Un uomo tormentato in fuga dalle autorità ripensa ai misteriosi eventi e allo strano vagabondo che lo hanno spinto a cambiare vita.
Un uomo in fuga, inseguito da polizia e volontari armati, si rifugia in una grotta. Da qui Buster Mal's Heart procede a ritroso su tre linee temporali: le difficoltà di Buster, padre e marito, nel suo lavoro da concierge notturno e il suo incontro con "l'ultimo uomo libero del mondo"; Buster con i capelli e la barba lunga che vive da latitante sulle montagne, facendo irruzione in case e baite disabitate; Buster su una barca in mezzo a un mare placido, anche qui con capelli e barba lunga.
"Credo che l'America stia attraversando una crisi spirituale ed ero interessata a esplorare un personaggio che la riflettesse. Ci sono molte persone in America che non producono e sono invece impiegate nei servizi, un lavoro ingrato in cui sono spesso maltrattati e si sentono miserabili, vivono una sorta di disconnessione verso quello che fanno tutti i giorni. Tutti noi vogliamo che la nostra vita abbia una dignità e un obiettivo, così ho voluto esplorare il senso di isolamento e il desiderio di essere di nuovo liberi".
Il protagonista vive in uno stato alterato e allucinato, dunque quello che vediamo può essere o non essere vero, ma il film di Sarah Adina Smith si spinge oltre e la sua ambiguità viene rivolta allo stesso universo. Come in una sorta di Strade perdute, le possibilità si moltiplicano e infatti Buster Mal's Heart è punteggiato di discorsi e riflessioni sulla natura dell'universo e del multiverso. Con una regia molto attenta alle atmosfere, la regista valorizza i suoi interpreti. Se Rami Malek, dopo Mr. Robot, in un ruolo di questo tipo non è una sorpresa, D.J. Qualls è invece in netto controcasting rispetto alle sue parti comiche o da nerd eppure riesce a lasciare il segno con una figura inquietante.