Titolo originale | Mon Garçon |
Titolo internazionale | My Son |
Anno | 2017 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Christian Carion |
Attori | Guillaume Canet, Mélanie Laurent, Olivier de Benoist, Antoine Hamel, Mohamed Brikat Lino Papa, Christophe Rossignon, Pierre Desmaret, Marc Robert, Pierre Langlois, Tristan Pagès, Ronnie Avenel, Vanessa Desmaret, Dominique Plaideau. |
Uscita | giovedì 27 settembre 2018 |
Distribuzione | No.Mad Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,75 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 ottobre 2018
Julien torna alla casa della ex moglie, sulle Alpi, richiamato dalla notizia della sparizione di suo figlio di sette anni. Mentre la polizia non ha appigli, l'uomo si mette da solo sulle tracce dei rapitori. In Italia al Box Office Mio figlio ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 16,4 mila euro e 480 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Julien e Marie hanno divorziato da qualche tempo, e in questo pesa il fatto che Julien fosse sempre lontano per lavoro e lei non potesse contare su di lui, né come marito né come padre di Mathys, che ora ha sette anni. La notizia della sparizione del bambino, durante la notte, dalla tenda dove dormiva insieme ai compagni di un campo invernale, richiama però immeditamente Julien sulle Alpi. E per ritrovare suo figlio, l'uomo si mostra disposto a tutto.
Dopo tre film in costume, Christian Carion assembla un vecchio progetto e una nuova modalità produttiva: un film in francese, contemporaneo, girato quasi in tempo reale.
A Guillaume Canet, suo fidato collaboratore, ha chiesto di stare al gioco: girare in sei giorni senza aver letto la sceneggiatura, per cercare di restituire nel modo più veritiero possibile il percorso del suo personaggio, scoprendo gli eventi insieme a lui. In questa ricerca, il protagonista finisce per trovare anche ciò di cui né lui né noi sospettavamo l'esistenza, vale a dire un lato oscuro di sé, un ambiguo miscuglio di coraggio, paranoia e violenza. Guillame Canet si muove dentro un ambiente poco illuminato senza sapere se da lì a un attimo sbucherà qualcuno da dietro un angolo per fargli del male, e il risultato è una performance tesa, che regge il film quasi esclusivamente sulle proprie spalle.
Di storie come queste, basate sul medesimo spunto narrativo, al cinema ne abbiamo viste tante, in molte varianti. Le differenziano tra loro i dettagli, gli ostacoli sulla strada dell'eroe, la caratterizzazione dei mostri di turno, oltre che, naturalmente, la recitazione e la regia. Il film di Carion fa una scelta diversa, quasi opposta: rinunciare ai dettagli e alle invenzioni di sceneggiatura per seguire invece il canovaccio più archetipico. C'è una caccia e ci sono dei cacciatori (letteralmente), una tenda indiana e un padre "cowboy", e un nuovo compagno della madre, tra il folle e l'idiota.
È difficile, con questi elementi, vedere in Mon Garçon l'apologo dell'uomo qualunque che, in balìa di autorità lente e incapaci, si fa giustizia da solo: questo c'è, è il livello evenemenziale, ma è più forte, nel quadro d'insieme, la materializzazione (non a caso ellittica e spesso fortunata) del sogno/incubo di ogni genitore.
Le domande che restano insolute, in definitiva, più che ad un'insufficienza della scrittura, si possono probabilmente imputare al metodo, con il protagonista in perenne improvvisazione, e della sceneggiatura documentano, se mai, l'ingenuità sentimentale che, in fin dei conti, è un peccato minore.
Mio figlio racconta una caccia all’impazzata lungo paesaggi innevati. Un thriller dallo stile asciutto che ci mostra in modo incisivo e reale cosa può succedere nella testa di un uomo a cui scompare improvvisamente il figlio. Tra classici elementi del thriller e dell’azione, Mio figlio tiene viva l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine, con scene di forte [...] Vai alla recensione »
L’esaltazione dell’archetipo ancestrale della famiglia naturale, alla base del soggetto di Io vi troverò di Pierre Morel del 2008, viene riproposto nel 2017 da Christian Carion in formato tascabile in Mon garçon. In quello che si può considerare un rifacimento,Guillaume Canet prende il posto di Liam Neeson, ma questa volta non è un ex agente [...] Vai alla recensione »
Julien è separato da Marie, che vive nella loro casa sulle Alpi con il nuovo compagno e il figlio di 7 anni avuto dalla precedente relazione.Durante un campeggio il figlio scompare e Julien accorre sul posto.Inizia subito ad indagare e nonostante i primi indizi portino al nuovo compagno della madre, Julien, invece, arriva a scoprire un traffico di bambini per ricchi pedofili.
