«Il sole sorge ancora» nella Cina maoista in veste di una bella fiaba
di Alberto Crespi L'Unità
Il primo e unico lunedì della Mostra promette di riverberarsi sul sabato della premiazione: c'è odore di Leoni. Sia The Darjeeling Limited che La graine e le rnulet sono film da premio, come vi diciamo altrove, e anche il terzo film in competizione di una giornata fin troppo ricca ha le sue chances. Anche perché è diretto da Jiang Wen, che come attore ha lavorato spesso con il presidente della giuria Zhang Yimou, e se non ci si aiuta fra amici... Scherzi a parte, Il sole sorge ancora (così si traduce il titolo internazionale, su quello cinese non ci pronunciamo) è un lavoro notevole con una caratteristica particolare: racconta la rivoluzione culturale con toni quasi da fiaba, e il regista-attore si professa innamorato di John Ford («Mi piace quel film tratto da Maupassant, quello sulla diligenza, coane si chiama? Ah, sì: Stagecoach»: in italiano, per la cronaca, Ombre rosse) e del realismo magico sudamericano alla Marquez, che lui preferisce chiamare, strizzando l'occhio, «magia realistica». [...]
di Alberto Crespi, articolo completo (2309 caratteri spazi inclusi) su L'Unità 4 settembre 2007