybris (la tracotanza umana) e fzònos zeòn (la vendetta degli dèi) che alla fine conduce sempre l'uomo all'àte (la rovina).

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Primo episodio di una serie di dieci mediometraggi.

È il primo di una serie che comprende 10 mediometraggi realizzati per la televisione e acclamati ai Festival di Cannes e Venezia. Al cinema sono usciti a coppie mentre singoli in videocassetta. Nel primo di questi "comandamenti senza morale", definizione del regista polacco Kieslowski, un docente universitario vive col figlio dopo essersi separato dalla moglie. Fa loro visita zia Irene che, essendo cattolica, contrasta col professore che invece non crede all'esistenza di Dio. Il padre ha trasmesso al figlio la propria razionalità e gli ha insegnato a usare il computer. La tragedia avviene quando il piccolo diserta l'ora di catechismo per andare a pattinare con gli amici sul ghiaccio di un laghetto, dopo aver calcolato al computer la consistenza del ghiaccio stesso. Dopo la morte del bambino il padre corre in una chiesa in costruzione e nella disperazione abbatte l'altare. Il freddo invernale si sposa con la fredda spiritualità dell'uomo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 31 agosto 2011
Viola96

Krzysztof Kieslowski è uno degli autori più importanti della Storia del Cinema mondiale.Un nome di punta per ogni cinefilo e per il cinema in generale.Prima della geniale trilogia dei colori della bandiera francese,Kieslowski realizzò,tra il 1988-89,una serie di 10 meravigliosi film,appunto "Decalogo",ispirati ai 10 comandamenti.

lunedì 19 dicembre 2011
fedeleto

Il giovane Pawel,e' un bambino che si interroga sul concetto di fede e morte .Vive con il padre ,un matematico che crede poco nella fede e molto nelle possibilita' di probabilita' che trova nel computer.Ma quando il computer sembra che abbia dato sicurezze riguardo ad una probabilita' di poter pattinare su una superficie di ghiaccio,si rivelera' invece inutile e il piccolo Pawel [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 aprile 2011
Dandy

Il primo degli episodi della grandiosa decina del "Decalogo",è indubbiamente quello più  esplicitamente legato alla religione.Duro e senza possibilità di consolazione(o redenzione?).In alcune scene(il calamaio che si rompe inspiegabilmente,l'icona che piange)il regista ha rischiato,ma è riuscito a essere convincente e toccante.

sabato 25 giugno 2011
Daria75

mercoledì 21 ottobre 2020
stefano capasso

In una città innevata della Polonia, Krzysztof e il suo giovane figlio Pawel vivono la loro vita fondata sulle certezze che da loro la scienza. In particolare sono abili nell’uso del computer che vede e prevede tutto, quasi fosse dotato di autonomia. Per Natale Krzysztof regala al figlio dei pattini per il ghiaccio: ha previsto con i suoi calcoli matematici che il lago vicino casa, è [...] Vai alla recensione »

giovedì 6 giugno 2019
Steffa

splendido, un icona del cinema di Kieslowski, leggero e discreto ma con intrinsecità molto profonda

giovedì 8 febbraio 2018
alicebelmonte

Davvero un buon film, davvero commovente. Mi è piaciuto soprattutto perché ti mantiene in tensione, ti trasporta. Buon film, lo consiglio! Alla fine non mi aspettavo questo finale, pensavo che Dio salvasse Pavel....però comunque bellissimo!!!

martedì 13 marzo 2012
cineclub giovaninsieme

"Non avrai altro Dio all'infuori di me". Contro l'idolatria. Pur di non inginocchiarsi dinnanzi al divino, inteso come dimensione trascendente, ineffabile e misteriosa, gli uomini si costruiscono degli idoli. Il professore deforma la scienza e la tecnica e ne fa degli idoli terribili, ai quali sacrifica il proprio figlio, un bambino geniale, che conservava pura in sé l'apertu [...] Vai alla recensione »

Frasi
Vivere è... un regalo.
Dialogo tra Pawel (Wojciech Klata) - Irene (Maja Komorowska)
dalla serie Decalogo, 1
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

È stato grandissimo il successo critico internazionale di questa serie di dieci film di un’ora circa ciascuno, realizzati per la televisione polacca, intesi a ripensare i comandamenti della religione cattolica in un periodo di smarrimento morale e di delegittimazione dei valori etici: Kieslowski è stato acclamato come un nuovo genio quaranteseienne, l’unico dopo Waida capace di ridare vita al cinema [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Da metafisico, Kieslowski osserva il mondo e la vita quasi standosene al di fuori. Il suo punto di vista è immobile, esterno alle vicende degli uomini, al loro mutare. Ma non così esterno e immobile da non condividerne la fatica e il dolore. Come l’Osservatore - presente nelle varie parti di Dekalog -, si carica dei dolore dei suoi personaggi, del peso della loro umana condizione.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Varsavia, un quartiere di periferia. Grandi palazzi tutti uguali ospitano persone come noi, chiamate a confrontarsi ogni giorno con i problemi concreti dell’esistenza: piccole liti, antipatie tra condomini, amori fugaci, matrimoni in crisi. Quasi nessuno saluta gli altri: si vive fianco a fianco, ma è sparita da tempo la voglia di frequentarsi e di conoscersi.

SHOWTIME
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