Titolo originale | Der Boden unter den Füßen |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Austria |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Marie Kreutzer |
Attori | Valerie Pachner, Pia Hierzegger, Mavie Hörbiger, Michelle Barthel, Marc Benjamin Dominic Marcus Singer, Meo Wulf, Axel Sichrovsky, Bernd Birkhahn, Axel Wandtke, Martina Eitner-Acheampong, Susann Uplegger, Lilly Marie Tschörtner, Florian Reiners, Regina Fritsch, David Oberkogler, Markus Zett, Grazyna Dylag, Markus Schleinzer, Stefan Bernhard, Claudia Reiner-Lawugger, Sarah Scharl, Marie Seiser, Dolores Winkler, Matthias Marx, Ian Towers, Arne Schröder, Lars Pfützner, Angelika Schulz, Ilhami Arslan, Tom Hanslmaier, Philipp Limbach, Eva Spreitzhofer, Gabriele Stomprowski, Jana Bartho, Nina Prasse, Sophie Prusa, Barbara Grahsl. |
MYmonetro | 2,88 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 11 febbraio 2019
Lola, persona estremamente organizzata, perde il controllo in conseguenza ad un tragico evento. In Italia al Box Office The Ground Beneath My Feet ha incassato 28 .
CONSIGLIATO SÌ
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Lola è una manager trentenne costantemente impegnata nella ristrutturazione di aziende. Il suo elegante appartamento a Vienna è poco più di un luogo in cui far recapitare la posta, visto che la sua vita si svolge soprattutto in hotel dove porta avanti anche una relazione con la sua diretta responsabile sul lavoro. Le sue giornate trascorrono in gran parte in ufficio anche se trova spazio per intense sedute ginniche. La sua carriera, grazie anche alla sua competenza e dedizione, sembra essere inarrestabile. Fino a quando un giorno la sorella maggiore, di cui non ha mai comunicato a nessuno l'esistenza e che è affetta da schizofrenia paranoide, tenta il suicidio. Ora Lola deve cercare di trovare il tempo anche per lei. Le conseguenze non tarderanno a manifestarsi.
È spesso il cinema americano a proporci storie di manager stressati sull’orlo di crisi di nervi più o meno accentuate. Trovare qualcuno che le racconta a una latitudine più vicina come può essere quella austriaca diventa quindi particolarmente interessante.
Soprattutto se poi alla regia si trova una donna che sa come descrivere apparenti certezze e profonde disillusioni. La variante in questo caso è costituita da un non detto. Lola non ha mai rivelato a nessuno, neppure alla sua compagna/capo, di avere una sorella problematica. Sulla sua presenza/assenza finisce con il concentrarsi la narrazione che mostra come tutto, ivi compresi i sentimenti e la stessa sessualità, vengano subordinati al diktat di chi ha vinto una lotta di classe apparentemente non dichiarata ma più che mai presente: la legge del mercato.
Il Dio Business impone di sacrificargli tutto e, soprattutto, chiede alle donne in particolare una nuova ‘castità’ da rispettare. Debbono cioè rinunciare a tutto quanto non sia finalizzato al successo dell’impresa di cui sono chiamate a far parte. L’imene che le separa da qualsiasi possibile altra problematica non deve subire la benché minima scalfittura. Pena la messa in quarantena.
Quando, come accade a Lola, ti accade anche di ‘ricevere’ chiamate telefoniche impossibili (cioè che non possono essere state effettivamente realizzate), la situazione si complica in maniera esponenziale. Il pregio di Marie Kreutzer sta nel non cedere mai alla tentazione di trasformare la sua narrazione in un thriller e di offrirci un finale che lascia allo spettatore un margine per la valutazione.