L'importanza di chiamarsi Lee Chang-dong. Ovvero: essere uno dei più importanti registi e sceneggiatori del nuovo cinema asiatico, ma anche ritrovarsi Ministro della Cultura e del Turismo dello Stato della Corea del Sud che ha già trascinato al successo in vari festival cinematografici europei.
Non si può sentire un po' di soggezione nello scrivere di lui e dei suoi film che hanno, tutti e nessuno escluso, un effetto straniante sullo spettatore così come sul critico, forse per colpa dell'inevitabile sovrapposizione nell'inconscio dello spettatore fra la nobiltà di certi sentimenti considerati puri e il brillante accostamento con personaggi underground e realtà ancora più solitarie e povere. Se un difetto c'è e si vuole proprio trovare, le sue sono pellicole con l'avvio di lenta carburazione, ma sta di fatto che malgrado tutto sia leggermente artificioso, il carisma di cui sono impregnate le immagini scalda e stimola, regalando momenti di grande interesse e fiammate segnate nel più profondo rammarico umano.

La carriera da scrittore
Classe 1954, nasce a Daegu, un sobborgo della Corea del Sud. Laureato nel 1981 in Letteratura Coreana all'Università Nazionale Kyungpook, inizia fin da subito a occuparsi di regie teatrali, drammaturgia e commediografia. Dopo aver insegnato lingua coreana nei licei, decide di scrivere il suo primo romanzo "Chonri" pubblicato nel 1983. Arrivato all'età di quarant' anni si approccia al cinema scrivendo ben due sceneggiature: Geu seome gago shibda (1993) e Jeon tae-il (1995) diventate film per Park Kwang-su.

Il suo primo lungometraggio
Incoraggiato a diventare un regista, decide di seguire questo stimolo e, nel 1997, dirige il suo primo lungometraggio Il pesce verde con Seong-kyu Han, Suk-kyu Han e Mun-shik Lee, all'interno del quale descrive la società coreana attraverso gli occhi di un giovane ragazzo invischiato nella criminalità underground.

Caramella alla menta
Nel 1999, arriva un altro film Caramella alla menta (1999), la storia di un giovane uomo raccontata a ritroso e che ripercorre ben venti anni di Storia sudcoreana, dagli studenteschi anni Ottanta ai più recenti Duemila.

Oasis
Tutti questi film ricevono enormi elogi dalla critica, anche se il suo miglior film rimane Oasis (2002) con Moon So-ri e Ahn Naesang, vincitore del Premio FIPRESCI per l'audacia e il coraggio nell'esplorazione delle difficoltà della comunicazione, ma anche del SIGNIS Award e del Premio Speciale della regia. Lee Chang-dong dimostra con quest'ultimo lungometraggio di essere un autore sensibile e premuroso nel tratteggiare crudamente e poeticamente la curiosa storia d'amore fra un galeotto svitato e una disabile abbandonata dalla propria famiglia. Si richiama quel neorealismo italiano a noi tanto caro e così presto dimenticato, ma anche quella tenerezza, quel risentimento, quella comicità, quella disperazione estrema e quasi commovente che l'amore (raccontato all'italiana) suscita in ognuno di noi, lì dove anche l'etica depone le sue armi e ci si lascia trascinare dalla bellezza lancinante del sentimento, sia esso acceso in una scenografia squallida e disgustosa tanto da sembrare surreale.

La luce segreta e il Ministero della Cultura
Dal 2003 al 2004, diventa Ministro della Cultura e del Turismo della sua nazione, ma questo non gli impedisce di continuare a fare il regista.
Nel 2007, arriva infatti l'enigmatico, interessante e applaudito La luce segreta, dove si spoglia di tutta la diplomazia del suo ruolo nel raccontare il melodramma di una vedova il cui figlio viene ucciso in un sequestro a scopo di estorsione, lacerando il fanatismo religioso cristiano e facendo luce sui danni irreversibili che questo potrebbe portare nella vita di ognuno di noi. La pellicola è così buona che viene scelta per rappresentare la Corea del Sud nella categoria miglior film straniero.

Poetry
Dopo aver ricevuto la Legion d'Onore dal governo Francese per il suo contributo culturale nel campo della diversità, Chang-dong, entra nella giugia del 61° Festival di Cannes accanto a Isabelle Huppert, Shu Qi e Robin Wright Penn. Mentre già nel 2010 firma un nuovo film: Poetry, incentrato sulle fatiche quotidiane di una nonna che deve accudire un nipote delinquente e uno semiparalitico, relegando al sogno il desiderio di diventare una poetessa, anche se sarà proprio la poesia a far rifiorire in lei il sentimento, la consolazione e il metodo per guarire, guardare e capire.
L'ultima fatica del regista esce nel 2019: Burning - L'amore brucia, film sfuggente che racconta la complessità del nostro presente.

La carriera di produttore
Anche produttore, ha finanziato il film di Gina Kim Mai per sempre (2007) con Vera Farmiga e A brand new life (2009) con Ounie Lecomte.