Anno | 2018 |
Genere | Docu-fiction, |
Produzione | Italia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Emanuele Imbucci |
Attori | Enrico Lo Verso, Ivano Marescotti . |
Uscita | giovedì 27 settembre 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,40 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 gennaio 2019
Un ritratto avvincente e di forte impatto emotivo e visivo dell'uomo e dell'artista Michelangelo. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Michelangelo - Infinito ha incassato 836 mila euro .
Passaggio in TV
il film è stato trasmesso lunedì 23 settembre 2024 ore 12,30 su SKYARTE
CONSIGLIATO SÌ
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Michelangelo Buonarroti, prossimo alla fine della propria vita, ne ripercorre le tappe, dall'infanzia ai primi capolavori, dalle rivalità con i grandi artisti del suo tempo ai rapporti conflittuali con le autorità politiche e religiose dell'epoca. A contestualizzare storicamente il suo racconto è Giorgio Vasari, autore di "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori", che narra di Michelangelo le imprese titaniche e le opere gigantesche, la volontà di separare la luce dalle tenebre e di rendere tridimensionale la pittura, la visionarietà architettonica e il gusto per il non finito.
Michelangelo - Infinito va ad aggiungersi a Caravaggio - L'anima e il sangue e a Raffaello - Il principe delle arti in quel nuovo filone che racconta al pubblico contemporaneo i grandi artisti del passato italiano.
Il segmento dedicato alla vita e delle opere di Michelangelo è realizzato con estrema cura tanto dell'immagine quanto della narrazione, mettendo insieme un dream team che, oltre alle competenze, unisce le generazioni: il regista Emanuele Imbucci, già second unit per Raffaello: Il principe delle arti, così come i coautori Sara Mosetti e Tommaso Strinati (figlio di Claudio) e la montatrice Sara Zavarise appartengono infatti alla generazione under 40, ma alle loro spalle c'è la maestria tecnica di chi ha almeno vent'anni di esperienza in più: il direttore della fotografia Maurizio Calvesi, amato da Faenza, Ozpetek e Andò; lo scenografo Francesco Frigeri, che di recente ha firmato sia Raffaello: Il principe delle arti che la serie I Medici; il costumista Maurizio Millenotti, candidato all'Oscar per Otello e Amleto di Franco Zeffirelli.
La produzione, SKY con Magnitudo Film, è la stessa di Caravaggio - L'anima e il sangue, e qui collabora con i Musei Vaticani e Vatican Media: il che rende ancora più meritevole che in sceneggiatura non si ignorino né l'omosessualità di Michelangelo, né i suoi attriti con la Chiesa all'epoca della Riforma Protestante.
La sceneggiatura, basata sulle "Vite" del Vasari, fa un ottimo lavoro di modernizzazione di un linguaggio antico ma ancora assai efficace, e intesse citazioni letterarie (molte dalla Divina Commedia) inframmezzando osservazioni pregne di significato per la contemporaneità. Calvesi percorre le pieghe dei drappeggi michelangioleschi e segue con la luce il tracciato inciso nel marmo dallo scalpello di quell'artista che voleva liberare la vita dalla materia muta e spogliarla di tutto ciò che la opprimeva. Frigeri crea uno spazio metafisico all'interno delle Cave di Marmo di Carrara (e nel Teatro 8 di Cinecittà) in cui Michelangelo si confronta con le immagini computerizzate delle sue più grandi opere (ottimo anche il lavoro della squadra addetta agli effetti digitali).
Le riprese di Emanuele Imbucci sono effettuate in ultra definizione (4K HDR) e consentono un'esperienza immersiva: lo spettatore proverà la sensazione fisica di entrare nella Cappella Sistina per osservare da vicino i dettagli del Giudizio Universale, o di accarezzare con mano i muscoli del David e le falde del mantello della Vergine nella Pietà. Enrico Lo Verso nei panni di Michelangelo ha il volto giusto, scolpito dalla luce di Calvesi, e Ivano Marescotti nei panni del Vasari enuncia con consumata abilità teatrale i racconti della "Vita di Michelagnolo Buonarroti fiorentino pittore, scultore et architetto", resa più accessibile ed essenziale dal lavoro degli sceneggiatori. E le musiche originali, composte e orchestrate da Matteo Curallo, sostengono il pathos e l'emozione della scoperta non solo dei capolavori di Michelangelo, ma anche di molte sue opere meno conosciute.
È proprio la capacità di illuminare gli aspetti meno noti della vita e dell'opera di Buonarroti in tono divulgativo ma non didascalico il contributo più prezioso di questo insigne documentario artistico, nel solco degli "sceneggiati culturali" prodotti dalla Rai negli anni Sessanta e Settanta come "Le Vite" volute da Angelo Guglielmi e il "Leonardo da Vinci" di Renato Castellani, per educare gli spettatori alla Storia dell'Arte italiana - come dovrebbe fare il servizio pubblico.
