Titolo originale | Taiyang zhaochang shenqi |
Anno | 2007 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina, Cina |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Wen Jiang |
Attori | Wen Jiang, Joan Chen, Zhou Yun, Jaycee Chan, Anthony Brandon Wong . |
Tag | Da vedere 2007 |
MYmonetro | 3,02 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Quattro storie a incastro ambientate in luoghi diversi della Cina
CONSIGLIATO SÌ
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Giunto alla sua terza regia, Jiang Wen è stato protagonista di alcuni dei capolavori dei più importanti registi cinesi contemporanei come Sorgo rosso di Zhang Yimou (1987). In questo nuovo lavoro presenta quattro storie differenti solo all'apparenza separate tra di loro. "Follia", "Amore", "Il fucile" e "Sogno" sono i titoli dei capitoli in cui è suddivisa la pellicola ma rappresentano anche le quattro stagioni dell'anno. Una giovane vedova diventata pazza vive con il figlio in attesa del ritorno del marito. In un campus universitario passioni proibite vengono vissute all'interno di un triangolo. Il comandante di una brigata giovanile seduce la moglie di un vecchio cacciatore. Infine, due ragazze attraversano il deserto del Gobi alla ricerca dei loro amori.
In ogni parte del film lo sfondo storico viene accantonato per far emergere i sentimenti e l'amore. Le diverse linee temporali utilizzate riflettono le forze misteriose che incrociano il destino delle persone modellato e cambiato senza che loro se ne accorgano. Gli snodi fondamentali della vita (matrimonio, morte, nascita) prendono forma attraverso un lavoro di addizioni visive e narrative.
Come in un puzzle, ogni pezzo è funzionale a riempire un vuoto e il senso generale si può cogliere solo una volta che l'immagine viene completata. Il continuo salto tra presente e passato unifica i cammini dei vari protagonisti grazie soprattutto a elementi naturali e incantati.
Magnificamente fotografato, il film si serve di verdissime colline a gradoni o aride steppe desertiche per richiamare continuamente la potenza della natura che non è solo semplice sfondo scenografico ma anche estensione emotiva delle singole umanità. Elementi magici e vagamente soprannaturali sfiorano i personaggi della storia in un modo così delicato da far apparire la realtà stessa una fiaba. Oggetti e animali, messi allo stesso piano degli esseri umani, si animano e si annullano con un tale intensità come se fossero guidati da una bacchetta.
Il primo e unico lunedì della Mostra promette di riverberarsi sul sabato della premiazione: c'è odore di Leoni. Sia The Darjeeling Limited che La graine e le rnulet sono film da premio, come vi diciamo altrove, e anche il terzo film in competizione di una giornata fin troppo ricca ha le sue chances. Anche perché è diretto da Jiang Wen, che come attore ha lavorato spesso con il presidente della giuria [...] Vai alla recensione »
Nel cielo del lido esplodono i raffinati fuochi d'artificio del cinese Jiang Wen. Interprete di opere dei maggiori cineasti della Cina,. regista in proprio con film che hanno raccolto consensi a importanti festival (il Gran premio della giuria a Cannes nel 2000) non è uno che metta a proprio agio gli spettatori. I quali, davanti a Il sole sorge ancora si sentono a disagio.
Composto da quattro racconti collocati uno nel 1958 e tre nel 1976 in paesaggi di meravigliosa bellezza dello Yunnan e del deserto del Gobi, Il sole sorge ancora di Jiang Wen è il primo film cinese in concorso. Ex attore (anche in Sorgo rosso e Keep Cool di Zhang Yimou), 44 anni, il regista racconta dell'esistenza sognante d'una madre e di suo figlio, di passioni ribalde in un campus universitario, [...] Vai alla recensione »
"Le soleil se lève aussi", chronique des tentations pendant la révolution culturelle Les ruses que doivent déployer les cinéastes chinois pour échapper à la censure rendent difficile la perception de l'oeuvre de ce surdoué. Né en 1963 dans une famille de militaires, Jiang Wen s'est fait un nom comme acteur, en particulier dans Le Sorgho rouge, de Zhang Yimou où il partageait l'affiche avec Gong [...] Vai alla recensione »