Carmen

Il nuovo comandante della guardia in città è il tenente don José. I contrabbandieri locali pensano di avvalersi delle doti di seduzione di Carmen per corromperlo. Don Josè finirà con l'innamorarsi di lei non accettandone lo spirito libero che non vuole subire controlli né costrizioni.

La storia è nota. Alle origini c'è una novella di Prosper Merimèe narrata in prima persona quasi si trattasse di un fatto autobiografico.

Georges Bizet nel 1875 si avvale del soggetto di base e, grazie ad Henri Meilach e Ludovic Halévy che ne scrivono il libretto, realizza un'opera lirica che, grazie alla scabrosità della vicenda, fece all'inizio fatica ad ottenere il successo che successivamente avrebbe invece conseguito.

Il cinematografo però ne colse rapidamente il valore spettacolare e pruriginoso per l'epoca e si susseguirono diverse versioni, una delle quali con il ruolo della protagonista affidato ad una soprano belga. Il cinema però era ancora muto e il nome in cartellone serviva giusto per attrarre i melomani che conoscevano l'interprete.

Quando Cecil B. DeMille decide di accostarsi a sua volta alla vicenda segue la stessa strada ed offre il ruolo alla soprano Geraldine Farrar, con la quale girerà in totale sei film. Non potendo ovviamente avvalersi delle sue doti canore sfrutterà al massimo quelle interpretative che la star vorrà accrescere pretendendo che mentre si gira vengano eseguiti dal vivo brani dell'opera. DeMille elimina totalmente, rispetto a Bizet, la presenza di Micaela, la fanciulla amata da Don José prima di incontrare Carmen. Alla quale viene anche conferito da subito il ruolo di seduttrice con la finalità di aiutare i contrabbandieri (cosa che invece nel secondo atto dell'opera si rifiuta di fare). Andrà addirittura a lavorare nella fabbrica di sigari per meglio ingannare il giovane ufficiale. Per il resto tutto viene rispettato nella messa in scena del personaggio.

Aggressiva, con fiore in bocca, pronta alla rissa così come ad atteggiarsi per attrarre l'attenzione maschile ha però in Wallace Reid, che stava iniziando l'ascesa nel mondo del cinema, un oggetto del desiderio dal volto troppo angelico e dalle espressioni così ingenue da rendere poi difficile accettarlo come sconvolto dalla gelosia e pronto a dare e a darsi la morte.

I viraggi di colore (si veda la lettura delle carte che predicono la morte immersa in un violento rosso sangue) e le musiche in parte tratte dall'opera offrono alla messa in scena il giusto ritmo che si accentua poi nelle scene di massa ivi compresa quella dell'arena, girata in studio con dei veri tori scalpitanti. All'epoca riscosse un successo tale da spingere la produzione a distribuirlo nuovamente nel 1918. 