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Ultimo aggiornamento giovedì 14 maggio 2020
Dall'idea di un artista viene realizzato un evento in una piazza dove la regola è non avere regole. Ma qualcosa sfugge di mano. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, 1 candidatura a David di Donatello, 1 candidatura a Golden Globes, 5 candidature agli European Film Awards, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office The Square ha incassato 1,1 milioni di euro .
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Christian è il curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma. Una mattina, sulla strada per il lavoro, soccorre una donna in pericolo e si scopre derubato del telefono e del portafoglio. Al museo, intanto, lui e la sua squadra stanno lavorando all'inaugurazione di una mostra, che prevedere l'installazione dell'opera "The Square": un quadrato delimitato da un perimetro luminoso all'interno del quale tutti hanno uguali diritti e doveri, un "santuario di fiducia e altruismo". Su suggerimento di un collaboratore, Christian scrive una lettera in cui reclama i suoi averi rubati, innescando una serie di conseguenze che spingono la sua rispettabile ed elegante esistenza in una vertigine di caos.
Östlund riprende la riflessione, già presente in Forza maggiore, sulla difficoltà di agire realmente secondo i propri valori, ma la astrae da una condizione di emergenza, portandola nel quotidiano di un individuo di condizione privilegiata, che tende a rimandare i conti con chi non appartiene al suo milieu.
Ma si potrebbe anche dire, altrimenti, che il regista amplia l'emergenza fino a farle inglobare la condizione sociale contemporane in generale, anche e soprattutto là dove, per contrasto, assume maggior visibilità, vale a dire nella solidale e storicamente egualitaria Svezia. La crisi della responsabilità individuale, che Östlund illustra con toni "dogmatici" nella feroce scena della cena di gala - durante la quale nessuno si alza per aiutare i malcapitati di turno e tutti si chiudono in se stessi sperando che "non capiti a loro" - è un seme tematico che, piantato all'inizio del film, germoglia a più riprese, fino a sfociare nel disperato discorso di scuse di Christian a un ragazzino, che diventa sproloquio autoassolutorio, elegia del senso di colpa collettivo.
The Square non si può dire un film equilibrato: sfora nella lunghezza, sembra aprire sentieri e argomenti che non porta in fondo, però lo squilibrio è anche l'oggetto del discorso. Come l'arte che diviene arte anche in virtù della sua collocazione (si pensi al ready-made, l'oggetto comune traslato rispetto al suo contesto funzionale), così la vicenda di Christian è fatta di interruzioni imprevedibili del fuori contesto dentro il perimetro (che credeva chiuso e quadrato) della sua vita. Tic da sindrome di Tourette, che portano dentro l'inquadratura cinematografica di un film volutamente patinato, e di un mondo che fa della bellezza il suo credo, le immagini di mendicanti e povera gente, e mandano in cortocircuito eccesso e difetto, idealismo e cinismo, polpa e scheletro del film stesso.
Come l'oggetto dell'arte contemporanea, The Square è anche un film aperto all'interpretazione che il pubblico vorrà dare di lui, e questa, forse, è la sua caratteristica più preziosa.
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Ha vinto Cannes e dopo averlo visto posso dire meritatamente. Una gioia per gli occhi, finalmente un cinema nuovo, coraggioso ma che sicuramente non piacerà a tutti. E' il classico film che piacerà tanto o non piacerà a chi ama un cinema "normale" e a chi forse non lo capirà. Già la provenienza del regista è importante la Svezia la terra di [...] Vai alla recensione »
The square è un film particolare. Mostra con originalità fresca e mai banale temi ricorrenti. Sviluppa una trama fluida, narrandola con spezzoni tra loro separati. Come un gioco di scatole cinesi - quadrate - in cui ogni spezzone tratta un tema e tutti insieme compongono il racconto. La scenografia è azzecattissima e per tutta la proiezione lo spettatore è accompagnato dalla presenza costante di immagini [...] Vai alla recensione »
L'arte altro non è se non la rappresentazione della società che l'ha prodotta con i mezzi espressivi della propria epoca : ecco dunque che il quadrato dentro il quale si hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri è utopico e la società nel bene o nel male ( decisamente più nel male ) pulsa al di fuori di quel quadrato .
