Babai

Film 2015 | Drammatico 104 min.

Regia di Visar Morina. Un film Da vedere 2015 con Val Maloku, Astrit Kabashi, Adriana Matoshi, Enver Petrovci, Xhevdet Jashari. Cast completo Titolo internazionale: Father. Genere Drammatico - Germania, Slovacchia, Macedonia, 2015, durata 104 minuti. - MYmonetro 3,35 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 26 gennaio 2016

Il viaggio di Nori alla ricerca del padre diventa una storia esemplare per comprendere il dramma dei migranti.

Consigliato sì!
3,35/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,20
CONSIGLIATO SÌ
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Una coraggiosa opera prima che affronta il tema dell'emigrazione senza fare sconti a nessuno.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Il decenne Nori e su padre Gazim vendono sigarette nel Kosovo pochi anni dopo la caduta del muro di Berlino. Un giorno il padre se ne va senza dare spiegazioni al figlio e affidandolo a uno zio. Da quel momento l'unico pensiero di Nori sarà quello di riuscire a trovare il denaro sufficiente per poter partire alla sua ricerca essendo riuscito ad individuare anche una meta precisa: la Germania.
Ci sono opere prime in cui si sente l'urgenza di condividere la narrazione di un vissuto realmente accaduto senza però scegliere la forma di espressione documentaristica. E' ciò che avviene con grande intensità (anche grazie all'interpretazione del giovane protagonista) in Babai un film che ha il grande pregio di affrontare il tema dell'emigrazione senza fare sconti a nessuno. Perché Nori è costretto a crescere in un microcosmo familiare in cui non è dato scorgere un orizzonte che non sia quello di una cultura arcaica in cui si frustano i figli anche se ormai giovani uomini e dove non c'è alcuna sensibilità, se non formale, nei confronti dei più piccoli. La legge che impera è quella del più forte è il tradimento e il furto sembrano essere le sole regole che consentano di conseguire gli obiettivi prefissati.
La Germania è il luogo da raggiungere a qualunque costo, anche calpestando la residua fiducia di chi è più indifeso. Ed è qui che gli sconti non vengono applicati una seconda volta. Perché non si fa pietismo sul povero migrante quanto piuttosto ci si chiede se il tipo di accoglienza offerta contribuisca a risolvere il problema o a renderlo ancora più complesso. Su tutto ciò domina il tema, proposto sin dal titolo, del rapporto padre/figlio in assenza di una figura materna e in presenza della necessità di una speranza sottoposta a un continuo rischio di frustrazione. Nori ama suo padre e non accetta di essere separato da lui senza alcuna spiegazione. La sua determinazione è straordinaria ma il mondo che si troverà a conoscere sancisce con le sue rigide regole una condizione umana che potrebbe consentire una parafrasi del titolo di un celebre film dei fratelli Coen: l'Europa non è un continente per bambini. Anche quando si commuove, ma solo per poco tempo come accaduto di recente, dinanzi alla fotografia di un bimbo annegato. Babai ce lo ricorda con forza.

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