Bette Davis è stata senz'altro una delle migliori attrici del cinema hollywoodiano: donna di forte personalità, con un carattere deciso e risoluto, ha portato sullo schermo soventemente la figura della donna ambigua e altezzosa, psicologicamente infida e controversa. Era dotata di grande fascino, con una bellezza decisamente anticonvenzionale, cioè non rispondeva affatto ai canoni allora in voga: aveva un fisico minuto, un volto dai lineamenti irregolari, e due occhi sporgenti. Ma il suo sguardo ambiguo, la sua raffinatezza, e il suo notevole temperamento drammatico, sapevano attrarre più di due belle gambe. Di origini anglo-gallesi da parte paterna e francesi da parte materna, Bette Davis trascorre la sua infanzia con la madre, dopo il divorzio dei suoi genitori. Dopo aver studiato danza con Martha Grahm e dopo essersi diplomata alla Cushing Academy, Bette decide di dedicarsi alla recitazione ma viene respinta alle selezioni per entrare all' "Eva LeGallienne's Manhattan Civic Repertory". Allora sceglie di iscriversi alla "John Murray Anderson's Dramatic School", dove frequenta i corsi di teatro insieme ad una altrettanto Katharine Hepburn. Nel 1929 Bette Davis debutta a Broadway nello spettacolo Broken Dishes; l'anno successivo vince un premio come migliore giovane attrice dell'anno e subito parte per Los Angeles, con in tasca un ingaggio della Universal, che abbandonerà nel 1932 per la Warner Brothers. Il primo film in cui si mette in rilievo è The Man Who Played God (1932) di John G. Adolfi. Ma il vero successo arriva quando nel 1934 la Warner la cede momentaneamente alla RKO, per interpretare il ruolo di Mildred in Of Human Bondage (Schiavo d'amore, 1934) di John Cromwell, film che fa di lei una star. Questa sarà la prima di tante interpretazioni di donne perfide e gelide, che permette a Bette Davis di dimostrare una bravura eccezionale, che la farà acclamare sia dal pubblico che dalla critica. Nel '36 vince il suo primo Oscar con Dangerous (Paura d'amare, 1935) di Alfred E. Green. Forte dei successi ottenuti, Bette comincia a rifiutare i ruoli convenzionali che non le piacciono e a pretendere dai produttori dei copioni più adatti al suo straordinario talento. Così, sempre nel 1936, insoddisfatta dalle proposte scadenti della Warner, parte per l'Inghilterra, dove firma un contratto per due film per la somma di 20.000 sterline. Ma il grande Studio le fa causa, e l'attrice sarà così costretta a tornare ad Hollywood. Nel 1939 riceve il suo secondo Oscar per Jezebel (Figlia del vento, 1938) di William Wyler, il film che rappresenta proprio la risposta della Warner Bros a Gone With the Wind (Via col vento, 1939) di Victor Fleming, l'imponente kolossal della Metro Goldwin Mayer uscito nelle sale poco tempo prima, di cui bette doveva essere la protagonista. Negli anni Quaranta, tranne in rari casi (come in quello di The Little Foxes, Piccole volpi, diretto da William Wyler nel 1941), l'attrice interpreta una serie di film mediocri, assolutamente indegni del suo inestimabile potenziale drammatico. Torna alla ribalta nel 1950 quando, lasciata la Warner per la 20th Century Fox, interpreta il difficile e tormentato personaggio della star in declino Margo Channing, in All About Eve (Eva contro Eva, 1950) di Joseph L. Mankiewicz, per il quale riceve la sua ottava nomination all'Academy Award. In questo capolavoro del cinema hollywoodiano, che ironizza con sarcasmo e amarezza sul mondo del teatro, al sua recitazione è ora sofferta ora beffarda, ma sempre velata di una profonda sensibilità. Negli anni Cinquanta torna a prender parte ad alcuni film, ma quasi tutti di scarso livello, che la inducono a rifugiarsi per un breve periodo in teatro. La sua carriera cinematografica resuscita ancora nel 1962 con la sua straordinaria e struggente interpretazione dell'ex bambina prodigio Baby jane Hudson nel drammatico What Ever Happened to Baby Jane? (Che fine ha fatto Baby Jane?) di Robert Aldrich, al fianco della rivale e nemica di sempre Joan Crawford, in un duello interpretativo davvero eccezionale. Negli anni Sessanta e Settanta, Bette Davis si dedica in uguale misura al cinema e alla televisione, e soprattutto ad alcuni film tv ispirati ai romanzi gialli di Agatha Christie. Negli ultimi anni l'attrice dovrà far fronte a cattive condizioni di salute, a cui però reagisce brillantemente, tanto che nel 1987 torna alla grande sullo schermo per interpretare il toccante ruolo della sorella cieca di Lillian Gish in The Whales of August (Le balene d'agosto) di Lindsay Anderson, dove dà come sempre prova di straordinaria bravura. Morirà qualche tempo dopo in un ospedale di Parigi all'età di ottantun anni, uccisa da un male incurabile. Pochi giorni prima aveva ritirato il premio che la giuria del Festival di San Sebastiano le aveva conferito per la sua splendida carriera. Quel giorno se ne è andata una delle più grandi attrici che siano mai esistite, che col suo talento e con la sua fortissima personalità si era fatta strada in una Hollywood che lanciava solo le bionde di platino e le bellezze dal forte sex-appeal.