Il film non mi sembra riuscito. Ci sono degli aspetti positivi, la buona recitazione di Canet, un discreto livello di tensione, ma quello che lascia più a desiderare è la trama: troppi riferimenti non funzionali alla storia non spiegati e non necessari. Perché fare riferimento ad un lavoro un po' misterioso e forse con risvolti non del tutto legali, se poi non ha alcun riferimento [...] Vai alla recensione »
Il film non mi sembra riuscito. Ci sono degli aspetti positivi, la buona recitazione di Canet, un discreto livello di tensione, ma quello che lascia più a desiderare è la trama: troppi riferimenti non funzionali alla storia non spiegati e non necessari. Perché fare riferimento ad un lavoro un po' misterioso e forse con risvolti non del tutto legali, se poi non ha alcun riferimento [...] Vai alla recensione »
Anch'io come Samuel non ho capito Il finale,l altro bambino chi è a che scopo rapiscono il bambino ?
È un film secondo me straordinario per essere stato girato in soli sei giorni, peccato per il finale, non ho capito davvero come sia finito. non capisco se il protagonista sia morto dallo sparo del rapitore dopo che è riuscito a fuggire con il figlio, portandolo in salvo, o se il protagonista è solo stato ferito e svenuto. Però sulla scena finale il protagonista il [...] Vai alla recensione »
Mathys, un bambino di 7 anni, scompare dal campeggio dove l'aveva portato la madre. L'ex marito cerca di capirci qualcosa: sospetta, indaga analizzando alcuni filmati di famiglia e si mette sulle sue tracce. Nel frattempo, tra lui e la donna sono tornate le antiche tensioni, e siamo venuti a sapere qualcosa del lavoro di lui, pericoloso e misterioso.
Dopo due fortunati film in costume Joyeux Noél (2005 ) e L'affaire Farewell (2009), il francese Christian Carion muta genere, thriller contemporaneo, ma non molla l'interprete, ovvero il suo feticcio Guillaume Canet. Entrambi divenuti padri da poco, nel 2017 perfezionano un progetto lungamente accarezzato da Carion, che 15 anni prima aveva buttato giù il soggetto - "Mi spaventava un po'" - di un bambino [...] Vai alla recensione »
Julien riceve un messaggio dalla sua ex moglie: «Nostro figlio è stato rapito». Si precipita sul luogo del rapimento, iniziando a sospettare di tutti, a partire dal nuovo compagno di lei. Va anche oltre, con le sue indagini, rischiando il carcere. Intanto, il ragazzino non si trova e il tempo passa inesorabile. Apprezzabile thriller che ripropone un tema già battuto al cinema, quello del padre alla [...] Vai alla recensione »
Intanto, la neve, il freddo, i nasi rossi. Quest'anno tutti i thriller sono stati ambientati in paesini di montagna. E in effetti un certo disagio nello spettatore questa ambientazione la dà. Poi gli attori protagonisti: lei è Mélanie Laurent, mamma a cui hanno rapito il figlio, come sempre bravissima; lui è Guillaume Canet, padre separato spinto alla violenza per trovare e salvare il figlio, anche [...] Vai alla recensione »
Dopo tre vicende ambientate nella prima guerra mondiale (Joyeux Noél - Una verità dimenticata dalla storia, 2005), nella seconda (En mai, fais ce qu'il te plaît, 2015) e sul finire della guerra fredda (L'affaire Farewell, 2009), il regista francese Christian Carion torna ai giorni nostri con Mio figlio. I protagonisti sono Marie e Julien, due genitori divorziati che si ritrovano a causa della scomparsa [...] Vai alla recensione »
Mio figlio», ancora un thriller alla francese che però gioca le sue carte asciugando all'osso il racconto anziché, com'è usuale, prolungarlo senza motivi validi per fornire abusivamente più suspense. Succede che durante la permanenza in un campo invernale il ragazzino Mathys, figlio di una coppia separata, scompare lasciando degli indizi pigramente censiti dalla gendarmeria e subito allarmanti agli [...] Vai alla recensione »
L'ultimo rapimento di bambini al cinema è Sicilian ghost story, sul piccolo Di Matteo, il più riuscito Room, da storie vere. Il punto di vista decide quasi sempre atmosfera e dosi di suspense intorno al "lupo cattivo". Come thriller di disperazione & ricerca qui si sfiora la mamma e si sta col padre, geologo separato e lontano. Tornato alle Alpi di casa quando il figlio sparisce da un camping, decide [...] Vai alla recensione »