Dan Gilroy e Jake Gyllenhaal si ritrovano dopo Lo sciacallo in un film che racconta i mostri umani meglio di quelli esoterici. Ora su Netflix.
di Ilaria Ravarino
Morf Vandewalt è un critico d'arte tra i più temuti sulla scena delle gallerie californiane. Un giorno, quando ormai è convinto di non poter essere più sorpreso da nulla, si imbatte nei quadri di un artista sconosciuto, che la sua amica (e amante) Josephine, assistente della gallerista Rhodora, dice di aver trovato per caso abbandonati in strada. Si tratta di quadri bellissimi, ipnotici e originali, di cui Morf si innamora all'istante. Peccato che le cose non siano andate proprio come le ha raccontate Josephine: quei quadri appartengono a un artista morto, e per nessun motivo al mondo Rhodora li avrebbe dovuti mettere in commercio. Ma che senso ha l'arte, se nessuno la può vedere?
Il mondo dell'arte contemporanea, con i suoi tic e paradossi così classici, è un'arena perfetta per la satira. Ne sanno qualcosa sia Paolo Sorrentino, che su quel terreno ha giocato ne La grande bellezza, che Ruben Östlund, Palma d'Oro nel 2017 per The Square - pamphlet di rara crudeltà sull'argomento.