Il regista svedese Ruben Östlund vince la Palma d’oro al festival di Cannes con un film sorprendente, altamente simbolico e a tratti disturbante. The Square è ‘un santuario di fiducia e amore al cui interno abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri’. Questo l’intento filantropico dietro il lancio dell’opera [...] Vai alla recensione »
Finalmente torna un’opera in cui si respira a pieni polmoni un grande specifico filmico. L’interazione di immagini, sonoro, inquadrature, recitazione, dialogo è totale e crea una tensione e un ritmo che non ti abbandonano dall’inizio alla fine del film. Il tema riflette l’approccio etico rigoristico di stampo protestante che avevamo già apprezzato in Forza maggiore: [...] Vai alla recensione »
Il Direttore del Museo di Arte Contemporanea di Stoccolma (il bravissimo Claes Bang) è impegnato nell'allestimento dell'istallazione "The Square"......santuario di fiducia e di altruismo entro i cui confini tutti hanno uguali diritti e doveri. Si imbatterà nel frattempo in una serie di disavventure che riveleranno, invece e forse suo malgrado, la distanza tra il [...] Vai alla recensione »
Si entra ed esce dal quadro partendo da un presupposto: Per quale tempo e in quale spazio l'ovvio quotidiano diventa arte? L'esercizio ce lo ha insegnato Duchamp e a partire da lui nulla é risulta scontato nell'arte d'oggi. Perplessità e il dubbio di essere presi per i fondelli minacciano la nostra spensierata contemplazione dell'arte.
Questo film, proprio come la famosa "arte contemporanea" (della quale abbiamo un esempio nei mucchietti di ghiaia tanto ignorati visto che di visitatori non ne hanno e tanto inutilmente presidiati manco fossero importanti come "La Gioconda"), non vuol dire nulla. E' una scatola vuota. Non dice niente e nemmeno suggerisce qualcosa.
Ovvero l'ambizione di fare un discorso serio mettendo in fila situazioni di vario tipo, spesso irritanti, slegate tra di loro dove la nota prevalente è l'inverosimiglianza. La vicenda principale è quella dell'idea bislacca di promuovere un'installazione artistica sul bene con un video ultra cinico. Anche se la scena più inquietante è quella del giornalista [...] Vai alla recensione »
Nel 2017 escono nelle sale due film che hanno diverse cose in comune di cui una mi ha colpito particolarmente: il titolo è il nome di una figura geometrica. Un cerchio e un quadrato. Anzi il cerchio e il quadrato. Ed anche la forma assume qui un significato inaspettato: gli avvenimenti non riguardano infatti ciò che accade dentro quel quadrato, come si sarebbe portati a credere, [...] Vai alla recensione »
Square: piazza o quadrato sono i significati prevalenti di questo termine inglese, che deriva dal latino quadrum e, a sua volta da quattor,quattro. Per i Pitagorici il quadrato era simbolo di giustizia: era la metaforica squadratura dell’informe e del disordine originario dell’universo. Platone, nel Timeo, attribuiva precisamente questa funzione al dio Demiurgo: grazie alla sua arte [...] Vai alla recensione »
La storia parla di tante cose, tutte che ruotano attorno ad un curatore di un museo d'arte, alla sua cerchia sociale e ad una serie di eventi sempre più grotteschi a cui andrà incontro. Il film per un 1'30h buona (dura due ore e trenta minuti) procede benissimo, ha un atmosfera spettaccolare, una trama intrigante e diverte con situazioni decisamente grottesche e con una satira [...] Vai alla recensione »
The Square è un film straordinariamente intelligente e divertente. La molteplicità di significati che soggiacciono alla maggior parte delle scene del film rivela la grande sensibilità di Ruben Östlund, che qui scrive e dirige. Se forse non tutti gli spettatori sapranno cogliere gli insistiti rimandi colti presenti tra le righe dello script, di certo tutti potranno godere della [...] Vai alla recensione »
E' un film che segna un nuovo modo di espressione cinematografica, e mi ha ricordato, durante tutto lo sviluppo, la sensazione che ebbi oltre cinquant'anni fa quando vidi Fellini 8 1/2. Può sembrare irriguardoso o semplicemente bizzarro ma ambedue le storie riguardano un personaggio (qui un direttore artistico di un museo, allora un regista) che si trova una realtà in continuo [...] Vai alla recensione »
