Alice in Wonderland |
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Un film di Tim Burton.
Con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Crispin Glover, Anne Hathaway.
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Fantastico,
Ratings: Kids,
durata 108 min.
- USA 2010.
- Walt Disney
uscita mercoledì 3 marzo 2010.
MYMONETRO
Alice in Wonderland
valutazione media:
2,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il coraggio di firmarsi Burtondi flaviusbFeedback: 155 |
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domenica 21 marzo 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non è affatto semplice recensire quello che era stato annunciato come l'ultimo capolavoro burtoniano. Perché, effettivamente, alla fine del film è inevitabile chiedersi: dov'eri, Burton? L'inizio è decisamente mediocre, con Alice che teme di essere impazzita e la proposta di matrimonio da parte di un poco avvenente rampollo della buona società. La situazione sembra sbloccarsi quando Alice cade nella tana del coniglio, ma è solo una temporanea illusione. Il Paese delle Meraviglie è visionario nelle splendide inquadrature che il regista ci regala, nei colori che usa per dipingere questo Mondo Fantastico, ma solo in questo. Per il resto, ahimé, fa tutto fuorché sognare. I personaggi da cartone animato che, loro malgrado, non riescono a essere neppure caricaturali nel teatrino che fa da cornice; le battute banali pensate apposta per catturare la mente di un pubblico quanto più vasto possibile, dalle famiglie con i bambini piccoli alle teen-ager che non perdono un'occasione per ammirare Johnny Depp (oltretutto per niente affascinante). Azzardato provare a fare paragoni sia con il libro sia con il cartone animato, anche se uscirebbero del tutto vincitori da questa sfida impari. Infatti, quel che manca di più nell'Alice burtoniana è il valore artistico dell'opera: non è il romanzo irriverente, complesso, anche un po' cervellotico che aveva scritto Lewis Carroll, ma non è neppure il cartone animato della Disney, che lasciava comunque contenti perché era un cartone animato, voleva essere un cartone animato, e ciò nonostante era coerente e riuscito nella sua forma. Questa Alice è a metà tra fantasy e videogioco, e forse potrebbe anche andare bene se non fosse che il caro amico Tim abbia a tutti i costi cercato di lasciare un'impronta in un film che di suo non ha niente, ma proprio niente. E così il genio di Burton è riuscito a partorire la 'deliranza', un ballo alla Willy Wonka per un personaggio altrettanto pazzo, ma non altrettanto geniale e riuscito nell'interpretazione comunque interessante di Johnny Depp. Inutile dire che il risultato è patetico, anche perché la scena è puntualmente inserita per stemperare la tensione di uno dei momenti più riusciti di questo fantasy targato Disney. Andatelo a vedere, se volete, magari portate anche i bambini con voi. Rimarranno incantati da questo mondo fiabesco dove il bene vince sempre sul male. E forse alla fine vi divertirete anche voi, purché lo accettiate come uno dei tanti fantasy in circolazione. Ma essere Burton significa essere Burton, e firmare un'opera vuol dire pur sempre firmare un'opera. Alice nel Paese delle Meraviglie non è e non può essere Harry Potter, come Tim Burton non è (e speravo non potesse essere) J. K. Rowling.
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