L'indiscreto fascino del peccato

Film 1983 | Grottesco, 87 min.

Regia di Pedro Almodóvar. Un film con Carmen Maura, Julieta Serrano, Cristina Sánchez Pascual, Marisa Paredes, Chus Lampreave. Cast completo Titolo originale: Entre tinieblas. Genere Grottesco, - Spagna, 1983, durata 87 minuti. Uscita cinema giovedì 15 giugno 2023 distribuito da CG Entertainment. - MYmonetro 2,98 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 25 luglio 2023

Un'assassina si rifugia in un convento madrileno dove le suore, per meglio comprendere e quindi salvare le anime traviate, si immergono a loro volta n... In Italia al Box Office L'indiscreto fascino del peccato ha incassato 16,3 mila euro .

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Consigliato sì!
2,98/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,96
CONSIGLIATO SÌ
Un film che affonda il coltello dell'ironia nell'esponente di quella borghesia che vede come emblema del falso moralismo.
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 7 giugno 2023
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 7 giugno 2023

Yolanda è una cantante di night club che vede morire il suo compagno in seguito all'iniezione di una dose di eroina che lei stessa gli aveva portato. Cerca rifugio, avendo trovato nella borsa un biglietto da visita lasciatole da una suora sua ammiratrice, nel convento delle Redentrici Umiliate. Si tratta di un ordine in cui le sorelle hanno assunto nomi umilianti (Topa, Sterco, Perduta) per corrispondere alla denominazione. Ognuna di loro poi ha un vizio segreto. C'è chi si droga con l'eroina per condividere ciò che provano le donne che vuole redimere, chi scrive romanzi erotici sotto falso nome, chi ha allucinazioni procurate da LSD. C'è anche un sacerdote che fuma mentre celebra la messa, ama My Fair Lady e si diletta di sartoria per vestire in modo moderno le statue della Madonna.

Almodóvar al suo terzo film ha già acquisito la consapevolezza su che cosa aspettarsi dal pubblico e su quale effetto vuole che i suoi film ottengano.

Dichiara infatti nel diario relativo alla lavorazione del film: "Nell''83 è abbastanza anacronistico cercare di scandalizzare con un film, l'ho già detto mille volte. Ho detto anche che non intendo provocare lo spettatore ma farlo mio complice e perfino qualcosa di più". Rivisto a distanza di 40 anni il film ovviamente scandalizza ancor meno di quanto non potesse eventualmente fare all'epoca ma consente una riflessione particolare.

La Spagna ha visto la morte di Francisco Franco otto anni prima e la vita democratica sta riconquistando lo spazio che le compete. Con il franchismo una parte del cattolicesimo (quella vicina al governo) aveva mostrato il suo volto più retrivo e conservatore. Come può Pedro trattenersi dall'ironizzare in materia? Non può ma, nonostante tutto, riesce a rimanere al di qua del confine della blasfemia. La sua presa in giro, che finisce anche con l'essere bonaria con alcune delle suore, non tocca mai i protagonisti degli atti di fede.

Sono gli esseri umani a provare tutte le passioni possibili in uno slancio di espiazione (con i nomi) e di condivisione. La Madre Superiora, suor Julia, per il regista è "un insieme di San Giovanni Bosco e Jean Genet" con le foto delle attrici più sensuali del cinema appese alla parete. In fondo siamo in un convento dove può vivere anche una tigre che si mangia tutta la carne disponibile accompagnata dal suono dei bonghi mentre alle consorelle resta la verdura. Senza svelare quale sia il finale può essere utile che lo spettatore venga a conoscenza di quello che era stato pensato nella fase di sceneggiatura: suor Julia finiva in prigione per traffico di droga, suor Topa rinunciava ai voti e scriveva la biografia della marchesa mentre Yolanda tentava di sedurne il nipote, una sorta di Tarzan tornato dall'Africa dove la madre, suora missionaria, era stata mangiata dai cannibali.

A proposito della marchesa si veda come in questo caso davvero Pedro affondi il coltello dell'ironia nell'esponente di quella borghesia che vede come emblema del falso moralismo. Il tutto viene poi ulteriormente arricchito sul piano musicale. Sono le parole di un bolero che permettono a suor Julia di confessare l'amore per Yolanda (che era entrata nella chiesa del convento avvolta dalla luce che solo lei aveva visto) e sarà una canzone di quest'ultima ad affermare invece il proprio disinteresse nei suoi confronti. Lo spazio chiuso dell'edificio religioso viene messo in relazione con le poche scene in esterno. In fondo la differenza tra i due non è poi così grande.

Anche se non siamo ancora (nonostante dei mezzi finanziari più consistenti rispetto ai due primi film) di fronte a quella ricerca estetica che poi diverrà un elemento fondamentale del suo cinema ce n'è uno sul piano narrativo che fa la sua comparsa e poi tornerà spesso: la morte. In questo caso si tratta dell'elemento che fa da motore all'intera vicenda. Nel futuro assumerà una presenza di maggiore impatto nel tentativo, dichiarato, di cercare di abituarsi all'idea.

Un'ultima annotazione. Come spesso accadeva (e accade) il titolo italiano diventa quasi wertmulleriano. L'originale significava molto più direttamente: Tra le tenebre.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
Comicità grottesca per il maestro della provocazione.
Recensione di a cura della redazione

Un'assassina si rifugia in un convento madrileno dove le suore, per meglio comprendere e quindi salvare le anime traviate, si immergono a loro volta nel peccato. Almodovar si diverte a dipingere un quadro provocatorio e anticonformista, raggiungendo punte di grottesca comicità.


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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 18 marzo 2017
emanuele marchetto

La protagonista è Yolanda, una cantante eroinomane accusata di un delitto che non ha commesso e che si rifugia presso un convento di suore dedite alla droga, alla letteratura erotica e al lesbismo. La missione di queste suore è di combattere il peccato, ma se i peccatore non esistessero più la loro missione non avrebbe più senso: per paura di ciò si sono messe [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 28 giugno 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Un'estate con Almodóvar, cinque titoli restaurati pescati nel primo periodo creativo, il più scatenato il più insolente, in seguito non è che Pedro abbia messo la testa a posto più che tanto, buon per lui e per noi. "L'indiscreto fascino del peccato", la sua opera terza, inizia con un morto (per overdose): era il fidanzato della cantante (di nightclub) Yolanda, la droga gliel'ha procurata lei.

domenica 18 giugno 2023
Giorgio Amadori
Sentieri Selvaggi

La terza tappa del cinema di Pedro Almodóvar (quarta se iniziamo a contare dal film lungo in Super 8 Folle... folle... fólleme Tim!) comincia a definire in maniera più distinta i contorni tematici e stilistici del regista spagnolo. L'indiscreto fascino del peccato, operazione dalle esplicite referenze buñuelliane, incarna compiutamente le spinte più eversive del cinema di Almodóvar.

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