È stato presentato il programma della 38.ma edizione della Settimana della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal SNCCI, che quest’anno spazierà dal noir alla fantascienza fino ad arrivare all’horror. In concorso anche l'italiano About Last Year.
di Paola Casella
La prima parola che viene in mente osservando la selezione di concorso della 38esima edizione della Settimana della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, è: coraggio.
Non solo quello preannunciato dalla Delegata generale Beatrice Fiorentino nella presentazione online dei contenuti, in un’ottica di sostenibilità che è di per sé una scelta coraggiosa, che spaziano dal documentario al film di genere – noir, fantascienza, horror con tanto di ragni infestanti e di morti viventi assetati di sangue – a “una visione queer oltre le convenzioni, le etichette e le categorie”.
C’è anche il coraggio del team di selezionatori capitanato da Fiorentino, che comprende Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni, impavidi nell’investire anche su lungometraggi low budget, girati (illegalmente) con i cellulari all’interno di una prigione, attraverso non luoghi ben oltre Marc Augé e in quelle banlieu infuocate che popolano le pagine dei giornali.
E c’è infine il coraggio di azzardare paragoni cinefili alti, da Fassbinder a Serra, da Mandico a Wong Kar-Wai, da Corman a Lee Chang-Dong, senza temere il politically correct nel nominare Polanski e Leni Riefenstahl.
Infine la Sic38 non ha paura di essere anche cinema di intrattenimento popolare, mantenendo sempre un criterio fondamentale di scelta: “Cinema che sa cosa dire, e come dirlo”.
Quest’anno è ribaltata la tendenza degli anni passati, che vedeva molte registe nella sezione dedicata ai corti, meno in quella dei lungometraggi: su sette film del concorso Sic38, quattro sono diretti da donne, mentre i corti sono a maggioranza maschile (ma quello di apertura, Incontro di notte, è firmato da una regista “peso massimo” come Liliana Cavani).
Il film di apertura, God is a woman di Andres Peyrot, una coproduzione Francia, Svizzera e Panama, è descritto da Fiorentino come “un’appassionante riflessione sulla responsabilità del fare cinema, sull’appartenenza e sul senso di comunità. Un film che decolonizza lo sguardo e ragiona sul potere dell’immagine”.
Il film di chiusura è la coproduzione franco-marocchina Vermin di Sébastien Vanicek, un horror “metafora della minaccia neocapitalista” che racconta “la marginalità delle banlieu con un discorso sociale urgente e di lucida precisione, distante da banali semplificazioni, polarizzazioni e cliché”. Infine l’evento speciale fuori concorso organizzato in collaborazione con la Mostra di Venezia e le Giornate degli Autori: Passione critica, nato da un’idea di Cristiana Paternò, Presidente del SNCCI, e firmato da Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi, un documentario che racconta cinquant’anni di storia della critica nel nostro Paese.