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Ossi Oswalda

Ossi Oswalda (Oswalda Staglich). Data di nascita 2 febbraio 1895 a Berlino (Germania) ed è morto il 17 luglio 1947 all'età di 52 anni a Praga (Repubblica ceca).

Nel cinema tedesco degli anni Dieci è in corso un duello tra Henny Porten, che rappresenta l'establishment, e Asta Nielsen che ne è il contraltare. Tra le due riesce ad inserirsi agevolmente Ossi Oswalda, una bizzarra, vivacissima e irrequieta praghese, nata però a Berlino. Il suo pigmalione è Lubitsch che le fa interpretare, tra il 1916 e il 1920, una serie di commedie tutte condite da una pungolante satira dei vezzi, dei provincialismi e delle convenzioni di una ben diffusa mentalità piccolo-borghese della società tedesca: l'aspirazione delle ragazze di buona famiglia a riunirsi in gruppi corali (Der gemischte Frauenchor, 1916), il morboso amore per i cagnolini (Hundemamachen, 1918, regia di R. Biebrach), l'abitudine al diario (Ossi's Tagebuch, 1918), la follia per il cinema (Meine Frau, die Filmschauspielerin, 1918) sono delle macchiette urticanti. Il punto più alto del binomio Lubitsch-Oswalda è Die Austernprinzessin (1919), una deliziosa canzonatura delle americanate, brillante, spigliata, portata avanti a ritmo di balletto ed in cui l'attrice, in un vero e proprio stato di grazia, recita con indubbia bravura. Prima di partire per l'America, Lubitsch affida Ossi nelle mani di Viktor Janson, allievo non indegno, ma che avrà il torto di ripetere per l'attrice il cliché della sbarazzina, senza condire i suoi film di quel sapido pimento che il suo maestro non dimenticava mai di aggiungere. Quando il nome della Oswalda cominciò ad accompagnarsi a quello di Kronprinz Wilhelm, si scatenò una gazzarra giornalistica, si gridò allo scandalo. Il fatto poi che il figlio di Wilhelm, Ludwig Ferdinand, si facesse vedere in giro con Lili Damita, altra attrice molto chiacchierata e fosse giunto sul punto di fare pubblica dichiarazione di essere intenzionato a sposarla, rincarò la dose. Le vignette di «Simplicissimus» divennero lancinanti.
Benché gli Hohenzollern non fossero più sul trono, le velleità dinastiche non potevano essere messe in pericolo da simili episodi: venne convocata una burrascosa riunione di famiglia, al cui termine, il Kronprinz, nell'interrompere i rapporti con la Oswalda - e altrettanto fu costretto a fare il figlio con la Damita - annunziò che, per la famiglia reale, le attrici potevano aspirare solo a connubi morganatici.
La carriera di Ossi ebbe una brusca impennata: continuò ancora a fare dei film, producendoseli in proprio, ma la sua stella era ormai in declino. I giudizi sui suoi ultimi film divennero feroci, coinvolgendo anche la sua abilità professionale. La povera Ossi scivolò sempre più giù, si accontentò di dare la replica ad Eddie Polo, di qualche parte di secondo piano tra la fine del muto e l'inizio del sonoro, un'ultima comparsata nel 1933, poi abbandonò il cinema.
Si sentì parlare nuovamente di lei in occasione della morte, avvenuta nella più squallida miseria, nella tetra Praga del 1947.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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