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Creare la società perfetta, rispettosa di tutto e tutti, e poi chiudersi e ghettizzarsi per paura degli altri? Ascoltare tutti e poi emarginarli per preservare la propria superiorità? Credere nell’altro ma poi temere di essere indifeso rispetto a lui? Società apparentemente impeccabili come quelle scandinave e per la precisione quella svedese protagonista della pellicola, [...] Vai alla recensione »
Non so cosa si sia proposto il regista. Forse credo bonariamente a prendere in giro l'arte moderna contemporanea e non avrebbe certo torto. Dove un Fontana stabilisce con un taglio sulla tela il concetto spaziale, si è andati sempre di più progressivamente a mettere in scena qualsiasi cosa normale, che non ha alcuna valenza per chi l'osserva, o meglio l'unico valore è quello che rappresenta cioè un [...] Vai alla recensione »
Il titolo è “Il quadrato”. Un opera d’arte che invita a riflettere, "Il quadrato è un santuario di fiducia e amore al cui interno abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri”. Solo che per tutto il film nel quadrato non entra nessuno, tranne la bambina per motivi pubblicitari e fa anche una brutta fine.
Tematica veramente sentita a livello sociale e individuale: bisogna aiutare il prossimo, ma attenzione ad aiutare chi non se lo merita o addirittura morde la mano di chi offre aiuto. Capita di tutto al povero Christian (il nome è indicativo, rappresenta "IL" cristiano moderno che, pur con mille difetti, ha l'ambizione costante non istintiva, ma razionale di amar [...] Vai alla recensione »
Quello di Ruben Östlund è oggi, come lo era Citizen Kane all'epoca, un vero e proprio nuovo modo di fare cinema, sconvolgente e pervasivo. È il perfetto matrimonio tra sensibilità e sperimentazione autoriali che mi fa accostare il nome di Ruben Östlund a quello di Orson Welles. The Square è un film che gioca sull'ambiguità delle cose, proprio [...] Vai alla recensione »
Un po' bel film, un po'incubo nordico in quello stile brillante-pubblicitario, tangente- in modo più o meno semplificato- all'arte contemporanea, che sta pervadendo il cinema di questi tempi.Pieno di cose belle e al contempo vuoto che mi pare proprio essere il paradigma della pubblicità. Quando in questo vuoto "polished" si affacciala denuncia (una cosa un po' vaga, tipo diseguaglianze di vario genere) [...] Vai alla recensione »
Non privo di pecche, nell'esplicita volontà programmatica di spiazzare lo spettatore, ma anche, all'opposto, in certe scivolate sui luoghi comuni più triti riguardo l'arte contemporanea, e ancora nell'uso del punto di vista infantile. Coraggioso però, nell'incrociare, e far confliggere, estetica ed etica, e fatti e misfatti dei social.
Della vita del signor Christian non conosciamo molto. Sappiamo solo che fa il curatore presso il museo di arte moderna di Stoccolma, che e' separato o divorziato, che ha due giovani figliolette, e che se la passa piuttosto bene visto che abita in una bella casa e che scorazza lungo le strade della citta' svedese a bordo della sua potente e silenziosa auto elettrica.
IL QUADRATO di Ruben Ostlund è il cerchio entro il quale è radicata la nostra Legge morale Audace complicato intenso il film di Ruben Ostlund. Il quadrato è un’istallazione che viene montata nello spazio antistante il museo di arte moderna di Stoccolma il cui direttore è Christian il protagonista del film, esso rappresenta [...] Vai alla recensione »
Un film sicuramente inusuale per molte ragioni. Per la lunghezza di due ore e mezzo (ma mi sembra che tutti i film recenti siano molto lunghi), per essere girato prevalentemente negli interni. È una sorta di “J’accuse” perché parla di senso di colpa, accusa la civilissima Svezia di grandi diseguaglianze sociali, l’arte di essere troppo lontana dalle problematiche [...] Vai alla recensione »
Dopo "Forza Maggiore" ritorna in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane il regista Ruben Ostlund con la sua ultima opera intitolata "The Square". Il quadrato a cui il titolo fa riferimento è il lavoro di un'artista argentina che nel film viene collocata davanti ad un museo di arte contemporanea a Stoccolma e che simboleggia un luogo ideale dove [...] Vai alla recensione »
Non si può condividere il pessimismo cosmico di Ruben Östlund. Fin troppo facile suggerire che siamo nella merda, rivoltandosi allegramente nel proprio brago, senza usare il media filmico anche come mezzo per suggerire una via di scampo alla desolazione. Shakespeare l'aveva affermato più nobilmente quando aveva fatto dire ad Amleto: ".
