Woody

Film 2012 | Documentario, 113 min.

Titolo originaleWoody Allen: A Documentary
Anno2012
GenereDocumentario,
ProduzioneUSA
Durata113 minuti
Regia diRobert B. Weide
AttoriWoody Allen, Letty Aronson, Marshall Brickman, Josh Brolin, Dick Cavett, Penélope Cruz, John Cusack Larry David, F.X. Feeney, Robert Greenhut, Mariel Hemingway, Charles H. Joffe.
Uscitavenerdì 21 settembre 2012
TagDa vedere 2012
DistribuzioneBim Distribuzione
MYmonetro 3,36 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Robert B. Weide. Un film Da vedere 2012 con Woody Allen, Letty Aronson, Marshall Brickman, Josh Brolin, Dick Cavett, Penélope Cruz, John Cusack. Cast completo Titolo originale: Woody Allen: A Documentary. Genere Documentario, - USA, 2012, durata 113 minuti. Uscita cinema venerdì 21 settembre 2012 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 3,36 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 3 aprile 2014

Il maestro del cinema Woody Allen protagonista di un documentario prodotto dalla rete televisiva americana PBS e diretto da Robert Weide. In Italia al Box Office Woody ha incassato 35,9 mila euro .

Consigliato sì!
3,36/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,25
PUBBLICO 3,34
CONSIGLIATO SÌ
Summa biografica di un lavoratore instancabile che, nonostante non vedesse un senso, non ha mai smesso di cercarlo.
Recensione di Marianna Cappi
giovedì 20 settembre 2012
Recensione di Marianna Cappi
giovedì 20 settembre 2012

Woody Allen il premio Oscar, Woody Allen il comico televisivo che ha boxato con un canguro, Woody Allen il clarinettista, lo sceneggiatore senza pari, il regista che voleva rifare Bergman e Fellini, l'attore e il direttore d'attori. Il documentario di Robert B. Weide sul regista newyorchese prova a fare il punto su una carriera strabiliante e lo fa partendo dall'uomo Allan Konigsberg, dal suo quartiere di Brooklyn, dal cinema dietro l'angolo che non c'è più, sostituito da un centro medico senza charme, dalla macchina da scrivere, la stessa da quarant'anni, dai ricordi di famiglia, brevi ma preziosi, della madre e della sorella.
Cut cinematografico di un'opera dalla durata doppia, con aspirazioni di summa biografica, Woody gode della disponibilità a parlare di Allen stesso, per quanto sempre circoscritta al minimo indispensabile, a volte quasi affaticata, perché le interviste non sono mai state di suo gradimento - dice - così come il red carpet è sempre stato una tortura: troppo lontano dal mondo reale, ingannevole, insensato. Pur costretto a galoppare tra i quaranta titoli nel minutaggio a disposizione, e dunque a sorvolare su qualcosa e a sacrificare molto, Weide segnala delle cesure importanti, che Allen commenta quasi minimizzando, ridimensionandone senza spocchia la portata. Io e Annie, la prima commedia che parla dell'amore degli adulti e riscrive all'improvviso l'universo di questo genere cinematografico, che dopo quel film non sarebbe mai più stato lo stesso, l'azzardo drammatico di Interiors, la freddezza che ha suscitato l'incompreso Stardust Memories, l'incontro con Mia Farrow, attrice dalla versatilità incredibile e fino ad allora mai esplorata, La Rosa purpurea del Cairo che esplicita il cuore della poetica del regista, ovvero il rapporto tra la vita reale e quella immaginata, creata artisticamente, l'architettura di Crimini e Misfatti, il successo inaudito di Midnight in Paris.
Ne escono due immagini, contraddittorie o forse no: da un lato quella di un bambino allegro che la scoperta della mortalità ha depresso per sempre, dai cinque anni in poi, e dall'altro quello di un lavoratore instancabile, che nonostante non vedesse un senso non ha mai smesso di cercarlo, denunciarlo e raggirarlo. Ne esce soprattutto un "metodo Woody", vincente e forse l'unico possibile per chi dell'arte ha un bisogno letteralmente vitale e non accessorio. Un metodo che consiste nel fare senza sosta, senza perdere tempo, con l'unica condizione che non ci siano condizioni, ovvero che il controllo del regista sul suo prodotto sia totale e che egli possa considerarsi il responsabile di ogni merito e di ogni colpa. Un metodo raro.

