Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Stefano Tummolini |
Attori | Antonio Merone, Lucia Mascino, Chiara Francini, Tiziana Avarista, Francesco Grifoni Mario Grossi, Saschat, Francesco Zecca, Michele D'Aiello. |
Uscita | venerdì 7 novembre 2008 |
Distribuzione | Ripley's Film |
MYmonetro | 2,98 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 5 novembre 2009
Una mattina d'estate Salvatore osserva l'orizzonte di dune che si staglia sul blu del cielo, oltre c'è la spiaggia e un'intera giornata da trascorrere. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Un altro pianeta ha incassato 58,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Una mattina d'estate, Salvatore si addentra tra le dune che costeggiano il mare per un incontro occasionale con un uomo; un atto silenzioso e privo di sentimento. Ancora non sa che in spiaggia sta per incontrare un gruppo di donne che lo costringerà a fare i conti proprio con le parole e con i sentimenti, quelli sepolti nel passato e quelli che potrebbero sbocciare in un futuro che ha già fatto capolino.
Girato in una settimana in HDV nella spiaggia di Capocotta, nei pressi di Torvajanica, Un altro pianeta di Stefano Tummolini è un prodotto alieno tanto rispetto alle consuetudini produttive -980 euro di budget in tutto, auto-reperiti ed autogestiti- quanto rispetto alla commedia italiana odierna, poiché riporta in auge e in atto il progetto zavattiniano di mostrare novanta minuti consecutivi della vita di un uomo e farne uno spettacolo non di pop art ma di umana materia.
Nella finzione, nell'unità di luogo dell'oasi naturista e nell'unità di azione di un'unica giornata, dalla mattina al tramonto, Salvatore è un gay un po' macho e molto rozzo, che vorrebbe solo starsene in pace con i suoi ricordi ma viene concupito da tre ragazze di passaggio e da un loro amico giovane e malizioso, di nome Cristiano.
La staccionata che separa il bagnasciuga dalle dune, separa il crudo realismo della sequenza iniziale dal rohmeriano racconto d'estate che prosegue sulla sabbia. La sintesi di tesi e antitesi apparirà al tramonto, non a caso nell'ora del raggio verde, di nuovo tra le dune, esplorate, questa volta, con sguardo mutato e passo leggero.
Dissertando con il mezzo filmico di natura (leopardiana), naturismo e naturalismo, Un altro pianeta raggiunge vette di inatteso spasso e sorprendente calibratura degli ingredienti dolci e amari che lo compongono.
I protagonisti, Salvatore e Daniela, si presentano inizialmente con un'identità fittizia, più facilmente riconoscibile e socialmente accettabile (il poliziotto, la zitella), salvo poi svelarsi e svelarci i loro segreti nel calore dell'amicizia che nasce sguardo dopo sguardo, gaffe su gaffe. Parimenti, dietro il lancio che lo vorrebbe scabroso, tra le righe di un dialogo solo apparentemente ingenuo, si dipana un minuetto scritto da uno sceneggiatore rodato (lo stesso Tummolini, all'esordio nella regia del lungometraggio), provato e riprovato con gli attori prima del giorno del ciak, originale e straniante come sono il personaggio di Salvatore e la sua elaborazione del lutto alla luce del sole, possibilmente senza slip.
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Avverte Antonio Merone, attore protagonista nonché sceneggiatore: «Le persone sono pianeti complessi, la sessualità è uno degli elementi che ci definisce. Ci siamo divertiti a giocare con i luoghi comuni sul sesso, specie quelli che riguardano i gay. Per ribaltarli. Ma l’orientamento sessuale è solo un punto di partenza per affrontare il tema dell’identità».
Era stato etichettato come un film scandalo, Un altro Pianeta di Stefano Tummolini. A causa, soprattutto, dell'ambiente in cui si svolge: le dune di Capocotta a Ostia (il litorale romano), luogo di oasi naturiste e di incontri sessuali omosex molto mordi e fuggi. E in effetti, a guardare la prina sequenza - un rapporto orale tra due uomini, che non si conoscono e non si dicono nemmeno una parola - [...] Vai alla recensione »
Tutto in una spiaggia. Ma non dentro una cabina come in Casotto di Sergio Citti. Tutto è a cielo aperto nell'avventura di Stefano Tummolini Un altro pianeta, ambientato tra le dune del litorale di Capocotta. Bella sorpresa italiana a zero budget (1000 euro) proveniente dalle "Giornate" veneziane, il film gioca sul ribaltamento delle premesse: un uomo minaccioso e rapace è in realtà l'ultimo dei romantici [...] Vai alla recensione »
Minuscola produzione, piccola rivelazione. Quel tipo dall' aria strafottente da meridionale macho che attraversa le dune di una spiaggia del litorale romano, strada facendo si fa rimorchiare da un tizio e consuma un fugace incontro, infine approda alla spiaggia ed esibisce la sua prestante nudità, fa sbuffare chi teme una specie di manifesto dell' orgoglio gay.
Un rapporto sbrigativo tra le dune con un ragazzo di passaggio, poi Salvatore arriva sulla spiaggia, stende l´asciugamano, si spoglia. Potrebbe essere una giornata qualunque di prima estate, se il suo sguardo non fosse attratto dal giovane Cristiano e se tre amiche, Eva, Stella e Daniela non lo chiamassero, lui completamente nudo, ad aiutarle a montare una tenda.
Quando Salvatore (Antonio Merone) si staglia sulle dune di Castelporziano con la bandana in testa e i bicipiti in mostra, dopo pochi secondi vediamo che è lì per rimorchiare. Dopo aver olimpicamente consumato scende al mare e si prepara a trascorrere una giornata in spiaggia per continuare a guardarsi intorno, ma viene subito coinvolto da un terzetto di ragazze.
Un universo d’affetti in poche centinaia di metri di spiaggia: è questa la sfida dell’esordiente Stefano Tummolini, che dichiara amori necessari come Fassbinder e Antonioni ma a livello quanto meno subliminale segue le orme del sole sulla sabbia lasciate dall’Eric Rohmer delle commedie e dei proverbi. Un giorno al mare, dunque, con un uomo che s’affretta a consumare sesso con un altro uomo e poi vagabonda [...] Vai alla recensione »
Sulle dune di Capocotta, Salvatore va a farsi una botta. Con un gay di passaggio come lui: è estate e deve scordare il suo compagno. Tutto qui? Ma no: per mirare a novanta minuti dalla vita di un uomo solitario (però, Zavattini te lo scordi!), nell'oasi di naturisti e nudisti guardoni, il regista esordiente immette nella scena sabbiosa tre amiche e un ragazzo, alle prese col montaggio d'una tenda. Vai alla recensione »