Splendido film, forse è un po' sovraccarico e lungo, ma splendido. Uno sguardo poetico sul mondo nonostante tutto. Fulminante lo slogan dell' attivista per i diritti umani: "vuoi salvare una vita?" a cui il passante frettoloso risponde "No grazie.", mentre lì vicino un barbone si accascia per strada e nessuno lo vede o forse lo vedono tutti. E poi la riflessione sull'utilità/ inutilità dell'arte, sul [...] Vai alla recensione »
Ho conosciuto il regista Ostlund quasi per caso, vedendo il film "Forza maggiore", e mi è da subito piaciuta la sua capacità di entrare, in modo delicato ma incisivo, all'interno dell'animo umano, delle sue virtù e delle inevitabili debolezze. E' stato quindi ovvio che appena uscito il suo ultimo lavoro "The square", mi sia precipitato al cinema [...] Vai alla recensione »
Si intuisce che le intenzioni del regista sono di stampo nobile e assolutament condivisibili ma quanta confusione narrativa! Troppa carne al fuoco nel denunciare mali europei che ci riguardano tutti ma occorre sapene scegliere alcuni nodi e poi svilupparli in modo coinvolgente. Quì siamo in presenza di una montagna di noia. Classico film da festival con 'pluritematic [...] Vai alla recensione »
THE SQUARE, FILM PIAZZATO CHE NON SPIAZZA, 2017, Regia di Ruben Östlund Film sbagliato, dove centra tutta la sua presunzione sulla libera interpretazione, ma è un film recintato sull'insicurezza di un mostro/nostro umanesimo all'acqua di rose. Il quadro non è un quadrato, in cui si ricava un'inquadratura, l'arte è impietosa e comica come la vita, d'altroc [...] Vai alla recensione »
Christian (Claes Berg) è il direttore del Museo di Arte Contemporanea di Stoccolma, che dirige con trovate originali, attento all’importanza della pubblicità sulle sue esposizioni. Rivela la sua cinica visione dell’Arte in una intervista ad una giovane giornalista americana (Elisabeth Moss). Un oggetto di uso personale, un ready-made come una borsa da donna, può [...] Vai alla recensione »
"The square", vincitore dell'ultimo festival del cinema di Cannes, ci racconta la storia di Christian. Curatore di un museo di arte contemporanea di Stoccolma, che dopo essergli stati rubati portafogli e cellulare subirà una spirale di avvenimenti che nemmeno lui avrebbe potuto prevedere. Ruben Ostlund, apprezzato regista di "Forza maggiore", porta sul grande [...] Vai alla recensione »
Dicamo così: se l'intento era ridicolizzare l'arte contemporanea riesce benissimo a ridicolizzare se stesso come arte contemporanea. film ridicolo per materia ridicola. film sotto ,le righe per materia sotto le righe. per citare una vecchia opera d'arte contemporanea di Piero Manzoni siamo davanti al massimo esempio di "merda d'artista" non in barattolo ma in [...] Vai alla recensione »
RECENSIRE QUESTO FILM MI RISULTA MOLTO DIFFICILE. HO LETTO VARI SCRITTI, SENTITO MOLTE OPINIONI, MA DEVO DIRE CHE FORSE LA MIA RECENSIONE VA CONTROCORRENTE. QUALCUNO DICE CHE QUESTA PELLICOLA FA MORIRE DALLE RISATE, ALTRI LA DEFINISCONO UNA NOIA MORTALE, TANTI LA CITANO COME CAPOLAVORO. SE DEVO DIRE LA VERITA’, IO NON HO RISO PER NIENTE. ED IL FILM NON E’ STATO NOIOSO.