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WOODY disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 6 ottobre 2012
GreenHatMan

Se a un certo punto della vostra vita avete deciso di saperne di più su quell'ometto rosso con gli occhiali dalla montatura monumentale, e se siete rimasti affascinati dalla sua straordinaria versatilità (come regista, sceneggiatore e attore di film che spaziano dal comico slapstick alla commedia impegnata con saltuari riferimenti al drammatico), questo film è una fermata obbligata. [...] Vai alla recensione »

domenica 23 settembre 2012
renato volpone

Dopo Roman Polansky ecco un altro documentario su un regista famoso vivente: Woody Allen. Visto il primo! qui lo spettatore si aspetta un agguato dalla noia, ma da subito scopre che il racconto fila divertendo e appassionando il pubblico. Il faro viene puntato sulla vita artistica del regista, sui suoi desideri, le sue emozioni, lasciando solo marginalmente trapelare alcuni aspetti spinosi della sua [...] Vai alla recensione »

mercoledì 26 settembre 2012
giugy3000

Ho faticato a lungo per vedere questa pellicola in quanto a soli 4 giorni dall'uscita nella mia città in maniera stra vergognosa si trovava soltanto in UN SOLO CINEMA! Mai vista una cosa simile...comunque andando al sodo è un film di cui consiglio caldamente e molto appassionatamente la visione, sia chi siate folli amanti del genio-cineasta americano (come me!!), sia che lo conosciate [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 settembre 2012
Flyanto

Film documentario sulla vita, le opere e gli amori del celebre Woody Allen. Il tutto si dispiega sia attraverso le interviste fatte ai  diversi registi, sceneggiatori, produttori ed attori che hanno lavorato e che lavorano con lui sia attraverso quelle rivolte a lui stesso, da cui emerge una personalità schiva ed assolutamente poco propensa al mostrarsi in pubblico.

sabato 22 settembre 2012
HenrySpencer

Un ottimo documentario-verità sulla vita di uno dei personaggi più influenti del panorama mondiale degli ultimi decenni. L'umorismo tagliente a volte fuori dalle righe, una comicità micidiale e sorprendente, tutto questo è Woody Allen e son solo. L'uomo che si nasconde dietro una cinepresa è un uomo fragile, schivo, acido forse. Questo documentario ne è una degna rappresentazione.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alberto Crespi
L'Unità

La scena più emozionante di Woody, in questa epoca di computer e i-pad, è quella in cui il caro vecchio Allen permette alla troupe di entrare nel suo studio, mostra il tavolo dove lavora con la sua vecchia macchina per scrivere e spiega la sua tecnica di scrittura. Il suo «copia & incolla» (operazione che tutti noi, ormai, facciamo con due «cliccate» di mouse) è letteralmente un «taglia&incolla».

Valerio Caprara
Il Mattino

La premessa importante è che nel suo bio-documentario il regista Robert B. Weide si è piazzato all'altezza di Woody Allen, rifuggendo dal gossip e dalla cinefilia e mettendo in campo strumenti critici di prima scelta. «Woody» è davvero un ritratto dell'artista come non era mai stato raccontato, una fluida carrellata guidata, in pratica, a quattro mani.

Philip French
The Observer

Anche se di recente ha diretto Star system, la specialità di Robert B. Weide sono i documentari sui comici statunitensi. Questo film nasce come speciale televisivo in due puntate - di cui al cinema è stata destinata una versione accorciata - in cui seguiamo Woody Allen in giro per New York mentre lui e un largo cast di amici e collaboratori parlano della sua vita e del suo lavoro.

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Woody Allen documentary dello statunitense Robert Weide è una biografia falso-scolastica di 113', che parte da Brooklyn e termina sul set di To Rome with love, dedicata al rampollo scatenato di una famiglia piccolo borghese, ma longeva, di origini yiddish, che doveva diventare «farmacista», ma odiava troppo la scuola per non passare i suoi pomeriggi al Midwood Cinema o a Coney Island, 15 minuti di [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Ecco Woody Allen raccontato da parenti, amicie colleghi. Con largo spazio a Diane Keaton e Mia Farrow. Un documentario che sfiora le due ore, ripercorrendo in ordine cronologico la carriera di un genio. Con il protagonista che non esita a mostrare come e dove lavora (anche sdraiato sul letto), scarabocchiando appunti. Computer? No, macchina da scrivere e pinzatrice.

Giuseppe Ghigi
Il Gazzettino

Che il cinema abbia una lunga storia alle spalle è dimostrato dai vari metafilm che ripercorrono le vicende autoriali. Qui, Robert B. Weide, biografo documentarista di professione, ci offre tutto quello che avremmo voluto vedere o rivedere della carriera di Woody Allen. Piacevole e ricco viaggio nella vita personale e artistica di un uomo: Woody fuori dalla schermo è come fosse nello schermo, e viceversa. [...] Vai alla recensione »

NEWS
VIDEO
mercoledì 12 settembre 2012
Nicoletta Dose

Il sottotitolo del documentario Woody di Robert B. Weide dice esattamente così: tutto quello che avreste voluto sapere su Woody Allen (il cui vero nome è Allan Stewart Konisberg) e che non avete mai osato chiedere.

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