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Berlinale, al via l'edizione 2014

La rassegna sarà aperta dall'anteprima mondiale di The Grand Budapest Hotel.
di Dario Zonta

In foto una scena di The Grand Budapest Hotel, film d'apertura della Berlinale 2014.
Ralph Fiennes (Ralph Nathaniel Twisleton-Wykeham Fiennes) (61 anni) 22 dicembre 1962, Ipswich (Gran Bretagna) - Capricorno. Interpreta Il signor Gustave nel film di Wes Anderson Grand Budapest Hotel.

giovedì 6 febbraio 2014 - News

Alzi la mano chi non vorrebbe essere a Berlino per l'anteprima mondiale del nuovo film di Wes Anderson, The Grand Budapest Hotel. Sarebbe sufficiente questa "visione" per dirsi soddisfatti e tornare a casa rimborsati, anche se c'è molto altro sopra e sotto le pieghe di un festival che è arrivato alla sua 64a edizione, delle quali le ultime tredici governate dall'inossidabile Dieter Kosslick che ha saputo imporre quest'appuntamento come uno dei più importanti della stagione, soprattutto per chi guarda al mercato e al tappeto rosso (un po' meno per chi vede i festival come la punta più avanzata e sofisticata della produzione cinematografica corrente). C'è sempre stata un po' di casualità nella composizione dei programmi berlinesi ufficiali (molto meno per quelli indipendenti come il Forum), tra film all star hollywoodiani e film a forte impatto sociale e politico di cinematografie spesso emergenti (l'anno scorso vinse Il caso Kerenes del rumeno Calin Peter Netzer). In questa casualità è poi capitato che due maestri del cinema, i fratelli Taviani, arrivassero a prendere l'Orso d'Oro con un'opera tra le più sperimentali nella loro lunga filmografia. L'Italia, ve detto, non ha mai avuto un posto d'onore nel concorso berlinese. Per il secondo anno, anche in quest'edizione non c'è nessuna pellicola nostrana, nell'anno in cui l'Italia ha vinto a Venezia e a Roma, e Sorrentino è arrivato alla cinquina degli Oscar (e, per fare un esempio, un film come Il capitale umano di Paolo Virzì poteva benissimo figurare in concorso). Comunque, qualcuno dei nostri farà capolino: Edoardo Winspeare porterà nella sezione Panorama il suo ultimo lavoro, In grazia di Dio, film interamente girato nel suo Salento con attori non professionisti e Gianni Amelio presenterà sempre nella sezione Panorama, ma a Dokumente, il film documentario Felice chi è diverso, prodotto dall'Istituto Luce, un viaggio nell'Italia degli omossessuali dagli inizi del secolo fino agli Ottanta.

Ma torniamo all'apertura e alla nostra personale devozione per Wes Anderson, regista capace come pochi di creare universi narrativi ed estetici alternativi e compiuti. Il Grand Hotel di cui il titolo è il suo nuovo universo, abitato dai suoi tipici abitanti (moltissimi dei suoi attori feticcio sono stati chiamati a partecipare), protagonisti di una storia di furto di una tela rinascimentale a cavallo tra le due guerre. In Italia uscirà presto.

Al netto dei quattro film tedeschi selezionati in Concorso (come i francesi, anche i tedeschi sono molto generosi verso la loro produzione, anche se spesso risulta molto deludente a differenza di quella francese) e dell'evento speciale dedicato a Diplomazia di Volker Schlondorff ambientato a Parigi durante l'occupazione nazista, spiccano alcuni titoli importanti. Il più atteso è la versione integrale di Nymphomaniac Volume 1 di Lars Von Trier con Charlotte Gainsbourg. Il film, nella versione ridotta e mondata, è già uscito in Danimarca e da un paio di settimane in Francia. A Berlino lo si potrà "gustare" nella sua versione integrale e, occhio e croce, saranno mantenute molte delle promesse, nel bene e nel male, cosicché i detrattori potranno sfogarsi e gli estimatori potranno bearsi (anche quelli della Gainsbourg, probabilmente).

Altri film di punta si dividono confusamente tra opere di venerati maestri del cinema europeo (Alain Resnais, novantenne con Amare, bere, cantare), film "sperimentali" di registi indie pseudo-alternativi (Boyhood di Richard Linklater, che è riuscito a portare a termine la sua osservazione dal vivo della crescita di un adolescente, chiedendo agli attori di tornare di anno in anno sul set di questa evoluzione) e film glamour ma radical di registi-star, sempre illuminati e cool (Monuments Men di George Clooney con Matt Damon e Cate Blanchett).

Ma la Berlinale non è fatta di solo concorso e sempre molto interessante è la selezione proposta dal Forum come quella di Panorama, più libera e meno condizionata (da non perdere il fronte asiatico capitanato dal veterano Tsai Ming liang che porterà un frammento della serie Walker. Ultima nota di colore: segnaliamo la riapertura dello Zoo Palast, antico cuore del festival ai tempi del muro.

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