Film con molte aspettative visto l'importante riconoscimento di Cannes ma nel complesso deludente. Tutto incentrato su un museo di arte contemporanea e sul suo contradditorio direttore, parte da un'affermazione forte ma scontata "Il Quadrato è un santuario di fiducia e altruismo. Al suo interno tutti dividiamo gli stessi diritti e doveri" per cercare di evidenziare le diverse contraddizioni della nostra [...] Vai alla recensione »
non so come sia stato Vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes 2017, dopo 20 minuti di noia , pessima recitazione, tempi morti ho spento...
Gelo in sala alla fine delle 2 ore e 30 (!) del film... Se chi gli dà 5 stelle scrive che "La sceneggiatura non è la forza di questo film", allora non capisco proprio... si può raggiungere la perfezione senza sceneggiatura? L'idea di fondo poteva anche essere interessante, ma se ci si perde per strada nel realizzarla allora anche il giudizio dovrebbe tenerne conto... [...] Vai alla recensione »
Un film orrido che descrive tutta l’ignoranza di chi l’ha fatto, del sistema dell’arte. Da vomito, specialmente la scena dove parla questo curatore con la ragazza di facili costumi che va a letto con lui. Quando parlano del potere lei e il curatore, da censurare come offesa all’umanita
Un bellissimo film, da centellinare. Sotto la forma di una commedia c'è una profonda analisi socio-psico-politica del "politically correct", che sta portando la Svezia e la Norvegia al suicidio come nazioni. Film splendidamente argomentato, ricchissimo di metafore. Non c'è un particolare che sia fuori luogo. Tipi antropologici scelti con estrema accuratezza.
Critica di una società individualista ed egoista dove è difficile mantenere i propri ideali . The square il santuario dove tutti hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri resta vuoto per tutte le due ore e mezzo del film. Eliminata la statua equestre segno del passato il nuovo è l'egoismo e l'individualismo della gente, : passanti in strada , folla [...] Vai alla recensione »
La mal riuscita del film è difficile da descrivere a parole: alterna qualche buona idea ad altre davvero gazzillore, fuori luogo e incoerenti con il tono del film. La messa in scena di questo film (così come quella del successivo) è ai limiti dell'inguardabile (priva di ogni tipo di forza visiva ed espressività). Rivorremmo l'Ostlund di Play e Forza Maggiore.
In questi tempi le "doti" apprezzate sono altre, questo è un film particolare ma denso, non perdetelo.
Bella la scena di quando chiede aiuto al mendicante, anche quando cercano di far ragionare il bambino, << vuoi salvare una vita? >> risposta << No grazie >> cambiano soggetti ma la sostanza e quella, molte analogie con la vita, il film e bello pero.....mah? spettatori perplessi.
Un film che affronta vari temi in modo profondo e che porta a inevitabili riflessioni.Le opere moderne sono veramente sempre delle opere d'arte o si tratta spesso solo di un bluff?E se si tratta di opere d'arte possono essere comprese solo da pochi "eletti" illuminati o anche dalla gente comune?Ciascuno può trovare la sua risposta ma nel film traspare una certa irriverenza e scetticismo verso questa [...] Vai alla recensione »
“The Square“, un’installazione d’arte concettuale, sostituisce un monumento equestre, simbolo di una storia e di idee decadute (letteralmente). Uno spazio di pochi metri quadri delimitato da un contorno luminoso, definito pomposamente “un santuario di fiducia e amore al cui interno abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri”.
