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Family game: quando la famiglia va in frantumi

Alfredo Arciero esplora i meccanismi e i fragili equilibri di una normale famiglia italiana.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il mondo reale e quello virtuale

lunedì 18 febbraio 2008 - News

Il mondo reale e quello virtuale
Per realizzare un film sulla famiglia che ne esplorasse i meccanismi e i fragili equilibri, Alfredo Arciero si è ispirato a uno dei videogiochi più innovativi dell'era moderna (I Sims). In Family Game reale e virtuale si intrecciano. Il piccolo Matteo tenta infatti di ricreare la famiglia perfetta al computer, ma il gioco, con le sue continue richieste di attenzione da parte dei personaggi, finisce per assomigliare troppo alla realtà. "Ho riflettuto sul modo in cui situazioni apparentemente quotidiane e banali, se esasperate, possono diventare drammatiche" aveva detto il regista durante la lavorazione del film, sostenendo che Gente comune di Robert Redford era stata un'altra fonte d'ispirazione. "Quando ho letto il soggetto" ha raccontato questa mattina Marina Polla De Luca, che ha collaborato alla sceneggiatura di Arciero, "l'aspetto che mi ha intrigato maggiormente è stata la virtualità. Nelle famiglie moderne di oggi la realtà e la virtualità si possono confondere e mi premeva che riuscissimo ad andare oltre al video per arrivare al videogame".

L'Italia rappresentata al cinema
Riuscire a realizzare questo film è stato difficile. Si è trattato di un percorso molto lungo iniziato diversi anni fa. Volevo raccontare l'Italia di oggi attraverso il microcosmo della famiglia creando parallelamente una famiglia artificiale - quella di un videogioco celebre in tutto il mondo - con i suoi pregi e i suoi difetti. Ettore Scola (col quale il regista ha lavorato come assistente, NdR) mi diceva sempre che bisognava raccontare quello che si conosceva. Penso al suo C'eravamo tanto amati e mi rendo conto di come registi della sua generazione lo avessero fatto, ritraendo quell'Italia che vedevano e conoscevano, fino a quando forse non si sono imborghesiti e non ci sono riusciti più. Non è semplice raccontare la realtà di oggi. Per trovare spunti prendo la metro ogni giorno: è un mezzo per scoprire da vicino tante realtà diverse.

Lisa, una donna limitata
Sandra Ceccarelli: Ho visto il progetto svilupparsi nel tempo e ho seguito tutte le evoluzioni dei personaggi. La storia mi ha incuriosito sin dall'inizio: una famiglia apparentemente normale, che non ha nulla di speciale, che si ritrova in una situazione drammatica. Lisa non è una donna tormentata, è l'unica della famiglia che sembra non avere problemi, né un passato agitato. Tuttavia, sebbene sia in pace con se stessa, ha un limite, una sorta di ottusità, dice ai figli che bisogna essere felici ma non scava in profondità. Tant'è vero che si ritrova isolata, nessuno si rivolge a lei per chiedere aiuto.

La scelta di ambientare il film in provincia
Alfredo Arciero: Avevo bisogno di una località neutra, un luogo irriconoscibile che potesse in qualche maniera riflettere il non luogo virtuale del videogioco cercando di conservare anche nel reale quella dimensione "irreale". Poi ovviamente girare in provincia è stato anche molto più semplice per via degli spazi aperti e della quasi totale mancanza di traffico.

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