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Happy Go Lucky: Per un realismo della felicità

Mike Leigh e la sua Poppy ci aiutano a scoprire un nuovo atteggiamento con cui guardare il mondo.
di Edoardo Becattini

Vita di un'anima sorridente a Londra
Sally Hawkins (48 anni) 27 aprile 1976, Londra (Gran Bretagna) - Toro. Interpreta Poppy nel film di Mike Leigh La felicità porta fortuna - Happy Go Lucky.

mercoledì 3 dicembre 2008 - Approfondimenti

Vita di un'anima sorridente
Parlare di realismo nel cinema, se non altro nella sua moderna accezione, fa subito pensare ad un certo tipo di rappresentazioni che per lo più ritraggono i ceti medio-bassi di una società, colti in situazioni di desolazione, contesti disagiati o attraverso personaggi indigenti. Il cinema di Mike Leigh si inscrive in questa corrente, proponendo un tipo di realismo orientato al sociale e dotato di uno spirito critico salace e velatamente amaro fin dai suoi primi film, beffardamente intitolati Belle speranze e Dolce è la vita. Il realismo di Leigh trova la sua forma migliore nella galleria di personaggi o, per meglio dire, di persone che abitano i suoi film: figure straordinariamente varie, profonde, complesse, sfuggenti proprio come quelle che attraversiamo nella vita.
Abile architetto in particolare di anime femminili, con La felicità porta fortuna, Leigh plasma un radioso capolavoro di eccesso e di misura nella figura di Poppy. Come un folletto spuntato non si sa come in una realtà piena di tensioni e di drammi, Poppy è una trentenne non inquinata dalla negatività della sua epoca, nella quale continua indiscriminatamente a sorridere alla vita, ai suoi eventi e a tutte le persone che incrocia.
In una Londra mai bagnata dalla pioggia o resa uggiosa da una nube, assistiamo con crescente incredulità alla serie di brevi quadri tratti dalla vita di Poppy, una serie di frammenti autonomi animati da un'incredibile policromia e da una partitura musicale che richiama le Silly Symphonies disneyane degli anni '30. Ma Leigh è un cineasta che ha già dimostrato di conoscere fin troppo bene le oscure corde dell'animo umano per addentrarsi nel regno dell'immaginazione e abbandonare la strada del realismo. L'incipit del film è una chiara dichiarazione d'intenti: viene rubata la bicicletta di Poppy, ma la ragazza non si lascia andare ad alcun gesto di rabbia: "Mi dispiace solo non averle detto addio". Poppy non è Antonio Ricci ed Happy-Go-Lucky non ha rapporti diretti con il capolavoro di De Sica. Non si riconosce nel credo neorealista della quotidianità e dell'insignificanza, ma tenta una strada nuova: il realismo della felicità.

Mary Poppy(ns)
Un elogio reale della felicità richiede un personaggio emblematico, dotato di un'incoscienza che non si traduca in ingenuità, di una magnanimità senza eccessi di empatia e di una disponibilità che non significhi necessariamente sottomissione. Poppy è un personaggio che si inscrive in una storia peculiare di eroine femminili dalle quali si distacca in nome di una maggiore aderenza al reale. Poppy non è praticamente perfetta sotto ogni aspetto come la bambinaia londinese cui rimanda anche per una certa assonanza. Il suo umanesimo non arriverà a scalfire l'animo di tutti coloro che le stanno attorno o a suturare le crepe della società. Con i piedi ben saldi a terra, Poppy non condivide neanche la stessa predisposizione alla fantasticheria e l'atteggiamento monello e trasognante di Amélie Poulain, o l'ottimismo leibniziano del Candide di Voltaire.
Che appaia coinvolgente oppure irritante nella sua gioiosa coscienza, Poppy non è uno di quei personaggi che possano restare indifferenti. Le vispe occhiate e i larghi sorrisi dispensati dall'ottima Sally Hawkins ad un mondo dallo sguardo aggrottato, fanno parte di una precisa strategia. Leigh infatti non risparmia la sua eroina da contesti e situazioni difficili, dal farla passare incoscientemente attraverso il campo minato della realtà suburbana e delle frustrazioni moderne. Che si tratti di un blocco alla schiena o di un istruttore di guida ossessivo e razzista, l'atteggiamento con cui Poppy affronta i suoi problemi si impone sulle nostre coscienze, sui nostri modi di valutare usualmente ogni situazione. Non c'è in questo alcuna reprimenda, né una morale paternalistica nelle intenzioni del cineasta inglese. La tenace ilarità del suo personaggio è piuttosto un modo per avvicinarci anche solo per un attimo alla nostra cattiva fede, ed avere la possibilità di riflettere su di essa.

Ragione e illusione
Happy Go Lucky rappresenta per Leigh un'ulteriore prova della sua sfida politica all'etica contemporanea. La solarità di Poppy stride continuamente con un mondo fatto di nevrosi, di fobie, di instabilità, di violenza, di miseria e di gelosie, eppure riesce ad essere perfettamente inserita al suo interno grazie ad un gioco sapiente fra enfasi e sobrietà, vivacità sopra le righe e umiltà sottotono. Il realismo di Poppy e di Mike Leigh è insomma il realismo felice di chi sconfigge il pregiudizio, ma non abbatte i desideri e le passioni. Di chi affronta il mondo con la giusta dose di ragione e di illusione.

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