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È qui la festa? Al Giffoni Jovanotti si mangia il cinema

L'arrivo del cantante illumina il Festival.
di Ilaria Ravarino


lunedì 18 luglio 2011 - News

Una mattina sonnolenta, la classica quiete prima della tempesta. E poi, subito dopo il pranzo, l'Evento. Cappello e giacca bianca, il cantante Lorenzo Cherubini Jovanotti ha chiuso la prima parte del suo tour estivo al Giffoni Film Festival. I ragazzi, ben informati dell'evento "a sorpresa", non si sono fatti cogliere impreparati. Una piccola folla lo ha atteso davanti ai cancelli delle Antiche Ramerie, per scattargli una foto col telefonino oltre le transenne. Altri, in attesa sul red carpet, hanno gridato forte quanto mai s'era sentito fino a oggi. I pochi che hanno avuto il privilegio di incontrarlo, selezionatissimi, camminavano a un palmo da terra e lui, sereno, ha cercato di piacere a tutti. Volando molto basso s'è subito presentato come uno fra tanti: «Vorrei essere con voi, dalla parte vostra, per godermi un festival in serenità. Ma non posso farlo. E allora eccomi qui, per partecipare a quello che ritengo uno dei più importanti eventi cinematografici del paese. La dimostrazione che al Sud si può fare qualcosa di grandissimo ed eccezionale». E poi giù fiumi di parole, sincere e fin troppo umili, a scoprire il lato umano di un'icona pop senza troppe pretese, per cui «le immagini hanno sempre contato più della letteratura, perché da ragazzino io non leggevo niente». Poco spazio per altro, poco spazio davvero per il cinema ieri nella giornata più pop-olare della kermesse.
In secondo piano i film, con la stampa straniera esaltata dal "reloaded" Corpo Celeste di Alice Rohrwacher, e l'incontro in sordina con il pubblico dell'attore-regista napoletano Maurizio Casagrande, presto in sala con Una donna per la vita.
Passata la sbornia da evento mass-mediale si tornerà a parlare di cinema oggi, con la presenza al festival di Paola Cortellesi, Katy Louise Saunders e Roberto Farnesi, ma soprattutto con i film. Per i più piccoli il fantasy Fuchsia the mini-witch di Joahn Nijenhuis e Lost in Africa di Vibeke Muasya, (dis)avventura kenyota di un ragazzo adottato in Danimarca, mentre per gli adolescenti nel pomeriggio sarà la volta del dramma carcerario Breathing di Karl Markovics e Wunderkinder, storia d'amicizia, musica e solidarietà ai tempi del nazismo per la regia del tedesco Marcus O. Rosenmüller. In serata anteprima de I pinguini di Mr.Popper di Mark Waters e proiezione per i maggiorenni di uno dei film più attesi e chiacchierati del concorso, Our day will come del figlio d'arte Romain Gavras. Da segnalare, nel corso della giornata, anche la masterclass condotta da una delegazione di militari che racconteranno ai giurati la propria esperienza in Afghanistan, con tanto di collegamento in diretta audio-video con il contingente italiano in Herat. Evento che ha già fatto storcere il naso a molti, in odore di boicottaggio, e che presumibilmente accenderà più di una polemica al festival.
E ancora una volta, non sarà il cinema a far (s)parlare di sé.

I giurati raccontano: Romania e Armenia
Cosmin Braileanu, qui al Giffoni, rappresenta un paese che per la prima volta è presente al festival: la Romania. Si presenta all'incontro accompagnato da un gruppo di amici ed amiche, tutti quattordicenni come lui, e mentre l'intervista procede i ragazzi, con l'aiuto di zelanti accompagnatrici, allestiscono alle sue spalle un piccolo rinfresco. Involtini a base di cavolo e carne, salsine, un dolce al cioccolato: tanto (ottimo) cibo preparato dalle loro madri e messo a disposizione della gente del festival, di cui i ragazzi vanno giustamente orgogliosi. Tigran Gyulkhasyan, 13 anni, più minuto e silenzioso, sgrana gli occhi di fronte allo spettacolo. Ha l'aria vivace ma leggermente preoccupata, come se tutta questa confusione lo infastidisse. Ma il carattere è dolce, e con pazienza attende che l'allegra truppa faccia un poco di silenzio.

Da dove vieni?
Cosmin : Slatina, è un villaggio della Romania.
Tigran : Yerevan. Capitale dell'Armenia.

Che lavoro fanno i tuoi genitori?
C : Papà è preside, mamma è insegnante di pianoforte.
T : Sono entrambi dottori.

Che lavoro vorresti fare da grande?
C: L'agente segreto. Mi piacerebbe lavorare per l'FBI.
T: Il dottore.

Qual è il tuo film preferito?
C : Mi piacciono le commedie e gli action movie. Il mio film preferito è Yes Man.
T : Mi piacciono tutti i film che abbiano una buona sceneggiatura.

L'autore preferito?
C : Johnny Depp.
T : Nicolas Cage.

Ti piacciono i film d'amore?
C : Sì, mi piacciono perché sono un tipo romantico. Adoro The notebook.
T : No. Non mi interessano per niente.

Sei mai stato innamorato?
C : Lo sono adesso.
T : Una sola volta.

Cos'è l'amore?
C : L'amore è tutto, è un sentimento senza il quale non si può vivere.
T : È un sentimento come gli altri. Non credo sia il più importante.

Ti piacciono i film horror?
C: Sì, non mi fa paura l'idea di svegliarmi di notte per gli incubi. Anzi, mi piace.
T: Mi piacciono molto perché li trovo diversi da tutti gli altri. Non sono mai noiosi.

Il mostro più spaventoso?
C : I vampiri.
T : I demoni.

Cosa faresti con la bacchetta di Harry Potter?
C : Farei diventare ricchi i poveri.
T : Chiederei altri tre desideri. E poi il primo dei tre lo userei per essere amato da tutti.

Un pregio e un difetto dell'Italia:
C : Il pregio: le ragazze. I difetti... sono qui solo da cinque giorni e non ne ho ancora visto uno.
T : Gli italiani sono gentili e amichevoli. Nessun difetto.

Un pregio e un difetto del tuo paese:
C : La Romania ha splendidi paesaggi e una natura incontaminata. Ma le strade sono pessime.
T . Da noi la gente è molto gentile. Il difetto? Non abbiamo il mare.

Vinci l'Oscar. A chi lo dedichi?
C : Alla gente che mi ha aiutato nella mia carriera.
T : Agli amici.

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