L’evento di Trieste offre un programma sterminato una cui selezione sarà disponibile anche in streaming eccezionalmente per 10 giorni a partire dall’1 luglio.
I film saranno disponibili per il pubblico di MYmovies ONE e MYreload.
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di Roberto Manassero
Lo ShorTS International Film Festival, che si terrà a Trieste dall’1 al 9 luglio e fino al 10 luglio sulle piattaforme MYmovies ONE e MYreload, ha un’anima duplice, che non si esaurisce nell’aver consolidato la formula in presenza e quella virtuale. La sua vera natura risiede nel dialogo fra formato lungo e breve, fra la ricca selezione di corti (di cui online se ne vedrà una selezione) e quella dei lunghi presentati dal vivo.
Ottantuno i corti internazionali selezionati da Shorts e inseriti nella sezione competitiva Maremetraggio; sedici quelli del Focus tematico dedicato a Israele, fra film titoli storici e altri più recenti; otto i corti provenienti dagli European Film Awards; ventitré quelli di Shorter Kids’n’Teens; otto, infine, quelli della sezione dedicata alla realtà virtuale, da vedere non in solitaria ma in gruppo, a 360°…
Uno sguardo dunque amplissimo su una produzione che rappresenta uno dei tanti volti della produzione cinematografica mondiale e che soprattutto nella sezione competitiva offre lavori da non perdere, sospesi fra racconti di finzione classico, documentario, sperimentazione, performance.
Nella selezione online su MYmovies (disponibile per gli abbonati a MYmovies ONE o MYreload) spiccano in questo senso The Speech di Mohammad Hijazi, dominato dal mattatore Denis Lavant; l’americano Burros di Jefferson Stein, storia di un incontro fra migranti nel pericolosissimo deserto di Sonora; la commedia romantica canadese First Love di Beatrice Woo; le sperimentazioni visive di Creature dell’argentina María Silvia Esteve o dello spagnolo Listen to Me di Paula Armijo, strano ibrido fra doc e alterazione dell’immagine; l’alienazione quotidiana al centro dello svizzero On Solid Ground di Jela Hasler; le atmosfere impressioniste di Podul de piatrâ dello spagnolo Artur-Pol Camprubí; e poi piccole perle del cinema d’animazione come l’austriaco In the Upper Room di Alexander Gratzer (Austria) e il portoghese Poise di Luís Soares (Portogallo).
Infine due storie di libertà e trasgressione da contesti storici e geografici distanti: il libanese Warsha di Dania Bdeir, vicenda di un operaio che trova più clamoroso il modo per esprimere la sua vera passione, e l’irlandese Ruthless di Matthew McGuigan, sull’esplosiva rivoluzione del glam rock, che negli anni ’70 arriva a condizionare anche la tensione dei Troubles in una città blindata come Belfast.