Quello di Ruben Östlund è oggi, come lo era Citizen Kane all'epoca, un vero e proprio nuovo modo di fare cinema, sconvolgente e pervasivo. È il perfetto matrimonio tra sensibilità e sperimentazione autoriali che mi fa accostare il nome di Ruben Östlund a quello di Orson Welles. The Square è un film che gioca sull'ambiguità delle cose, proprio [...] Vai alla recensione »
Film molto istruttivo. La superficialità può essere molto deleteria. Tutto alla fine ti torna contro. The square o ti fidi o non ti fidi della gente. Il protagonista si è fidato delle persone sbagliate perché è un uomo superficiale. Ha sottovalutato alcune e sopravvalutato altre. Perderà il lavoro, avrà un altro figlio da riconoscere e gli rimarrà [...] Vai alla recensione »
C'è una dimensione apocalittica nel cinema d'autore europeo di questi anni. Non è un caso che - come negli anni Sessanta di Ferreri e Kubrick - torni la figura della scimmia come simbolo di primordiale esibizione di sé, in un mondo sempre più sospeso tra formalismo ed esplosioni di violenza. In Vi presento Toni Erdmann era proprio il costume da gorilla a riguadagnare papà e figlia all'affetto travolto dallo stress contemporaneo. Mentre in questo The Square il direttore del museo svedese, pronto a far l'amore con la bella giornalista straniera, improvvisamente vede comparire una scimmia, che caracolla per la stanza come se fosse a casa sua. Ma pensiamo anche all'arte contemporanea, gli scimmioni giganti di Damien Hirst nell'ormai celeberrima mostra Treasures from the Wreck, o alle scimmie di Jeff Koons, messe a fianco di celebrità e icone mediatiche. È come se alcuni autori, tra cui Ruben Östlund, tornassero a interrogare direttamente l'uomo e il suo posto nella società, se non nel mondo. O a studiarlo come un animale in cattività, in virtù di una oggettività quasi scientifica che permette la massima efficacia a costo di qualche rischio di freddezza.
Arte contemporanea e cinema d'autore, dunque. Sono due mondi che si parlano? Sono universi osmotici? O non c'entrano nulla l'uno con l'altro? Chissà. Certo è che il mondo delle esposizioni artistiche è sbarcato al cinema ormai da tempo, grazie a quei cosiddetti eventi che stanno salvando le sale cinematografiche nei giorni feriali (e non solo), come dimostra il recente caso di Loving Vincent.
The Square parla anche di questo, sebbene possa passare per una lunga e talvolta sfinente satira sulle ipocrisie del mondo dei musei e dell'arte d'élite. In verità, il progetto di Östlund è ben più ampio. Il ragionamento, se dovessimo riassumerlo un po' rozzamente, è questo: l'arte contemporanea è accusata di essere a uso e consumo di pochi, e di non sapersi esprimere universalmente di fronte a una comunità; per superare l'impasse è necessario far uscire le contraddizioni del nostro presente, e a provarci è proprio un film, che conosce così bene il proprio oggetto da provare a sfidarlo sul suo terreno.
Non è un film facile, eppure ci si sta comodi. Il quadrato del titolo, qualche metro di filo luminoso in una piazza, è l'opera attesa e celebrata voluta in esposizione al museo d'arte contemporanea dal sovrintendente Christian. Chi entra ha il compito della solidarietà, "perimetro di fiducia e altruismo". Ma la vita è fuori, dove Christian affronta la sua e l'altrui ipocrisia, simulazione, indifferenza, [...] Vai alla recensione »
Like A Rolling Stone. Come una pietra che rotola, nella constatazione del vecchio Bob Dylan davanti al naufragare ruzzolante e decadente del suo soggetto (femminile) scivolato in disgrazia. How does it feel? Come ci si sente? Bisognerebbe chiederlo a Christian, divino curatore di un museo d'arte contemporanea di Stoccolma. Che ha gli stessi destini della poveraccia tracciata nella canzone, la faccia [...] Vai alla recensione »
Palma d'oro a Cannes, The Square è un film che per via del suo ironico sguardo sul mondo mercificato e vacuo dell'arte contemporanea poteva rischiare la trappola dell'intellettualismo; e invece è una commedia umana intelligente, inquietante e spiritosa. Lo spunto della storia nasce da un'installazione, The Square del titolo, creata nel 2014 in quel di Varnamo, Svezia, dal regista stesso Ruben Ostlund: [...] Vai alla recensione »
Delirante, barbosa commedia svedese, una sbobba intellettualoide da svenimento. A Stoccolma il curatore di una galleria d'arte contemporanea Christian è perplesso: piacerà la nuova mostra? Il pezzo forte è The Square, un grande quadrato pieno di sabbia dal perimetro luminoso. Eppure la giuria di Cannes, presieduta dal mattacchione Pedro Almodovar, gli ha dato la Palma d'oro.