All'avvento del sonoro, la carriera di Cecil B. De Mille, il più grande uomo di spettacolo di Hollywood, era giunta a un punto critico. Fin dal suo primo film, Naturich, la moglia indiana (1913), egli aveva dimostrato una infallibile intuizione nel seguire i gusti del pubblico. Durante la prima guerra mondiale aveva realizzato film di guerra legati alla cronaca, come The Little American (1917), ispirato all'affondamento del 'Lusitania'. In seguito, nel mutato clima morale degli Anni Venti, De Mille si era specializzato in piccanti commedie sulla vita coniugale come Fragilità, sei femmina! (The Affairs of Anatol, 1921), sullo sfondo di lussuose scenografie. Aveva poi intrapreso la lavorazione del suo film più ambizioso, I dieci comandamenti (The Ten Commandments, 1923), un colosso di enorme successo che venne a costare un milione e mezzo di dollari.
Ma se il suo nome era ormai notissimo, la posizione professionale di De Mille era tutt'altro che sicura. Le polemiche sul costo dei Dieci comandamenti compromisero i rapporti tra il regista e i suoi soci della Famous Players-Lasky, in special modo con Adolphe Zukor. Caduto in disgrazia, nel 1925 De Mille se ne staccò per fondare una propria casa di produzione. Tuttavia, nonostante il successo di una spettacolare vita di Cristo, Il re dei re (1927), molti film della sua carriera rivelarono un fiasco commerciale e i suoi soci e finanziatori persero fiducia in lui.
Fortunatamente negli anni trovò una solida posizione alla Paramount, non solo grazie a questi successi, ma anche perché il nuovo direttore di produzione della casa, Ernst Lubitsch, era un grande ammiratore dei film muti di De Mille. Per il regista, la presenza di Lubitsch fu una vera manna: anche se il suo film successivo, I crociati (The Crusades, 1935), fu un fiasco colossale, gli venne concesso di accantonare temporaneamente i film storici ed egli si dimostrò capace di passare ad un altro genere realizzando La conquista del West (The Plainsman, 1936), basato sulle biografie di Wild Bill Hickok e di Calamity Jane, ma questa volta senza alcuna pretesa di veridicità storica.
Fu un grosso successo commerciale, e così pure il suo film seguente, La via dei giganti (Union Pacific, 1939), epopea della costruzione della Western Union, la prima ferrovia transcontinentale americana. L'enorme successo del film indusse la Paramount a legare a sé De Mille con un contratto quadriennale