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Busan 2013, cinema, cucina e intrepide soluzioni

Oggi a Busan Chen Yu-hsun, Alvaro Velarde e Gianni Amelio.
di Emanuele Sacchi

In foto Gianfranco Rosi, regista di Sacro GRA, presentato a Busan nella sezione "World Cinema".
Gianfranco Rosi 1964, Asmara (Eritrea). Regista del film Sacro GRA.

mercoledì 9 ottobre 2013 - News

Commedia e cucina in Estremo Oriente si sono spesso sposate alla perfezione: casi emblematici come Chinese Feast di Tsui Hark e God of Cookery di Stephen Chow per Hong Kong oppure Mangiare bere uomo donna di Ang Lee per Taiwan sono solo alcuni esempi dell'importanza attribuita alla cucina tradizionale. Specie a Taiwan, dove il mix di sapori cinesi, giapponesi e autoctoni ha dato vita a una delle cucine più sorprendenti d'Asia. Zone Pro Site: the Moveable Feast di Chen Yu-hsun, scelto per la proiezione all'aperto di questa sera, capitalizza astutamente sul tema con la leggerezza della commedia d'autore; nella storia di Wan, destinata a ereditare controvoglia il ruolo di cuoca, salvo scoprire di essere un talento naturale, trovano posto racconto di formazione e amorevole parodia di rituali tradizionali consolidati.

Bizzarra e fuori dagli schemi invece la dark comedy in prima mondiale che arriva dal Peru: in That Thing You Love di Alvaro Velarde, in concorso nella sezione "Flash Forward", una donna, ossessionata ad anni di distanza dall'uomo che le spezzò il cuore quando era ragazzina, lo perseguita ben oltre i limiti dello stalking. Coloratissimo e dallo stile frizzante, That Thing You Love è destinato a far parlare di sé e rischia di essere una delle sorprese di questo BIFF.

Ma mercoledì 9 ottobre è anche la giornata della prima mondiale di Queen, l'ennesima esclusiva proveniente dall'India. A dimostrazione che Bollywood sta cambiando, adeguandosi a tematiche innovative, anche Vikas Bahl mette in scena una storia che esula dal classico schema amore-separazione-riunificazione condita da balli e canti. Rani, protagonista di Queen, sceglie la scoperta di se stessa anziché il matrimonio a prescindere e il film la segue in questa interessante soggettiva al femminile, che non cerca scontati canovacci a lieto fine.

Nella sezione "Wide Angle" un omaggio al Busan Film Festival sotto forma di documentario, firmato dal regista iraniano Mohsen Makhmalbaf (Viaggio a Kandahar): in Ongoing Smile Makhmalbaf riprende la quotidianità di Kim Dong-ho, fondatore ed ex-direttore del Busan Film Festival, mentre gira il suo documentario Jury - creando così un effetto-matrioska di metacinema, tipico del cineasta iraniano - e mentre vive una giornata-tipo, gestendo gli impegni con mirabile e metodica regolarità. Il film è proiettato insieme allo stesso Jury, per un momento (doverosamente) autocelebrativo del BIFF.

Collocata in uno slot di tutto rispetto - quello delle 20,30 al Busan Cinema Center 1, in genere dedicato ai film più in vista del concorso "New Currents" - la proiezione de L'intrepido di Gianni Amelio, già in concorso a Venezia 70. Un'occasione unica per toccare con mano la capacità del cinema italiano di parlare un linguaggio universale e riuscire a comunicare anche con un pubblico geograficamente lontano, sensibilizzandolo sui temi della crisi economica e dello sfruttamento nel mondo del lavoro odierno con la propria riflessione su questi nuovi "tempi moderni".


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