Fuggitivo a Milano
Wenthworth Miller è a Milano per un tour mondiale di presentazione di Prison Break in cui interpreta Michael Scofield. In occasione dell'uscita della seconda stagione in Dvd e in Blu-Ray (disponibile dal 9 aprile), l'attore inglese cresciuto a New York racconta la sua esperienza da "fuggitivo".

Quale è stata la sua esperienza nel fuggire da una prigione? Nella prima stagione è entrato in prigione, e nella seconda è fuggito. Quale momento preferisce?
Girare in una prigione molto famosa, chiusa dal 2002, mi ha permesso di entrare nel personaggio. È una sensazione stranissima, perchè hai sempre il senso di essere in un luogo in cui esistono i fantasmi. Dopo averla visitata in ogni suo angolo, mi sono anche detto che io non sarei mai riuscito a fuggire. Mai.
Michael Scofield fondamentalmente nasce in prigione, e credo che quella sia la sua vera origine, però nella seconda c'era la necessità di cambiare l'ottica, per far evolvere il personaggio.

Scofield è in qualche modo simile a lei?
Per la forza di volontà credo. Io vorrei metterci ancora di più di mio, così come vorrei poter partecipare in prima persona alla scrittura e alla realizzazione della serie.

In questo modo però si prenderebbe la responsabilità di aumenti o perdite di audience...
È una sfida creare una serie che funzioni e poi portarla avanti per più tempo. La televisione è come un treno che corre sui binari e gli sceneggiatori sono coloro che li costruiscono più velocemente possibile. L'importante è che ci sia sempre un inizio e una fine. Prison Break non è Law and Order e nemmeno C.S.I., e non può continuare all'infinito.

L'autore di Heroes per il mancato successo ha fatto pubblicamente le scuse agli spettatori...
La televisione è come vendere pannolini. Il prodotto non può rimanere sempre lo stesso. I personaggi di una serie devono evolvere.

La stagione interrotta a causa dello sciopero degli sceneggiatori non proseguirà?
No. A metà maggio noi inizieremo direttamente la quarta stagione. La terza si è conclusa con lo sciopero.

Auguriamoci che non ci sia anche il minacciato sciopero degli attori...
Vedremo. Sarebbe terribile per il business della televisione.