Il Teatro al Lavoro

Film 2018 | Documentario, Teatro 58 min.

Titolo originaleIl Teatro al Lavoro
Anno2018
GenereDocumentario, Teatro
ProduzioneItalia
Durata58 minuti
Regia diMassimiliano Pacifico
AttoriClarissa Curti, Toni Servillo .
TagDa vedere 2018
MYmonetro 3,39 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Massimiliano Pacifico. Un film Da vedere 2018 con Clarissa Curti, Toni Servillo. Titolo originale: Il Teatro al Lavoro. Genere Documentario, Teatro - Italia, 2018, durata 58 minuti. - MYmonetro 3,39 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 gennaio 2019

La costruzione e il percorso di Elvira, lo spettacolo di Toni Servillo tratto dalle lezioni di Jouvet al Conservatorio d'Arte drammatica di Parigi nel 1940 In Italia al Box Office Il Teatro al Lavoro ha incassato 22,1 mila euro .

Consigliato sì!
3,39/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 2,77
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Un documentario che restituisce con una pregevole sintesi l'essenza più profonda del fare teatro.
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 14 dicembre 2018
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 14 dicembre 2018

L'avventura umana e artistica della creazione di "Elvira", lo spettacolo di Toni Servillo prodotto insieme al Piccolo Teatro di Milano, tratto dalle lezioni di Louis Jouvet al Conservatorio d'Arte drammatica di Parigi nel 1940. Lo sguardo degli autori segue Servillo e i suoi giovani compagni dalla partenza alla Biennale di Venezia all'approdo al Théâtre de l'Athénée a Parigi, attraverso Napoli e Milano.

Non è mai facile restituire agli spettatori in una sala cinematografica il sentire più profondo di chi ha lavorato per mesi su un testo teatrale. Lo è ancor meno quando quest'ultimo è il frutto di un ciclo di lezioni tenute dal grande Louis Jouvet ad una giovane attrice chiamata ad interpretare il personaggio di Elvira nel "Don Giovanni" di Molière concentrando l'attenzione e il lavoro sul monologo che dovrà portare in scena.

Massimiliano Pacifico supera la prova con l'efficacia che offre il talento (che non è da tutti) di fare sintesi cogliendo l'essenziale. Ovviamente ciò non sarebbe stato non solo possibile ma neppure immaginabile senza la presenza di Toni Servillo il cui spessore professionale e umano impregna ogni inquadratura. L'attore mostra (e dimostra) come stare su un palcoscenico non sia 'recitare' al meglio le battute quanto piuttosto realizzare costantemente un processo di perdita di sé nel personaggio per poi giungere a una riscoperta personale.

Quando ricorda ai giovani attori che Jouvet era un attore che non si 'ritirava a fare un laboratorio teatrale su un monte' ma che, lavorando anche nel cinema, voleva arrivare al più vasto pubblico possibile, chiede loro di entrare così a fondo nel personaggio da consentirgli di trasmettere emozioni a spettatori che magari anche solo per pochi secondi o minuti colgano in quelle parole e gesti la verità della Vita.

L'insistenza con cui poi pone l'accento anche sui movimenti apparentemente privi di importanza come lo spostarsi da un punto all'altro della scena ci fa comprendere come il teatro al lavoro non debba mai, neppure per un istante, trasformarsi in una routine in cui si ripetono situazioni date per scontate e note.

In questa struttura speculare (Servillo e la giovane Petra Valentini che si specchiano nella Claudia e nello Jouvet del testo in cui all'attrice viene chiesto a sua volta di accogliere in sé il personaggio di Elvira) ogni singola situazione si trasforma in lezione anche quando non vuole esserlo. Il punto più significativo lo si tocca, solo apparentemente per assurdo, nel momento in cui Servillo sospende una prova perché non 'sente' il proprio personaggio. Il Maestro in quel momento sta confrontandosi con se stesso cercando di comprendere le ragioni di questo momentaneo distacco. Perché nel teatro, come nella vita e come insegnava il grande Eduardo, gli esami non finiscono mai.

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