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Innanzitutto chiariamo che non si tratta di un documentario biografico su Michelangelo, ma di un docu-fiction che attraversa la sua produzione artistica, almeno quella più significativa. La scelta dei due attori è azzeccata e così pure l'impostazione della 'trama'. Quel che resta alla fine è l'emozione che le opere di Michelangelo suscitano in chi le osserva, [...] Vai alla recensione »
Ecco il mio piccolo appunto su infinito di Michelangelo: premetto che son andato con occhi spuri, senza aspettarmi niente di che, anche se conoscevo quasi tutte le opere di Michelangelo elencate nel film.A mio avviso è stato questa ultima considerazione che ha salvato inesorabilmente le sorti di questo docu-film: l’ aver visto le opere mi ha aiutato ad entrare meglio in simbiosi con lo stesso, altrimenti [...] Vai alla recensione »
Inutilmente retorico, insufficiente del tutto nella rcostruzione dei rapporti con la Repubblica fiorentina e con Giulio ||. Gravissimo che nel profluivio di inutili parole fatte scandire da Lo Verso non vi sia stato nemmeno un sonetto di Michelangelo o un passo delle epistole. Nel delineare il rapporto delicato con Vittoria Colonne (e attraverso di lei con la Riforma) si rimane ad un livello [...] Vai alla recensione »
Non tutte le opere degli artisti possono essere apprezzabili se non si conoscono le tecniche con le quali dipingevano talune e tal stuazioni, qualcuno diceva che il suo scolpire fosse togliendo il superfluo dal marmo o pietra che fosse guardando il david sembra che il sommo con il suo killing david slowly, cioè ricamando il david superfluo che non sembrava cantare quelle note genial artistico [...] Vai alla recensione »
Non è un film, ma un documentario ben confezionato. Una lezione di storia dell’arte, con bellissime immagini (sottolineate da una bella colonna sonora), tutto sommato noiosa, sicuramente non emozionante. I testi sono abbastanza banali, presentati senza enfasi e senza emozioni da attori che non mi hanno particolarmente convinto né per l’aspetto fisico (dov’è [...] Vai alla recensione »
Bellissima operazione , nel solco dei documentari e docu-fiction che lo hanno preceduto. Qui ci sono, oltre alle opere rappresentate con le migliori tecniche digitali, due ottimi attori come Ivano Marescotti e Enrico Lo Verso che rende bene i tormenti interiori del Genio. Da sottolineare la sequenza del Mosè sottolineata da una colonna sonora rock perfetta.
Bei testi, ottime recitazioni. Immagini emozionanti. Traspare l'amore per l'arte di tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo magnifico film. Dieci euri ben spesi.
Decisamente deludente. Non rende neanche lontanamente l’immagine di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Michelangelo, in un improbabile accento siciliano, appare un personaggio mediocre mosso e roso dall’ambizione di far vedere che è più bravo di tutti. Niente di quello che è stato lo spessore intellettuale e la sensibilità artistica di questa [...] Vai alla recensione »
Il co-protagonista del nuovo film su Michelangelo è Giorgio Vasari (1511-1574) artista toscano, soprattutto storico dell'arte. È titolare di un testo fondamentale: Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, una serie di biografie che raccontano le vite dei maestri fra il Trecento e il Cinquecento, tutta gente che ha insegnato al mondo. Il libro fu pubblicato nel 1550 ma 18 anni dopo l'autore volle aggiornarlo, ritenendo che un certo artista meritasse un approfondimento. Il Vasari aveva intuito che il Buonarroti, detto in termini semplici, non era come gli altri, possedeva una grazia particolare. E "come gli altri" può comprendere anche gente come Raffaello, persino come Leonardo. Michelangelo - Infinito è firmato da Emanuele Imbucci, a dare corpo e volto all'artista è Enrico Lo Verso.
Il film rientra nel filone di questa epoca: grande attenzione all'arte. Sono decine i titoli che raccontano storie di artisti. La lista sarebbe lunghissima, sto alle "categorie": il Rinascimento, i fiamminghi, e poi, bacino vastissimo, gli impressionisti.
Alcuni artisti sono veri attori protagonisti, come Caravaggio, Picasso, e Van Gogh, il più filmato, giustamente. Tutti nomi che fanno parte della memoria popolare. E qui ecco l'evoluzione: il cinema va oltre. Ecco Andy Warhol, pop-inventore, importante, non solo pittore. In quanti conoscevano Frida Kahlo prima del film? E poi ecco la "ricerca" su nomi di una memoria... un po' meno popolare, come Basquiat e Pollock. A Venezia Mario Martone presenta Capri-Revolution, che prende spunto da un'opera di Joseph Beuys (1921-1986) che è stato uno dei più controversi e carismatici nomi del movimento concettuale. E siamo sempre alla cosiddetta punta dell'iceberg.
Questa corrente che sposa il cinema all'arte più alta è benemerita e nobile, è un importante passo avanti. Il regista Imbucci doveva guardarsi dalla... overdose di fiction su Michelangelo, più volte visitato dal cinema: dal recente Michelangelo - Amore e morte di David Bickerstaff, al documentario Il cuore e la pietra (2012) di Giacomo Gatti. E ancora il Michelangelo di Konchalovskiy, del 2017. Ricordabile una produzione della Rai del 1964, con Gian Maria Volonté. Infine il superclassico Il tormento e l'estasi, di Carol Reed del 1965, con Charlton Heston. La narrazione di Imbucci è intelligente e affatto convenzionale. Il narratore è proprio il Vasari, uno che conosce l'argomento dal vivo. Si piazza nelle cave di marmo di Carrara, la vera casa di Michelangelo, e racconta privato e opere, sì, il tormento e l'estasi. Sono molte le opere messe a fuoco, e il privilegio non può non toccarne due fra le più importanti, la Sistina e la Pietà Rondanini.