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5x1: Zemeckis, il figlioccio di Spielberg

Vita e opere di un grande regista hollywoodiano con un "padrino" eccellente.
di Stefano Cocci

Zemeckis, l'uomo che ha reinventato l'animazione
Robert Zemeckis (Robert Lee Zemeckis) (71 anni) 14 maggio 1952, Chicago (Illinois - USA) - Toro.

martedì 13 novembre 2007 - Celebrities

Zemeckis, l'uomo che ha reinventato l'animazione
È un grande conoscitore del sistema di produzione cinematografico. Robert Zemeckis è attento, sì, a tutte le implicazioni del racconto per immagini ma quello che lo affascina maggiormente è lo stato dell'arte negli effetti speciali. Non è un caso se i suoi film sono pensati per essere all'avanguardia e sfruttare, in termini di storia e intreccio, tutte le possibilità offerte dalla tecnologia.
Da Ritorno al futuro passando per Chi ha incastrato Roger Rabbit per arrivare a Polar Express e il recentissimo Beowulf, Zemeckis ha sempre scavato a fondo nelle possibilità offerte dalla magia del digitale e di tutte le tecniche che intendono intrecciare il reale con l'animazione in 3d.
Però c'è da aggiungere che fin dalle prime visioni del nuovo Beowulf, tutti concordano che il corpo nudo di Angelina Jolie sia di gran lunga l'effetto speciale più bello e gradito da pubblico e critica. Ad ogni modo, Zemeckis non è mai stato un cultore del trucco fine a se stesso: come dimostrano molte sue pellicole di successo, tutto dipende dall'uso che ne fai. Dopo aver rivoluzionato i film di animazione e quelli con gli attori reali unendo i due mondi in Chi ha incastrato Roger Rabbit, Zemeckis ha saputo utilizzare i suoi giochini digitali per dare spessore alle storia come in La morte ti fa bella e Forrest Gump, film quest'ultimo per il quale si è guadagnato l'Oscar per la migliore regia.

All'inseguimento della pietra verde Il film risente indubbiamente dell'influenza di colui che, prendendolo quando era poco più che un promettentissimo neolaureato alla University of Southern California for Film Studies, lo ha lanciato nel mondo della celluloide. Infatti, All'inseguimento della pietra verde altro non è che un Indiana Jones rivisto e corretto, uno dei tanti capolavori di Steven Spielberg. L'azione, la sceneggiatura, tutto ricalca gli stilemi spielberghiani. E anche il lavoro sugli attori, inevitabilmente ricorda quello del maestro con Harrison Ford; tutto, insomma, è costruito per ricordare il fratello maggiore Indiana, anche se la sceneggiatura originale è stata scritta 5 anni prima dell'arrivo del professor Jones nelle sale. Non resta che ricordare come il film abbia mantenuto una sua dignità anche a distanza di anni, e anche guardandolo lontano da quelli che hanno rappresentato i valori cinematografici di Jones/Spielberg. Zemeckis ci mette qualcosa di suo come il ritmo forsennato e spiccati elementi da commedia romantica oltre a lavorare spesso sull'intreccio tra realtà e fantasia, come dimostra la scena di apertura, tratta dai libri della protagonista del film, con elementi che ritroveremo più avanti nella pellicola.

Cast Away
È il secondo momento della collaborazione tra Zemeckis e Tom Hanks, dopo Forrest Gump e Polar Express, sicuramente un rapporto di lavoro fruttuoso, se teniamo conto del fatto che, con il primo film Hanks ha vinto un Oscar e Zemeckis anche; mentre per Cast Away l'attore lo avrebbe certamente meritato. Il suo Chuck Noland è indubbiamente un personaggio curato fin nei minimi dettagli ma probabilmente i membri dell'Academy si erano stancati di premiare attori che ingrassano o diminuiscono a comando di 15 chili. Qui Zemeckis dimostra di aver compreso come giocare con i suoi trucchi e le sue cinecamere particolari. Gli effetti sono centellinati e utilizzati solo per necessità della storia e, onestamente, riesce a far fluire abbastanza velocemente un'ora abbondante di Tom Hanks solo sullo schermo che parla con un pallone da pallavolo. Se non è un miracolo questo.

Ritorno al futuro
È un classico che è passato decisamente alla storia del cinema. Le vicende di Marty McFly e del suo amico il prof. Emmeth Brown a spasso per il tempo non smettono di conquistare una generazione dopo l'altra. Sebbene si faccia largo uso di effetti speciali e anche l'intreccio sia piuttosto complesso, il film, a distanza di tempo non perde la capacità di affascinare. Anche questa è stata un'altra sfida alle leggi del tempo vinta da Zemeckis.
Non solo. Con gli episodi due e tre, Robert ha imparato a lavorare contemporaneamente a due film, esperimento tentato - e riuscito – qualche anno più tardi, girando simultaneamente Cast away e Le verità nascoste, con Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Questo sì che è stakanovismo!

Chi ha incastrato Roger Rabbit?
All'epoca è stato il film più costoso di tutti i tempi: 70 milioni di dollari per portare sullo schermo i cartoni animati a interagire con gli attori in carne e ossa. Ancor di più, ha rappresentato l'ingresso per la cinematografia a stelle e strisce nell'epoca dell'animazione moderna. Prima del coniglio Roger Rabbit, le pellicole animate erano scritte e pensate per i più piccoli e disegnate classicamente. Zemeckis trasporta la supertecnologia a casa di Topolino, costruisce storie degne di polizieschi o di commedie di prim'ordine. Sono i genitori a ridere e ad appassionarsi alle vicende della storia, a stupirsi nel vedere Bugs Bunny interagire con Bob Hoskins. È un'autentica rivoluzione di cui forse, a 20 anni di distanza, è scomparsa la percezione, dietro i blockbuster Pixar che hanno ormai assunto la dignità dei film di uno Scorsese o di un Coppola. Se tutto questo è stato possibile, è merito di Roger Rabbit. E il film vinse anche 4 Oscar.

Forrest Gump
Tanto si è scritto e dibattuto intorno a questo film. Sulle sue implicazioni politiche e sociali, forse meno su quelle artistiche. Tant'è che il tonto più famoso d'America conquistò i cuori del pubblico e di parte della critica. Il suo viaggio attraverso la vita ha commosso, divertito, scosso le anime. Come nei suoi momenti migliori, anche qui Zemeckis utilizza la tecnologia CGI esclusivamente ai fini della storia: per mettere Forrest Gump vicino a presidenti scomparsi da trent'anni, farlo incontrare con John Lennon per ispirargli "Immagine", giocare a ping pong con George Bush quando era ambasciatore in Cina oppure cancellare le gambe di Gary Sinise perse in Vietnam.
Vincitore di 6 premi Oscar e con 13 nomination, Forrest Gump è il film che, nel bene o nel male, ha colpito e toccato il cuore di molti, polarizzato le coscienze e soprattutto raccontato un mondo – dagli anni Sessanta a oggi – attraverso occhi semplici ma non sciocchi.

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