Un altro pianeta |
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Un film di Stefano Tummolini.
Con Antonio Merone, Lucia Mascino, Chiara Francini, Tiziana Avarista, Francesco Grifoni.
continua»
Drammatico,
durata 81 min.
- Italia 2008.
- Ripley's Film
uscita venerdì 7 novembre 2008.
MYMONETRO
Un altro pianeta
valutazione media:
2,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UN ALTRO PIANETA (andata&ritorno).di Claudio SalvatiFeedback: 0 |
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venerdì 10 ottobre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
- di CLAUDIO SALVATI - Vivere su un altro pianeta deve essere straniante almeno quanto il prendere coscienza che nella vita esiste una possibilità in più e diversa di quello che si è disposti a credere per se stessi. È così che Stefano Tummolini deve aver vissuto la sua prima volta dietro la macchina da presa, per la regia del suo film d’esordio, Un Altro Pianeta. Sceneggiatore apprezzato per Maurizio Ponzi e soprattutto per Ozpetek, con cui ha lavorato per Il Bagno Turco – Hamam, Tummolini ha appreso da quest’ultimo l’arte di amare i suoi protagonisti, di riscaldarli quando soffrono il freddo della solitudine e di scuoterli quando gozzovigliano nell’abulia del proprio microcosmo, allontanandosi tuttavia dal sentimentalismo di maniera in cui inciampano spesso gli esordienti. E così sceglie di narrare con pochi mezzi e un’intraprendenza commovente, la giornata surreale di Salvatore, che nella spiaggia romana di Capocotta, tra le dune frequentate da nudisti e gay, spera di trovare quel sesso occasionale che lo estranei dalla realtà, e invece finirà col tuffarsi in una consapevolezza un po’ amara, ma anche tanto liberatoria, del senso della vita. Sarà poi il suggestivo incontro con tre ragazze a sconvolgere la routine di quella giornata così diversa. Una storia senza tempo, che solo la scelta di certi stili, mode, attualità, contestualizza, e che tuttavia in quel lembo di sabbia cocente poggia in sé il senso di stordimento, e il magma che ribolle è come la solitudine sopita dei suoi protagonisti. Protagonisti quanto mai vivi, bisogna riconoscerlo, nella loro capacità di dare affetto e riceverlo, di vivere il passato, con i suoi odori e sapori, e di affacciarsi al futuro. E le musiche dei giovane compositore Francesco Maddaloni spaziano tra gli stati d’animo, accarezzando le situazioni con elegante presenza, senza invadere né gli spazi, né le difficili psicologie di questi uomini e donne così tormentati, eppure vogliosi di vita. Il cast di attori offre una prova encomiabile per risultato e devozione (hanno recitato gratis) e su tutti è doveroso citare Antonio Merone, anima e soprattutto corpo di questo prezioso film, che nella parte di Salvatore si abbandona attraverso un viaggio crepuscolare nella intimità umana, fatta di ricordi, esperienze, tempi, e Chiara Francini, una magnifica Stella, ragazza del gruppo, che diventa il collante umano attraverso cui queste solitudini interagiscono alla scoperta di loro stessi, che catalizza l’attenzione e la benevolenza del pubblico con una leggiadria e un “sense of humor” che sono presagi di altri tormenti. A voler trovare un difetto, proprio perché siamo umani, si potrebbe imputare al regista un incipit titubante e lento, che tuttavia saprà riscattarsi nel corso del film, e la scelta di Francesco Grifoni in un ruolo non proprio marginale, evidentemente lontano dalle corde interpretative di un attore ancora poco maturo e troppo monocorde. Vincitore del Queer Lion al Festival di Venezia 2008, sotto il giudice occhio di Tinto Brass, un film che è un piccolo miracolo. CLAUDIO SALVATI
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